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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II 
AI PELLEGRINI DELLE DIOCESI DI LUCCA,
DI PISA E DI VOLTERRA

Sabato, 16 novembre 1991

 

Cari confratelli nell’Episcopato, Sacerdoti e fedeli delle Comunità diocesane di Lucca, Pisa e Volterra!

1. La vostra visita suscita in me vivissimi e cari ricordi del viaggio apostolico che ho avuto la gioia di compiere nelle vostre terre.

Saluto l’Arcivescovo di Lucca, Monsignor Bruno Tommasi, la cui presenza mi richiama anche la cara figura del suo predecessore nella medesima sede, il compianto e stimato Monsignor Giuliano Agresti; saluto parimenti l’Arcivescovo di Pisa, Monsignor Alessandro Plotti, e il Vescovo di Volterra, Monsignor Vasco Giuseppe Bertelli. Rinnovo a tutti l’espressione della mia gratitudine per la cordiale accoglienza, per l’accurata preparazione e per le manifestazioni di fede e di entusiasmo dimostratemi durante la Visita pastorale alle vostre rispettive Comunità cristiane.

Un pensiero particolare va alle autorità civili e militari di ogni ordine e grado, le quali non hanno voluto mancare a questo incontro: ad essi rivolgo il mio cordiale auspicio di bene con l’assicurazione del ricordo nella preghiera, perché il Signore li assista nelle loro responsabilità di amministratori della cosa pubblica.

In questo momento penso specialmente ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose delle tre Diocesi, i quali si dedicano con zelo e abnegazione alla cura delle anime e all’evangelizzazione delle vostre terre, così ricche di tradizioni cristiane e di fede: il Signore li ricompensi abbondantemente delle loro fatiche e dei loro sacrifici per la causa del Regno di Dio!

2. Come non ricordare la devozione dei Lucchesi al Volto Santo di Cristo; la pietà popolare verso la Vergine, venerata nella cattedrale di Volterra; le sequenze della “storia della salvezza”, mirabilmente espresse nella Cattedrale, nel Battistero e nel Camposanto di Pisa? Tali monumenti hanno offerto attraverso i secoli ed offrono all’uomo moderno spunti di riflessioni sul senso del loro perenne messaggio.

Anche oggi la domanda della fede deve essere riproposta affinché si dia ad essa una risposta giusta e pienamente soddisfacente. Tante sicurezze terrene, che parevano definitive, si sono dimostrate fragili e sono cadute, mentre rimangono gli interrogativi che nell’intimo delle coscienze urgono ed esigono risposte chiare e sicure, fondate sulla retta ragione, alla luce del Vangelo che è Parola indefettibile di Cristo.

Noi oggi sentiamo di vivere in un’epoca “critica”; l’uomo si sente deluso in molti campi del suo conoscere e del suo vivere, sottoposto com’è alle tensioni da lui stesso create. Egli si trova a vivere talora in una situazione di angoscia, di frustrazione e di amarezza spirituale e morale.

Ma chi può dare una risposta adeguata, se non Cristo, a tutti gli interrogativi che l’uomo si pone per uscire dal suo dramma? In Cristo scopriamo il senso dell’amore verso i fratelli, soprattutto verso coloro che meritano più attenzione perché poveri, sfiduciati, delusi nelle scelte sbagliate. Occorre tornare a Cristo; a Lui che è speranza e gioia; a Lui che può dare un vero senso alla vita umana.

3. Il tessuto ecclesiale delle vostre Chiese è formato non solo da sacerdoti, religiosi e religiose, ma anche da laici impegnati. Ad essi è affidata proprio quella testimonianza che si incarna nelle concrete situazioni quotidiane: nello studio e nella ricerca, nella famiglia, nei posti di lavoro, nella operosa vita dei campi. La nuova evangelizzazione, che voi portate avanti e che tutta la Chiesa sente di dover attuare, deve coinvolgere tutti, sia nella testimonianza personale, sia in una concorde disponibilità ai progetti pastorali comuni.

Un pensiero speciale rivolgo a voi, giovani, che siete qui, ed a tutti i vostri amici. Le vostre iniziative si distinguano per entusiasmo e dedizione; siate attenti ad un’accurata preparazione culturale, affinché la vostra fede sia vissuta consapevolmente e generosamente. Siate sempre pronti a rendere conto delle ragioni della vostra speranza e a rispondere alle obiezioni che gli altri giovani sentono nei riguardi della Parola rivelata. Le vostre Chiese hanno bisogno della vostra testimonianza autentica e del vostro impegno morale e sociale, adeguato ai tempi. Voi siete e dovete essere la parte più valida di quella comunità nuova, dalla quale potrà sorgere e svilupparsi la futura società europea.

4. Cari fratelli e sorelle, vi esprimo vivo compiacimento per le tante iniziative che sono state poste in atto per un cammino di fede delle vostre Chiese: le Scuole di formazione teologica, gli Istituti di Scienze Religiose, di formazione all’impegno sociale e politico, le Scuole di catechisti: sono tutti mezzi eccellenti, se affidati alla generosa e tenace volontà di servire Cristo e la Chiesa nel suo generoso impegno per la nuova evangelizzazione.

Siate consapevoli che la vostra partecipazione alla missione regale di Cristo è strettamente legata alla vostra fede, una fede matura e consapevole, una fede che sa guidare le vostre scelte e la vostra testimonianza.

Vi assista la protezione della Vergine, vi ispiri sempre il Volto Santo del Cristo Crocifisso e Re, vi conforti in ogni fatica la parola del suo Vangelo.

A tutti la mia benedizione apostolica.

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 



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