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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO INTERNAZIONALE DI MEDICI NEFROLOGI

Lunedì, 30 aprile 1990

 

Signori e signore.

1. Sono felice di dare il benvenuto all’illustre gruppo di nefrologi provenienti da molti Paesi europei e dagli Stati Uniti che hanno preso parte al Congresso sulle malattie e sui trapianti renali tenutosi la scorsa settimana a Bari. Porgo i miei cordiali saluti a tutti i presenti e in particolare al professor Kokot, del Dipartimento di nefrologia dell’Istituto di medicina internazionale alla scuola silesiana di Medicina, vostro portavoce nell’udienza di oggi. L’opera che voi portate avanti con tanta dedizione e abilità attualmente sta incontrando un grave ostacolo. Da una parte la terapia renale, grazie soprattutto al rapido progresso che è stato raggiunto nei trapianti renali, sta salvando la vita di un numero sempre maggiore di persone mettendole in grado di riprendere le normali attività. Dall’altra parte la possibilità di beneficiare di questi progressi dipende dalla disponibilità di organi, che in molti casi non sono ottenibili quando occorrono. Assistiamo a un numero crescente di persone che attendono, molto spesso invano, il dono di un organo che ridarebbe loro la speranza e la vita stessa.

Inoltre, poiché l’eventuale disponibilità di organi implica costi che la maggior parte delle persone non può sostenere, questa attesa diviene ancor più dolorosa. Un tempo c’erano difficoltà sia nella sfera organizzativa che in quella emotiva. Nessuna soluzione sarà raggiunta senza un rinnovato senso di solidarietà umana che viene da un amore, che, seguendo l’esempio di Cristo, può ispirare uomini e donne a fare grandi sacrifici per il servizio degli altri.

2. La Chiesa ha sempre fatto della cura dei malati una delle sue principali occupazioni. Nel caso particolare di malattie renali, essa invita i direttori degli istituti cattolici a promuovere la consapevolezza del bisogno di donatori di organi, mentre prende in considerazione sia il progresso fatto dalla scienza che la necessità di vincere tutti i rischi ingiustificati. Quelli che credono nel Signore nostro Gesù Cristo, che ha dato la sua vita per la salvezza di tutti, devono riconoscere nell’urgente necessità di una pronta disponibilità di organi per i trapianti renali una sfida alla loro generosità e al loro amore fraterno. Una crescente consapevolezza dovrebbe essere il punto di partenza anche per stabilire delle linee-guida volte a raggiungere l’efficienza sia a livello nazionale che internazionale, come pure l’accesso tempestivo alla chirurgia e l’estensione di questo prezioso beneficio a tutti i livelli della società. In questo campo la Chiesa insiste che ogni cosa dev’esser fatta con il massimo rispetto per i principi fondamentali della legge morale naturale e dell’etica cattolica.

Illustri ricercatori e scienziati: voi siete consapevoli dell’importanza e dell’urgenza di questo problema a causa della vostra esperienza diretta. Mentre vi offro il mio incoraggiamento, prego che la benedizione del Signore accompagni e sostenga il nobile lavoro a cui avete dedicato le vostre vite.

 

© Copyright 1990 - Libreria Editrice Vaticana

 



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