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VIAGGIO APOSTOLICO IN ESTREMO ORIENTE E A MAURITIUS

CERIMONIA DI CONGEDO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto militare di Seoul (Corea) - Lunedì, 9 ottobre 1989

 

Signor primo ministro,
carissimo popolo della Corea.

1. Mentre mi appresto a lasciare la Corea, i miei pensieri sono colmi della gioia di questi giorni. Sono grato a tutti voi per il calore e l’affetto che avete mostrato verso di me e verso i molti pellegrini venuti da tutto il mondo a Seoul per il Congresso Eucaristico. Desidero ringraziarla, signor primo ministro, per l’assistenza che il governo coreano ha prestato nel rendere possibile questo pellegrinaggio. La mia profonda gratitudine va anche alle autorità municipali di Seoul, agli ingegneri dell’esercito, alle forze dell’ordine e a tutti coloro che hanno contribuito in qualche misura a garantire lo svolgimento sereno e ordinato del congresso.

2. Nei prossimi giorni, tutti noi ritorneremo alle nostre case e alle nostre attività quotidiane. Ma i grandi eventi, i momenti di profonda preghiera, le preziose consolazioni spirituali del congresso non verranno dimenticate, poiché hanno toccato i nostri cuori con una profonda energia spirituale, una energia che viene da Dio stesso. La ricchezza spirituale di questi giorni a Seoul avrà un pacato ma potente effetto nel nostro modo di condurre le nostre esistenze.

La vita proseguirà allo stesso modo anche in Corea. Eppure, è mia fervida speranza, cari fratelli e sorelle, che sotto la superficie della vita quotidiana della Corea, dei suoi sforzi e dei suoi risultati, si instauri un processo più profondo e più misterioso di crescita, alimentato da una grande energia spirituale. È mia preghiera che i semi di un rinnovamento spirituale possano operare nei cuori di tutti i Coreani; voi, popolo della Corea, siete chiamati ad affrontare il futuro con il fermo proposito di lavorare insieme per sanare le ferite che sono rimaste aperte troppo a lungo, e per garantire una vita migliore, più umana e più libera per i vostri figli. Nell’accogliere questa sfida storica, possa la saggezza, la prudenza e la carità colmare il vostro pensiero, la vostra attività politica e la vostra visione del vero destino della Corea come nazione.

3. La saggezza, la prudenza e la carità sono il frutto di una coscienza matura e di una vita di virtù. Laddove questi doni spirituali, e la disciplina di mente e di cuore che sottendono ad essi, vengano a mancare, è facile che le grandi speranze vengano frustrate e che gli animi generosi diventino impazienti di fronte al ritmo lento del cambiamento. Esorto tutti voi, e in particolare i giovani, gli studenti, i genitori e gli educatori, e tutti coloro che sono responsabili della vita politica e morale della Nazione, ad unire lo zelo per il rinnovamento e il progresso del vostro Paese alla saggezza che proviene da un cuore puro. Con sensibilità verso la complessità delle questioni umane e politiche, e rispetto per la dignità di ogni essere umano, possiate voi essere artefici di giustizia e di pace fra il vostro popolo. La Corea di domani sarà, di conseguenza, una società migliore e più autenticamente umana.

4. Con rinnovati ringraziamenti a Dio per i doni che abbiamo condiviso, e con la fervida speranza di una crescita costante del vostro Paese in direzione della giustizia e della pace io mi accomiato dalla Corea e dal suo popolo. Vi assicuro delle mie preghiere, e chiedo a Dio onnipotente di infondere nei vostri cuori autentici sentimenti di unità e di pace.

Iddio benedica le vostre case e il vostro splendido Paese.

 

© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana

 



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