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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELLA GIUNTA E
DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

Lunedì, 3 febbraio 1992

 

Onorevole Presidente della Giunta Regionale del Lazio,
Onorevole Presidente del Consiglio Regionale,
Illustri Signori e Capi Gruppo del Consiglio Regionale!

1. L’incontro con Voi, Amministratori regionali del Lazio, per lo scambio degli auguri del Nuovo Anno è per me motivo di vivo compiacimento. Porgo a tutti un sincero e cordiale saluto, insieme col mio ringraziamento per le parole di omaggio e di ossequio a me rivolte a nome vostro dal Presidente della Giunta. Ricambio di cuore gli auguri, formulando l’auspicio che il Nuovo Anno sia per voi un tempo di più intensa e feconda attività a vantaggio delle popolazioni che si trovano nell’area della vostra giurisdizione. La Regione laziale, come entroterra del centro della Cristianità, sede privilegiata d’Istituzioni Internazionali, è da sempre luogo di vigili cure da parte della Santa Sede nell’adempimento del ministero apostolico. L’incontro con i Responsabili delle Pubbliche Amministrazioni è, perciò, circostanza favorevole a uno scambio reciproco di idee e di propositi e incentivo a una più efficace collaborazione, la quale è tanto più necessaria, in quanto viviamo in tempi nei quali, crollati vecchi miti e muri divisori, si agitano fermenti di trasformazioni radicali. Ma perché lo sbocco sia positivo e meno esposto a imprevedibili avventure, è necessario realizzare una più proficua intesa tra le forze costruttive; in particolare, tra le Organizzazioni ispirate dalla Chiesa e le Amministrazioni locali.

2. Missione primaria della Chiesa è quella di evangelizzare, irradiando dappertutto la parola di Cristo. Collegato con questa è il compito di difendere il valore della vita, della famiglia, della persona umana. Stare dalla parte dei deboli, dei poveri, degli emarginati; interessarsi delle innumerevoli situazioni di povertà e di difficoltà che oggi colpiscono gli uomini come singoli e come collettività; educare i giovani al senso della vita associata; ricuperare coloro che vivono ai margini della società. Fare tutto questo è, sì, un dovere cristiano, ma altresì un’esigenza umana. È qui che i compiti s’intrecciano, diventano comuni, sia pure con modalità diverse, imponendosi alla coscienza religiosa e insieme a quella civile. So che la Giunta Regionale non manca di contribuire a risolvere i problemi concernenti l’assistenza, la sanità, la scuola. Sono, questi, compiti specifici, che vanno al di là delle capacità dei singoli individui e delle organizzazioni private; spetta perciò alle Amministrazioni locali, soprattutto regionali, come enti intermedi tra cittadino e Stato, promuovere tali istanze in collaborazione con le altre forze disponibili, che si distinguano per competenza, correttezza, moralità e per uno spiccato senso di servizio verso la comunità. Oggi, purtroppo, c’è molto da rifare in tale campo; si levano talora voci allarmate, che invocano l’onesta gestione della cosa pubblica per il bene comune. Voi, che ponete al centro delle vostre preoccupazioni i problemi del Lazio, ne conoscete bene le insufficienze di coordinamento nel campo sanitario e le disfunzioni nel settore dei servizi e dell’accoglienza. È noto come il Lazio abbia il più alto numero di immigrati extracomunitari e a nessuno sfuggono i problemi che tale fenomeno crea, e l’urgenza di porvi rimedio. La dura realtà dell’emigrazione esige grande attenzione, in quanto tende a divenire più grave per via delle nuove situazioni determinate in vari Paesi. Siamo di fronte a un evento di grandi proporzioni, come si è verificato altre volte nella storia dell’umanità. Occorre perciò far fronte con coraggio e fiducia alle diverse esigenze, perché la società odierna sappia evitare ogni forma di discriminazione razziale, promuovendo il senso della giustizia e della solidarietà umana.

3. Nell’Enciclica Centesimus annus, parlando della necessità di porre rimedio alle molte forme di povertà e di situazioni indegne della persona umana, ho voluto attirare l’attenzione sugli eccessi e abusi derivanti da un’inadeguata comprensione dei compiti propri dello Stato (cf. nn. 48 ss). Quando esso interviene direttamente finisce col deresponsabilizzare la società, provocando la perdita di energie umane e l’aumento esasperato degli apparati pubblici, dominati da logiche burocratiche più che dalla preoccupazione di servire il prossimo. A risolvere le precarie situazioni, in cui vivono tanti nostri fratelli, riesce meglio chi è ad essi più vicino e ne condivide le ansie, le attese e le giuste richieste. I profughi, gli immigrati, gli anziani, i malati, tutti quelli che si trovano in condizioni bisognose di assistenza, come i tossicodipendenti, hanno diritto, oltre alle necessarie cure, anche a un sostegno morale e spirituale. È qui soprattutto che si apre un campo quanto mai vasto di collaborazione tra la Regione e le Organizzazioni ecclesiali, che nel Lazio sono vive, numerose e sostenute dalla forza del Volontariato.

4. Tali problemi sono certamente ben presenti alle vostre cure. Per questo vorrei, quasi facendomi interprete delle aspirazioni dell’intera Regione, incoraggiare ogni vostra iniziativa, ricordandovi quanto importante sia per tutti coloro che cercano e si propongono il bene comune, aver presente il fine di ogni intrapresa rivolta alla crescita e allo sviluppo della società. Tale fine è sempre il bene dell’uomo. L’uomo inteso non nella sua accezione astratta, ma nella sua concretezza; l’uomo che vive nella nostra storia e che dobbiamo sempre sentire come fratello e partecipe della nostra stessa esistenza, destinatario del comandamento del Signore: “Ama il prossimo tuo come te stesso” (Mt 19, 19).

In questo servizio dovuto all’uomo per amore si può riconoscere un vincolo etico che unisce le attività vostre a quelle delle singole Chiese distribuite nel territorio laziale. La Chiesa sarà sempre solidale con il vostro lavoro, perché non può abbandonare l’uomo: “prima via” che essa percorre nel compimento della sua missione.

Vi assista il Signore in tale sforzo e vi siano di conforto i miei voti Benedicenti.

 

© Copyright 1992 - Libreria Editrice Vaticana



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