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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEDICI E AGLI INFERMIERI DEL POLICLINICO «GEMELLI»

Giovedì, 24 dicembre 1992

 

Sono grato alla divina Provvidenza perché mi offre quest’oggi l’occasione di esprimere nuovamente il mio più fervido ringraziamento a ciascuno di voi, carissimi: Magnifico Rettore, Signori Professori e Medici, Suore, Infermieri e Infermiere, Personale sanitario e amministrativo del Policlinico Agostino Gemelli, che, con generosa e competente dedizione, vi siete presi cura di me durante la mia recente malattia.

Un grato saluto anche al Dott. Renato Buzzonetti e ai Medici della Direzione Sanitaria del Vaticano.

Sono sentimenti di riconoscenza, che scaturiscono spontanei dal profondo del cuore e stentano a trovare espressioni adeguate. Come già ebbi a dire circa dieci anni or sono, in analoga circostanza, ripeto oggi, prendendo a prestito le parole dell’Apostolo: nei vostri confronti “debitores facti sumus”.

Carissimi, anche adesso il mio apprezzamento per quanto avete compiuto si traduce nella consapevolezza di un debito che niente potrà ripagare compiutamente. La vostra missione è veramente grande: difendere la vita umana, amarla, servirla con amore e dedizione sono valori di fondo ed impegni di grande responsabilità. Voi siete chiamati ad essere collaboratori di Dio nel servizio dell’uomo per il ristabilimento della sua integrità fisica e spirituale.

Il clima natalizio rende particolarmente familiare e significativo questo nostro incontro. Esso si illumina del celeste fulgore della Grotta santa nella quale il Figlio di Dio, nascendo nel tempo, si fece fratello d’ogni uomo. Ciascuno di noi, nel contemplare il Verbo incarnato, si sente debitore nei suoi confronti; in Lui riconosce il volto dell’essere umano restituito alla bellezza originaria; da Lui implora la grazia divina che risana i cuori e guarisce le ferite del peccato.

Carissimi, in tale atmosfera di gioia e di speranza, vi rinnovo i sentimenti della mia grata ammirazione e tutti vi affido alla protezione di Gesù Uomo-Dio. Egli, che ha voluto conoscere la sofferenza e il dolore, vi sostenga nel quotidiano sforzo di alleviare e lenire ogni pena e malattia.

Nell’invocare l’intercessione di Maria, Madre di Dio, su ciascuno di voi, su coloro che lavorano nella vostra struttura sanitaria, sui degenti affidati alle vostre cure e sulle vostre famiglie, a tutti imparto volentieri la benedizione apostolica.  

Al termine dell’incontro, Giovanni Paolo II rivolge ancora un saluto e un ringraziamento ai presenti. Queste le sue parole.  

Attraverso le vostre persone si vede come è complesso l’organismo umano e quanti aspetti intervengono in ogni malattia e in ogni esame. Io l’ho sperimentato due volte, nel 1981 e nel 1992. E ho potuto ammirare, soprattutto le persone, le loro competenze, la loro dedizione all’uomo, al suo organismo. Poi ho ammirato la tecnica, che è anche un’opera dell’uomo. E finalmente ho ammirato quello che si chiama organismo umano.

Il corpo è una cosa meravigliosa. Certamente voi, carissimi professori, e anche voi, carissime sorelle, incontrate questo organismo quando è sofferente, quando è deficiente. Ma anche attraverso le deficienze si rivelano le meraviglie della natura, attraverso la natura del Creatore, la sapienza. Adesso, nell’Avvento, noi stiamo vivendo profondamente questo mistero della sapienza, prima increata – il Verbo – e poi creatasi, fattasi uomo.

L’uomo ha anche un suo cuore. E voi tutti, come Università Cattolica in Italia, siete dedicati al Sacro Cuore. Allora vi auguro di essere partecipi di questa sapienza e di ritrovare anche la felicità, nonostante il vostro lavoro duro, pesante, responsabile. Vi auguro di trovare la felicità, di poter così partecipare a questa sapienza, a questo Verbo, e, nello stesso tempo, servire le altre persone, quelle bisognose, com’ero io, quelli che, come me, diventano anche debitori...

Ancora una volta buon Natale, buon anno nuovo, a ciascuno di voi, signori e sorelle carissimi, alle vostre famiglie e a questa grande comunità di lavoro scientifico che è l’Università del Sacro Cuore.

 

© Copyright 1992 - Libreria Editrice Vaticana

 



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