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VIAGGIO APOSTOLICO A SANTO DOMINGO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI E AI FEDELI GIUNTI DALLA REPUBBLICA DI HAITI

Santo Domingo (Repubblica Dominicana) - Martedì, 13 ottobre 1992

 

Cari fratelli nell’Episcopato,
Cari fratelli e sorelle,

1. Le celebrazioni del V Centenario dell’Evangelizzazione del vostro continente hanno diretto ancora una volta i miei passi verso il nuovo mondo e ne provo un’emozione sincera. Sono molto colpito dal fatto che mi siate venuti incontro: il vostro gesto è una testimonianza eloquente della vitalità dei legami affettivi che uniscono la Chiesa di Haiti al Successore di Pietro. Vi ringrazio vivamente per avermi portato il saluto del Popolo haitiano. Già diverse volte e anche recentemente non ho tralasciato di farvi sapere quanto vi sono vicino, mentre il vostro Paese continua a passare da un periodo di dolore a un altro, lasciandovi nell’inquietudine e nell’angoscia. Come il Buon Samaritano del Vangelo, fermandomi per strada, vorrei esprimervi ancora una volta la mia profonda solidarietà e portarvi conforto, a voi che dovete sopportare prove crudeli che, da parte mia, insieme con i miei collaboratori, cerco di alleviare. Porto davanti a Dio le sofferenze degli uni e degli altri: prego per coloro che sono spinti a fuggire verso altre terre, per coloro che si sentono perseguitati, per quanti si trovano nella disperazione, senza lavoro e senza sicurezza, e per tutte le persone i cui diritti vengono calpestati. Chiedo al Signore di sostenere l’azione di tutti coloro che, restando sul posto, si sforzano, con i mezzi che hanno a disposizione, di rinunciare alla logica della violenza e di stabilire un clima di tolleranza e di pace, per una maggiore giustizia. Mi auguro che, lungi dal sentirvi abbandonati, siate certi della sollecitudine del Papa il quale desidera tanto che non perdiate il gusto di vivere, ma che perseveriate nel vostro impegno per difendere la vostra terra, per procurare ai vostri figli l’educazione scolastica indispensabile che li aiuterà ad affrontare la vita e a diventare essi stessi gli artefici del loro sviluppo.

2. In questo 1992, che segna i cinquecento anni dall’arrivo sulla vostra terra della buona Novella di Cristo, siete invitati con i vostri fratelli e sorelle dell’America Latina, a rivolgere uno sguardo nuovo alla persona del nostro Redentore, Salvatore degli uomini e Sorgente di vita. Come suggerisce il tema della Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano, che ho avuto la gioia di inaugurare ieri, “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Eb 13, 8). Vi ama e dirige le vostre vite nel suo misterioso disegno. Sotto la guida dei vostri Pastori, siete incoraggiati a dar prova di nuovo slancio per accogliere e conoscere meglio la parola di Dio, affinché sia la vostra regola di vita. Così, consoliderete l’opera di evangelizzazione iniziata cinque secoli fa dai primi missionari. Siete chiamati a orientare i vostri passi sulle orme di Cristo per diffondere la luce della fede nelle vostre diocesi di Haiti e per farla irradiare altrove.

3. Lo sapete: è Cristo che libera l’uomo e gli fa raggiungere la sua piena dimensione e maturità. Spero che ad Haiti, come in altri paesi latinoamericani, si sviluppi un grande impulso apostolico e una vasta creatività di catechesi affinché i battezzati possano conoscere meglio la fede cristiana e producano autentici frutti di santità. Mi auguro inoltre che cresca la preoccupazione profonda per l’uomo, che si cerchi di far incarnare il Vangelo nella cultura popolare, e soprattutto che ci si aiuti reciprocamente a stabilire e a mantenere dei rapporti veramente umani. Dio vuole che i suoi figli vivano nella pace e che ottengano ciò di cui hanno bisogno per vivere nel rispetto e nella dignità. Vuole che modifichiamo il nostro sguardo verso gli altri, che riconosciamo nei nostri fratelli e sorelle delle persone create a immagine di Dio, chiamate a vivere con il Padre. Si tratta, in definitiva, di far sì che i figli e le figlie di questa terra haitiana testimonino attivamente il Vangelo e sappiano rendere conto della speranza che è in loro (cf. 1 Pt 3, 15).

4. Voi cristiani avete il desiderio di lavorare insieme, nel dialogo. Perché non porre fine alle divisioni sterili? Perché non riunire gli sforzi per portare avanti l’edificazione di una Chiesa che, grazie alla sua coesione, diffonda la speranza attorno a lei? Vivendo la comunione ecclesiale contribuirete, di conseguenza, alla costruzione di una società di solidarietà, di verità, di giustizia, di fratellanza e di amore, di cui Haiti ha bisogno. Sulla scia degli evangelizzatori del passato, sarete voi stessi i messaggeri della Buona Novella per il mondo odierno. In modo pressante, vi esorto a rimanere uniti attorno ai vostri Vescovi: condivido con essi la preoccupazione per la vostra Chiesa e hanno tutta la mia fiducia. Affido alla vostra meditazione queste forti raccomandazioni di Sant’Ignazio di Antiochia: “Come il Signore non ha fatto niente da solo, né con i suoi Apostoli, senza il Padre, con il quale forma una persona sola, così anche voi non fate niente senza il Vescovo e i Presbiteri. Non cercate di dare un’apparenza ragionevole alle vostre attività private, ma fate tutto in comune: una sola preghiera, una sola supplica, un solo spirito, una sola speranza nella carità, nella gioia irreprensibile; questo è Gesù Cristo, che è al di sopra di tutto” (Ai Magnesii, VII, 1).

5. Il 1992 segna per voi anche il cinquantenario della consacrazione del vostro amato Paese a Nostra Signora del Perpetuo Soccorso. Possiate rinnovare a Maria la vostra offerta in quanto popolo, con la sua storia, la sua cultura, i suoi talenti, insieme al suo duro lavoro e alle sue speranze! Che Maria continui ad essere presente nella vostra vita e vi aiuti a proseguire nella fede verso Gesù suo Figlio!

Nel concludere, auspico che la Chiesa di Haiti sia più che mai una forza spirituale dall’influenza crescente, e questo grazie alla sua unità incrollabile. Per incoraggiarvi in questo importante progetto, imparto di cuore a tutti voi, e ai vostri fratelli e sorelle in tutto il Paese, e soprattutto a quanti soffrono nella carne e nello spirito, la mia benedizione apostolica.

 



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