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VIAGGIO APOSTOLICO
A CAPO VERDE, GUINEA BISSAU, MALI, BURKINA FASO E CIAD

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto Internazionale di Bamako-Senou (Mali)
Domenica, 28 gennaio 1990

 

Signor Presidente,

1. È grande la mia gioia per essere giunto nel Mali, durante questo sesto viaggio africano, e di potere in tal modo restituire le due visite che vostra Eccellenza mi ha fatto in Vaticano.

Ho gradito molto le vostre parole di benvenuto e la ringrazio per l’accoglienza, nella tradizione del nobile popolo del Mali, che ha fama di grandissima ospitalità.

Saluto rispettosamente le autorità governative presenti a questa cerimonia e i Signori membri del Corpo Diplomatico, che hanno avuto la delicatezza di venire ad incontrarmi: sono grato loro per questa manifestazione di cortesia.

2. Mi consenta adesso, Signor Presidente, di rivolgere il mio cordiale saluto ai miei Fratelli nell’Episcopato: al mio ospite nella capitale, Mons. Luc Sangaré, Arcivescovo di Bamako e a Mons. Jean-Maria Cissé, Vescovo di Sikasso e Presidente della Conferenza del Mali.

Saluto inoltre con tutto il cuore la cara comunità cattolica del Mali. Esprimo ai suoi fedeli il sostegno e la comunione dei loro fratelli battezzati del mondo intero. Sono felice di essere venuto per celebrare con loro la fede che ci accomuna.

Cattolici di questo Paese, vengo anche a unirmi a voi per prolungare il nostro rendimento di grazie a Dio, che ha permesso che il Vangelo sia annunciato qui già da cent’anni. Quale successore degli Apostoli, soprattutto di Pietro, la cui missione mi è stata affidata, vengo a confermarvi nella fede e a stimolarvi nella vostra vita cristiana. Vengo come pellegrino di Nostra Signora del Mali. Benché Kita non sia sul mio percorso, desidero affidare alla Vergine, particolarmente venerata in questo primo santuario costruito sulla vostra terra dalla Chiesa nascente, la preghiera che a lei rivolgono i figli della Chiesa secondo l’intenzione di tutti gli abitanti del Mali.

In occasione di questo viaggio pastorale, desidero inoltre incoraggiare i cattolici ad offrire il loro contributo alle iniziative per lo sviluppo, attraverso un servizio disinteressato. Il Paese ha bisogno degli sforzi di tutti nella grande battaglia contro la fame, la denutrizione e l’analfabetismo, senza parlare di quest’altra battaglia che vi oppone alla siccità e alla desertificazione.

3. Sin dal primo incontro sul suolo del Mali, vorrei, Signor Presidente, salutare per suo tramite tutti i suoi compatrioti ed esprimere loro la mia gioia di essere venuto a conoscere i discendenti dei grandi imperi africani, nelle prestigiose metropoli, che testimoniano ancora oggi la ricca cultura di questo Paese.

Venendo tra voi io vado anche all’incontro con i fedeli di diverse religioni. Lo faccio in uno spirito di dialogo, mentre mi compiaccio per gli armoniosi rapporti che esistono qui fra le religioni africane tradizionali, le comunità musulmane e quelle cristiane. Vedo in questo positivo atteggiamento una garanzia del rispetto della dignità e del benessere di ciascuno. La fede religiosa, infatti, deve avvicinare gli uomini e condurli ad una solidarietà più profonda nella ricerca comune di tutto ciò che è nobile e buono.

4. Nel Mali, la vostra vita quotidiana implica un rapporto autentico con Colui che è l’Invisibile. Le esortazioni ad elevare i vostri cuori verso l’Altissimo risuonano ogni giorno nelle vostre città e nei vostri villaggi. Auspico che Dio continui ad occupare il posto che gli è proprio in ogni cuore umano.

Faccio anche il voto che con il suo aiuto ciascuno, nella sua esistenza, dia agli altri ciò che ad essi spetta, nella consapevolezza sempre più profonda che l’uomo cresce in una generosa convivenza. E la cura del prossimo si fa più impellente quando esso è nel bisogno o conosce la sofferenza, come è troppo spesso il caso nei Paesi del Sahel.

Possa la mia visita pastorale, ispirata dall’amore di Cristo e dal suo Vangelo di pace, contribuire al successo delle forze spirituali che abitano nei cuori di tutti gli abitanti del Mali! Possano gli appelli a guardare verso il cielo, condurre a non cadere alla tentazione di cercare soltanto il benessere materiale o un posto invidiabile nella società.

Rispettando sempre più l’eminente dignità dell’essere umano e la sua vocazione alla trascendenza, possano gli abitanti del Mali sviluppare il meglio di se stessi e restare fedeli alle grandi tradizioni della nazione!

La ringrazio, Signor Presidente, per le iniziative che ha predisposto per facilitare la mia visita e l’esercizio del mio ministero. Le sono grato, ancora una volta, per la sua calorosa accoglienza e prego l’Altissimo di effondere i suoi benefici su tutto il Paese.

 



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