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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI DI GENOVA E DELLA LIGURIA

Aula Paolo VI - Sabato, 26 ottobre 1991

 

Signor Cardinale,
Venerati fratelli nell’Episcopato,
Carissimi fratelli e sorelle!

1. È ancora vivo in me il ricordo dei pellegrinaggi che ho compiuto a Genova nel settembre del 1985 e il 14 ottobre dello scorso anno.

Conservo nello spirito le emozioni di quei giorni: il calore dell’accoglienza, l’entusiasmo della fede, ed in particolare, la presenza massiccia dei Genovesi in Piazza della Vittoria per le celebrazioni eucaristiche durante le quali ho affidato le vostre Comunità alla Madonna della Guardia, “Patrona e Regina di Genova”.

Memore di così profonde esperienze spirituali, sono lieto di accogliervi quest’oggi, carissimi Genovesi e rappresentanti delle altre Diocesi della Regione ecclesiastica ligure, venuti per ricambiare le mie visite pastorali.

Presso la tomba del Principe degli Apostoli, potrete rinnovare la vostra adesione al Vangelo e professare l’unica fede, in comunione con il successore di Pietro e la Chiesa universale.

2. A tutti rivolgo il mio cordiale benvenuto!

Saluto con deferenza le Autorità della Regione e quelle della Provincia e del Comune di Genova, che hanno voluto essere presenti a quest’udienza.

Abbraccio i vostri Pastori, che nei giorni scorsi ho avuto modo di incontrare singolarmente e poi tutti insieme. Ringrazio particolarmente il carissimo fratello Cardinale Giovanni Canestri per i sentimenti che poco fa mi ha manifestato a nome vostro, e per avermi fatto partecipe dei vostri progetti missionari.

Saluto i sacerdoti, “saggi collaboratori dell’ordine episcopale” (Lumen gentium, 28), i Religiosi e le Religiose, testimoni del Regno con la loro peculiare consacrazione, e i Laici validamente impegnati nel servizio del popolo di Dio.

A ciascuno vorrei dire, con san Paolo, “siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità” (Rm 12, 12).

Siate coraggiosi ed infaticabili apostoli di Cristo!

3. Ci si appresta a commemorare nel 1992 il quinto Centenario della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, degno figlio della vostra terra.

Sarà una solenne occasione celebrativa; ma tale evento costituirà anche una preziosa opportunità di crescita della vostra consapevolezza cristiana.

Il 14 ottobre dell’anno passato, ho potuto benedire la statua della Madonna della Guardia destinata alla missione che intendete iniziare in Santo Domingo, ripercorrendo idealmente, cinquecento anni dopo, le rotte del geniale navigatore vostro conterraneo.

Intraprendete generosamente quest’impresa di evangelizzazione. Essa, aprendovi alle dimensioni universali del mandato missionario, vi condurrà, allo stesso tempo, ad una riscoperta e ad un concreto approfondimento della vocazione apostolica.

Vasto è il campo d’azione e permanente è il dovere per i battezzati di portare il Vangelo ad ogni popolo e nazione.

“Oggi ci si trova di fronte ad una situazione religiosa assai diversificata e cangiante: i popoli sono in movimento; realtà sociali e religiose, che un tempo erano chiare e definite, oggi evolvono in situazioni complesse. Basti pensare ad alcuni fenomeni come l’urbanesimo, le migrazioni di massa, il movimento dei profughi, la scristianizzazione dei paesi di antica cristianità, l’influsso emergente del Vangelo e dei suoi valori in Paesi a grandissima maggioranza non cristiana, il pullulare di messianismi e di sette religiose” (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 32).

Viviamo in tempi drammatici ed insieme affascinanti. Alla ricerca talora spasmodica della prosperità materiale si accompagna “l’angosciosa ricerca di significato, il bisogno di interiorità” (Ivi, 38).

La Chiesa, mistico corpo del Redentore che ne prolunga nei secoli la missione salvifica, continua ad offrire il cammino della salvezza in Cristo, “la via la verità e la vita” (Gv 14, 6). Perché tuttavia tale annuncio sia efficace, è necessario che i credenti fondino la loro missione sulla piena fedeltà al Vangelo e alla Chiesa.

Si tratta di percorrere la stessa strada seguita da Cristo, la strada della povertà, dell’obbedienza, del servizio e del sacrificio di sé fino alla morte, da cui poi risorgendo uscì vincitore” (Ad gentes, 45).

4. Carissimi fratelli e sorelle, siate tutti protagonisti di questa nuova ed impegnativa evangelizzazione!

A voi, sacerdoti, è domandato di rispondere con pronta generosità alle sfide del mondo contemporaneo. Per questo, utilizzate al massimo gli strumenti a vostra disposizione, quali, ad esempio, le molteplici strutture formative ed operative ecclesiali, i corsi di aggiornamento e di formazione permanente, i tempi di riflessione e gli incontri comunitari. Alimentate l’attività con un costante flusso di ascolto della Parola e di preghiera. Sia l’Eucaristia la sorgente del vostro ministero.

Da voi, Religiosi e Religiose, il popolo cristiano attende che siate esempi viventi di radicale adesione a Cristo povero, casto ed obbediente.

A voi, Laici, inseriti nelle articolazioni della vita diocesana e parrocchiale; a voi, membri di Movimenti ed Associazioni apostolici, è affidato il compito arduo di evangelizzare il mondo della politica, della realtà sociale e dell’economia.

Resta certamente la famiglia il soggetto fondamentale di ogni progetto missionario, e mi compiaccio nell’apprendere che i vostri Pastori intendono insistere proprio sulla pastorale familiare. In tale prospettiva assume notevole rilievo ed interesse il convegno regionale sul tema “la pastorale della famiglia” che state attentamente preparando.

La coppia e la famiglia costituiscono infatti il primo spazio per l’impegno sociale dei fedeli laici. “È un impegno che può essere assolto adeguatamente solo nella convinzione del valore unico e insostituibile della famiglia per lo sviluppo della società e della stessa Chiesa” (Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 40).

5. Carissimi fratelli e sorelle, ecco il lavoro che vi attende. Non cedete mai alla tentazione della superficialità e del conformismo, né lasciatevi sorprendere dallo scoraggiamento o dalle difficoltà.

Dinanzi a voi rifulgono gli esempi luminosi dei Santi originari delle vostre Diocesi, in particolare dei Santi e dei Beati che di recente io stesso ho avuto la gioia di elevare agli onori degli altari.

Fra questi, ricordo santa Paola Frassinetti, fondatrice delle Suore Dorotee, la beata Virginia Centurione Bracelli, fondatrice delle Suore Brignoline e Suor Maria Repetto, la beata Benedetta Cambiagio Frassinello, fondatrice delle Suore Benedettine della Provvidenza; il beato Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza.

Alla schiera di così eloquenti testimoni dell’amore divino, si aggiunge il sacerdote Agostino Roscelli, fondatore delle Suore dell’Immacolata di Genova e del quale è stato di recente approvato il Decreto delle virtù eroiche.

Vi protegga sempre Maria, la celeste Guardiana del popolo genovese e della Liguria.

Vi accompagni anche il mio affettuoso ricordo e la mia benedizione.

 

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