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VIAGGIO APOSTOLICO IN MADAGASCAR, LA RÉUNION, ZAMBIA E MALAWI

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RAPPRESENTANTI DELLE DIVERSE CONFESSIONI CRISTIANE
E DI ALTRE RELIGIONI

Blantyre (Malawi) - Venerdì, 5 maggio 1989

 

Carissimi amici.

1. È per me una grande gioia incontrare voi, rappresentanti e capi di Chiese cristiane e di comunità ecclesiali, e capi di altre religioni. Questo incontro mi dà l’occasione di esprimere il mio apprezzamento per gli sforzi che avete fatto insieme ai capi della Chiesa cattolica nel promuovere uno spirito di comprensione e di fratellanza.

Uno dei motivi della mia visita pastorale in questo Paese è di celebrare il centenario della venuta dei primi missionari cattolici al Malawi. So bene che altri ambasciatori di Cristo erano già arrivati nella regione e avevano iniziato l’opera di diffusione del Vangelo di salvezza in Gesù Cristo. Hanno predicato e servito la gente con amore e con affetto. Rendiamo insieme grazie per tutto quello che è stato fatto nei tempi sin da allora.

2. In anni recenti sono stati fatti molti progressi nel campo della collaborazione ecumenica. In particolare, sono lieto di notare la collaborazione che si è instaurata in molti settori della vita religiosa e sociale tra il Consiglio cristiano del Malawi e la Conferenza Episcopale. Le iniziative congiunte che portate avanti, per esempio tramite il Comitato Cristiano di Servizio e l’Associazione Privata Ospedaliera, testimoniano del vostro comune desiderio di manifestare l’amore di Dio per la vostra gente. In tutte le forme di cooperazione ecumenica è importante che i cristiani non dimentichino l’obiettivo finale della loro comune attività, vale a dire, la ricerca della piena unità cristiana, “perché tutti siano una cosa sola” (Gv 17, 21).

La base della nostra unità è già posta nel nostro comune Battesimo. “Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo . . . poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3, 27-28). Il nostro Battesimo ci stimola dunque a fare tutto ciò che possiamo per rimuovere le divisioni che esistono ancora tra di noi, per rispondere pienamente alla volontà di Cristo che siano uniti nella fede coloro che ha chiamato ad essere suoi seguaci.

3. Come ben sapete, esiste una essenziale relazione tra la promozione dell’unità cristiana e la proclamazione del Vangelo. Le divisioni tra cristiani sono un ostacolo alla efficace predicazione del Vangelo e uno scandalo al mondo, particolarmente quando sembriamo proclamare “un regno diviso in se stesso” (Lc 11, 17).

Ma nonostante queste divisioni è ancora possibile e necessario offrire insieme una testimonianza sincera per quanto limitata, per amore del Vangelo e in obbedienza alla volontà di Cristo. In questo senso io prego che il nostro incontro possa incoraggiare ulteriormente le relazioni ecumeniche tra i cristiani del Malawi.

4. Siamo tutti convinti che la preghiera comune sia non soltanto fondamentale per la ricerca dell’unità tra cristiani, ma anche importante per nutrire l’attività ecumenica stessa nella quale siamo impegnati. Nella preghiera impariamo ad aprire noi stessi a Dio ed agli altri. Nella preghiera comune per l’unità dei cristiani sperimentiamo l’identità tra cristiani che scaturisce dal nostro comune Battesimo, ma sperimentiamo nello stesso tempo il dolore della divisione. In questa stessa preghiera siamo tuttavia incoraggiati dallo Spirito di Cristo, che prega entro di noi (cf. Rm 8, 26), ad andare e lavorare insieme per l’unità di tutti i suoi seguaci. La Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani e altre occasioni nell’arco dell’anno offrono splendide occasioni per una preghiera che porta ad una maggior comprensione reciproca, una maggior stima e un maggior amore.

5. Ai capi di altre religioni desidero dire quanto sono grato della vostra presenza e dell’occasione che mi viene data di incontrarvi. Voglio assicurarvi che la Chiesa cattolica è impegnata a promuovere unità ed amore tra tutte le genti, dando priorità “a tutto ciò che gli uomini hanno in comune e che li spinge a vivere insieme il loro comune destino” (Nostra Aetate, 1). La Chiesa è profondamente interessata a portare avanti il dialogo della mente e del cuore con i membri di altre tradizioni religiose per una maggior collaborazione al servizio della famiglia umana. L’incontro di molti capi di religioni di tutto il mondo ad Assisi nell’ottobre del 1986 mise in luce non solo la sensibilità di uomini e donne di religione alla necessità di lavorare insieme per la pace, la giustizia e il progresso nel mondo, ma anche il ruolo della religione stessa nel creare un clima di pace e di dialogo. Siamo realmente convinti che pace e realizzazione dell’uomo siano in definitiva un dono di Dio, il Padre di tutti, un dono che dobbiamo umilmente impetrare dalla sua amorosa misericordia.

Ho la speranza che tra voi ed i cristiani vi sarà sempre un forte vincolo di amicizia e di fiducia. Vi è tanto che può essere fatto in armonia per la crescita e per il benessere del Malawi!

A tutti coloro che sono qui presenti, capi cristiani e rappresentanti di altre religioni, desidero esprimere incoraggiamento per la vostra solidarietà nel promuovere la dignità ed i diritti di ogni uomo in questo Paese, nel prendervi cura dei malati e dei sofferenti, nel sostenere la vita di famiglia, nel portare riconciliazione e pace, È mia speranza e mia preghiera che i vostri sforzi per lavorare insieme continueranno a crescere ed a prosperare. Vi saluto con le parole dell’apostolo Paolo: “Fratelli addio . . . abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace, e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi” (2 Cor 13, 11).



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