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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELLA «RIUNIONE DELLE OPERE
PER L’AIUTO ALLE CHIESE ORIENTALI»

Giovedì, 21 giugno 1990

 

Cari membri e amici della “Riunione delle Opere per l’aiuto alle Chiese Orientali”!

1. Mentre do a tutti voi il mio cordiale benvenuto, saluto in particolare il signor card. D. Simon Lourdusamy, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e presidente della Riunione delle Opere per l’aiuto alle Chiese Orientali (ROACO), il quale è stato recentemente mio inviato speciale in Lussemburgo, per le solenni celebrazioni di chiusura dell’anno giubilare, in occasione del 1250° anniversario della morte di san Willibrordo, che si sono tenute recentemente a Echternach. Il card. Lourdusamy si recherà fra breve pure in Terra Santa per presiedere, come rappresentante della Santa Sede, in occasione della solennità dei santi Pietro e Paolo, all’inaugurazione del Memoriale di san Pietro, realizzato dalla Custodia di Terra Santa a Cafarnao, sul luogo della “Domus Petri”.

Tali eventi sono importanti perché dicono con quanta trepidazione la Chiesa segue le sorti di quella Terra santificata dalla presenza del Signore e divenuta, in un certo senso, il patrimonio spirituale dei cristiani di tutto il mondo, i quali desiderano non solo visitarne i santuari e i luoghi santi, ma anche sostenere la comunità cristiana che vive in quella regione. Si tratta di una comunità che nel corso dei secoli ha subìto numerose prove e dolorose vicissitudini che l’hanno resa debole e perciò bisognosa dell’aiuto morale e materiale. Aiuto che essi ben meritano perché partecipano alle sofferenze di Cristo e onorano il loro nome di cristiani con la testimonianza di una fede viva e di una povertà vissuta secondo lo spirito del Vangelo. Ma affinché quella comunità cristiana possa sopravvivere è necessario che i cristiani di tutto il mondo si mostrino generosi e facciano sentire il calore della loro solidarietà.

2. Per quanto riguarda poi la situazione, che si è venuta a creare in questi ultimi tempi in Terra Santa, specialmente a Gerusalemme, ho recentemente invitato tutti i cattolici ad avere a cuore le sorti di quelle popolazioni, e ad essere loro uniti sia nella comune “ricerca di soluzioni ispirate alla giustizia e al rispetto dei diritti umani”, sia nella preghiera perché il Signore dia pace a quella città che è santa per eccellenza, e cara a tutte e tre le religioni monoteistiche.

Anche voi fatevi portatori di questo mio appello alla pace e alla giustizia in Terra Santa, nel pieno rispetto dei diritti di ogni persona e di ogni comunità. Fate della Terra di Gesù il centro delle vostre attività caritative, ben consapevoli che accanto alla “storia della salvezza” esiste anche la “geografia della salvezza”.

Quanto al martoriato Libano, terra spesso ricordata nella Sacra Scrittura e visitata da Gesù, terra che anch’io desidero visitare, so che contribuite con la vostra opera a lenire le molteplici sofferenze di quella nobile Nazione, e a far sì che il Libano possa ritornare ad essere “fedele alla sua vocazione storica di terra di dialogo e di convivenza tra culture e religioni diverse” (Messaggio del 25 maggio 1990, n. 4).

3. Non posso non accennare poi all’Europa orientale, a cui rivolgete pure la vostra azione caritatevole. Nutro fiducia che i recenti rivolgimenti ivi avvenuti servano a ridare dignità a ogni persona e a favorire la libera professione della propria fede. Fate vostri i voti dei presuli che si sono radunati all’inizio di questo mese in Vaticano per preparare l’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi europei. A conclusione di quell’assise, essi si sono rivolti, con un messaggio, “a tutta la Chiesa perché nell’orazione e nella penitenza, per intercessione di Maria, sia impetrata da Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Signore della storia, la fedeltà alla verità, il discernimento dei segni dei tempi e la comunione nell’unità della fede, della carità e della speranza teologale e umana attraverso il corso delle vicende terrene” (“L’Osservatore romano”, 9 giugno 1990, p. 2).

4. Nel ricordare le impressionanti testimonianze di innumerevoli martiri e confessori della fede cristiana dei nostri tempi, specie nell’Europa orientale, vi esorto a continuare ad aiutare quei fratelli nella crescita della propria fede e della propria identità cristiana e storica.

In questo nobile impegno, per il quale ancora una volta vi ringrazio di tutto cuore, vi soccorra la Beata Vergine e vi assistano con la loro intercessione tutti i santi, mentre vi imparto la mia benedizione apostolica.

 

© Copyright 1990 - Libreria Editrice Vaticana

 



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