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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL’ISPETTORATO DI PUBBLICA SICUREZZA PRESSO IL VATICANO

Giovedì, 6 febbraio 1992

 

Signor Ispettore,
Signori Funzionari,
Signore e Signori Agenti di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano!

1. Ringrazio con voi il Signore, che, come ogni anno, ci offre la gioia di questo incontro, nel quale è data a me l’opportunità di ringraziarvi per il vostro servizio, e a voi quella di ravvivare e approfondire le motivazioni più alte del vostro quotidiano impegno. Saluto il Dottor Marinelli, Ispettore Generale, con animo grato per le nobili parole con cui s’è fatto interprete dei vostri sentimenti. Carissimi, desidero anzitutto esprimervi il mio apprezzamento per la validissima opera che svolgete con grande senso di responsabilità. Tale opera, alla luce della fede, si arricchisce di significati profondi, ai quali ciascuno di voi può rifarsi per trovarvi incitamento e sprone nell’adempimento del dovere, soprattutto nei momenti nei quali la fatica si fa più pesantemente sentire.

2. Il servizio a voi affidato ha caratteristiche che lo distinguono da quello dei vostri colleghi, a motivo del reale, se pur indiretto, collegamento con l’attività propria del Successore di Pietro. Voi, carissimi, avete il privilegio di svolgere il vostro lavoro accanto al Papa, per contribuire al sereno e ordinato svolgimento del suo ministero. Vi invito a ricuperare costantemente la dimensione più vera del compito a voi affidato: in questa Roma, nella quale la Provvidenza ha voluto porre il centro del Cristianesimo, voi siete chiamati a creare condizioni atte a favorire l’incontro del Papa con i fedeli che qui convengono da ogni parte del mondo. La consapevolezza di questa importante funzione vi sostenga sia durante l’ordinaria vigilanza intorno alla Città del Vaticano, che in occasione di speciali Visite in Roma o in altre città d’Italia. Il Successore di Pietro ha da Dio il compito di confermare nella fede tutti i credenti (cf. Lc 22, 32), i quali a lui ricorrono con fiducia da ogni parte della terra. Voi siete chiamati a cooperare, sul piano umano, affinché gli incontri avvengano in un contesto di mutuo rispetto e di tranquilla sicurezza. Sentitevi impegnati a confermare con la testimonianza della condotta personale quanto la vostra vicinanza al Papa autorizza a supporre. Per questo vi esorto ad essere uomini e donne che coltivano una propria vita interiore nella preghiera personale, nella frequenza alla Messa festiva e ai sacramenti, nell’approfondimento dei contenuti della fede professata. In tal modo il lieto annuncio di pace, di verità, di giustizia, di amore, che il Papa porta al mondo, riceverà un’ulteriore conferma anche dallo stile del vostro comportamento e troverà più facile ascolto e accoglienza.

3. Nel rinnovarvi l’espressione della mia stima e del mio incoraggiamento, rivolgo un pensiero anche ai vostri familiari, specialmente alle persone anziane o malate e ai bambini: a tutti auguro un anno sereno e prospero.

A tal fine invoco la materna intercessione di Maria, Regina della Pace, mentre di cuore imparto a voi e ai vostri cari la mia benedizione.

 

© Copyright 1992 - Libreria Editrice Vaticana



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