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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II 
DURANTE L'INCONTRO CON MIGLIAIA DI PELLEGRINI 
DELLA DIOCESI DI POZZUOLI

Sabato, 25 gennaio 1992

 

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Siete venuti da numerosi centri e contrade della vostra diocesi per prendere parte a quest'Udienza, che costituisce quasi un ideale prolungamento degli incontri avuti con voi in occasione del mio viaggio apostolico a Pozzuoli, nel Novembre del 1990.

Siete oggi qui per ricambiare quella visita: vedo con piacere una folta e qualificata rappresentanza della vostra Comunità ecclesiale, qui convenuta per rinnovare, sulla tomba di Pietro, l'attestazione della propria fedeltà a Cristo, «centro del cosmo e della storia» (IOANNIS PAULI PP. II Redemptoris Hominis, 1). Di tutto ciò vi ringrazio cordialmente.

È ancora vivo in me il ricordo del breve, ma intenso soggiorno puteolano. Mi tornano alla mente la storia gloriosa e i progetti di sviluppo della vostra Città; le preoccupazioni e le speranze che segnano attualmente il vostro cammino; la vivacità e la freschezza dei vostri sentimenti. Non posso dimenticare la testimonianza della vostra fede e il calore con cui mi avete accolto fra di voi.

Benvenuti, carissimi Fratelli e Sorelle!

Saluto con affetto e stima il vostro Pastore, il carissimo Monsignor Salvatore Sorrentino, e gli esprimo sentita gratitudine per le parole con cui ha voluto aprire l'incontro. Saluto i sacerdoti, i religiosi e le religiose, ed i laici impegnati attivamente nell'apostolato.

Un particolare pensiero lo rivolgo a voi, giovani, ragazzi, ragazze e bambini, che siete la speranza ed il futuro della società e della Chiesa di Pozzuoli.

Aggiungo un cordiale ricordo per voi, ufficiali ed allievi dell'Accademia Aeronautica e della Marina Militare Americana di stanza a Pozzuoli, accompagnati dai Cappellani e da una significativa delegazione della comunità americana.

Indirizzo, inoltre, il mio ringraziamento a voi, Rappresentanti delle Pubbliche Amministrazioni dei Comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto Flegreo, per essere intervenuti personalmente a questo familiare appuntamento.

2. Come dimenticare che il mio primo impatto con la vostra Terra è avvenuto proprio nel luogo dove, intorno all'anno 61 dell'era cristiana, approdò San Paolo? Navigando, infatti, da Malta verso Roma, egli - come ci riferisce il libro degli Atti degli Apostoli - fece sosta per una settimana a Pozzuoli invitato da «alcuni fratelli» (Cfr. Act. 28, 13-14), ed impresse in tal modo «il sigillo apostolico su questa vostra Chiesa puteolana» (IOANNIS PAULI PP. II Homilia in urbe Puteolis habita, 1, die 12 nov. 1990: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XIII, 2 (1990) 1135).

Dell'Apostolo delle genti commemoriamo proprio oggi, 25 gennaio, la prodigiosa conversione ed il pensiero va naturalmente al vigore missionario che contraddistinse la sua attività apostolica. In lui Iddio agì con potenza; lo rese strumento docile della sua Grazia, trasformandolo e rinnovandolo in profondità. «Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Phil. 1, 21), - poteva dire l'Apostolo delle Genti nel pieno della sua maturità spirituale.

Il suo esempio rappresenta per l'intero popolo cristiano uno stimolo incessante a seguire Gesù, ad essere testimoni del Regno, ad offrire senza timore la vita per il Vangelo. Il credente è inviato ad evangelizzare, ma potrà onorare tale missione soprannaturale solo se crescerà nell'intima e costante comunione col mistero della morte e risurrezione del Redentore.

3. Aderire a Cristo comporta ovviamente un nuovo modo di vivere, improntato ai valori evangelici. Significa non dimenticare mai le proprie radici cristiane. Per la vostra Comunità vuol dire conservare impressa nella memoria storica la testimonianza dei vostri antenati nella fede, direttamente legati alla predicazione degli Apostoli.

Carissimi Fratelli e Sorelle! Seguite le orme di Paolo, dei martiri dei primi secoli, come il vescovo di Benevento San Gennaro, i diaconi Sosio, Festo e Procolo, il lettore Desiderio, i laici cristiani Eutichete e Acuzio. Grazie al loro coraggio, suggellato dal martirio, sono nate le Chiese della Campania ed il Vangelo si è diffuso in tutta la Regione. Anche oggi, è solo mediante una coerente docilità allo Spirito Santo che voi potrete continuare ad offrire agli uomini, con vigore rinnovato, l'unica salvezza, facendo risuonare il nome di Cristo. Sappiamo, infatti, che «non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (Act. 4, 12).

È, pertanto, necessario che quest'annuncio diventi vita e sia proclamato con vigore e coerenza da coloro che il Signore ha reso suoi discepoli. La conversione all'unico Vangelo porta con sé l'intima esigenza di una incessante riconciliazione fraterna. Questi giorni di speciale preghiera per l'Unità dei Cristiani sottolineano eloquentemente quanto ciò sia vero ed importante per l'opera della nuova evangelizzazione. Non domanda essa, forse, innanzitutto ai credenti di convertirsi all'unità e alla santità?

4. Fratelli e Sorelle carissimi! Siate apostoli di unità e di riconciliazione. Siate costruttori di pace e di autentica solidarietà nelle famiglie, nella scuola, nei luoghi di lavoro e di impegno professionale, valorizzando ogni positivo apporto per la realizzazione d'una società aperta e fraterna. A questo proposito, non posso non menzionare la precaria situazione sociale in cui vivono tanti nostri fratelli, alcuni dei quali recentemente sono stati vittime di una tragica vicenda, tanto più dolorosa in quanto vi hanno perduto la vita bambini innocenti. Siate solidali nello sforzo per una migliore qualità della vita che faccia risplendere sul volto di ogni uomo la dignità di figlio di Dio. Non vi scoraggino le difficoltà. Conservate vivi tra di voi la comunione ecclesiale e l'anelito missionario. Le parrocchie, le Associazioni ed i Movimenti a cui appartenete, come pure le molteplici espressioni della vostra comunità diocesana si dischiuderanno ad orizzonti apostolici sempre più ampi, col conforto di copiosi frutti spirituali.

La vostra presenza quest'oggi vuol testimoniare la sincera comunione che lega la Chiesa puteolana alla Sede di Pietro. Vi ringrazio per tale professione di amore e di fedeltà. Il Signore vi guidi sempre sul cammino della santità e faccia di tutti voi un popolo di servitori della verità e della carità in stretta comunione col vostro Vescovo e, mediante lui, col Successore di Pietro.

A Maria, Madre della speranza, affido con fiducia ogni vostro proposito e progetto apostolico. Di cuore tutti vi benedico.

 

© Copyright 1992 - Libreria Editrice Vaticana

                          



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