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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AD UN CONVEGNO PROMOSSO DAL VICARIATO

Giovedì, 22 aprile 1993

 

1. Sono particolarmente lieto di incontrare e di salutare voi, partecipanti al Convegno di studio e promozione per le nuove chiese di Roma, qui convenuti sotto la guida del Signor Cardinale Camillo Ruini, mio Vicario Generale nell’Urbe, accompagnati dal Signor Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo di Bologna, e da Mons. Dionigi Tettamanzi, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana. L’argomento sul quale vi state impegnando richiama alla mente le parole dell’apostolo Paolo nella seconda Lettera ai Corinzi: «Noi siamo il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: “Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio ed essi saranno mio popolo»” (2 Cor 6, 16). Le parole dell’Apostolo alludono alla presenza di Dio nelle singole anime, in forza dell’adozione attraverso la grazia battesimale, ma si riferiscono anche alla sua divina presenza nella comunità dei salvati, il santo Popolo di Dio. Il Concilio Vaticano II, descrivendo la Chiesa, ha fatto suo questo concetto, che è complementare a quello di Mistico Corpo di Cristo, ed ha aiutato il popolo fedele a prendere coscienza di questa realtà: di essere cioè una comunità in cammino verso la patria celeste, una comunità interiore ed esteriore, caratterizzata dal legame con Cristo, attraverso l’unione con i legittimi pastori da lui stabiliti.

2. Com’è noto, la cellula più antica e tuttora valida di aggregazione del Popolo di Dio è costituita dalla parrocchia, una realtà prevalentemente territoriale, nella quale confluiscono tutti i membri della comunità, senza distinzione alcuna, in spirito di fraternità, di spirituale uguaglianza e di generosa collaborazione, secondo i carismi e gli incarichi di ciascuno. In essa spicca la funzione del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, ma anche quella degli organismi di partecipazione dei laici, quella delle famiglie, delle associazioni, dei gruppi, dei movimenti ecclesiali, delle famiglie religiose esistenti sul territorio. L’elemento funzionale visibile che caratterizza la parrocchia è costituito dalla chiesa parrocchiale e dalla casa canonica: la prima come casa di Dio e della comunità per gli atti di culto pubblico e le seconda come residenza dei sacerdoti e luogo per lo svolgimento di multiformi attività pastorali. In tutto l’orbe cattolico, dalle grandi città alle campagne, dai luoghi attrezzati alle lande sperdute di paesi ancora privi di infrastrutture avanzate, la chiesa parrocchiale, grande o piccola, maestosa o povera, costituisce il punto di riferimento dei fedeli, per l’evangelizzazione, il culto pubblico e l’organizzazione della carità.

3. La nostra Città è una metropoli moderna, nella quale, accanto alle chiese antichissime e memorabili, lo sviluppo degli insediamenti ha imposto in anni recenti la creazione di nuove circoscrizioni parrocchiali e di nuove chiese, per rispondere alle esigenze della popolazione. Con la grazia di Dio e l’aiuto dei fedeli, ben 320 parrocchie dispongono oggi di complessi parrocchiali adeguati alle loro necessità. Ma altre 50 parrocchie, giuridicamente già individuate, attendono che si provveda a dotarle di chiesa e complesso parrocchiale dalle fondamenta. Il Vescovo di Roma non può non ascoltare l’invocazione di tanti suoi figli, che hanno diritto alla pari degli altri di essere dotati di queste essenziali strutture sacre, destinate a far percepire il senso di fraternità a quanti per il Battesimo sono entrati a far parte della famiglia dei figli di Dio. Per questo ho creduto mio dovere invitare voi, persone di chiara competenza, a studiare un grande progetto, destinato a dotare Roma delle mancanti 50 chiese parrocchiali, entro un termine ragionevole e significativo, qual è quello della celebrazione del solenne Giubileo dell’anno 2000. La comunità cattolica di Roma non può non prendersi cura dei fratelli mancanti ancora della loro chiesa. Non è giusto infatti che quanti godono del beneficio di una parrocchia bene strutturata ignorino o abbandonino a loro stessi coloro che ancora faticano con soluzioni di fortuna per darsi un minimo di vita parrocchiale. Ma anche la Città in quanto tale deve essere sensibilizzata ad apprezzare il segno positivo che nasce in un quartiere, spesso anonimo e indifferenziato, quando vi sorge il tempio di Dio e il luogo di aggregazione dei fedeli. Infine, la comunità dei cultori del bello, degli artisti, degli architetti, dei pittori, degli scultori, erede di una tradizione che ha fatto di Roma uno dei luoghi culturalmente più apprezzati dal mondo intero, non mancherà di sentirsi stimolata ad affinare la ricerca culturale e artistica verso una creatività nell’ambito del sacro che sia nuova e nello stesso tempo rispettosa del significato intrinseco e funzionale dell’edificio sacro, armonicamente collocato nel contesto urbanistico e paesaggistico, con la sua originale unicità di ambiente di culto sacro e di aggregazione religiosa.

4. Il vostro Convegno ha il merito di aver posto allo studio questo grande piano, sotto il profilo pastorale e sociale, non meno che tecnico, artistico, organizzativo ed amministrativo. Io sono certo che la serietà con la quale questi problemi vengono affrontati approderà a un progetto globale, che renderà onore a Dio, ma anche alla città di Roma, e potrà costituire un punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale. Si tratta infatti di coordinare molteplici discipline e di mobilitare disparate forze, affinché convergano a rendere possibile la realizzazione di un così impegnativo disegno.

Le cattedrali e le chiese della cristianità, specialmente dell’età medievale e della riforma cattolica, hanno suscitato memorabili pagine di letteratura, di arte, di spiritualità, di devozione, che le hanno rese note in un raggio enormemente più vasto di quello dei loro diretti fruitori. Mi auguro che il progetto ora al vostro esame possa, con l’aiuto di Dio, avere un uguale e memorabile successo. Sarà anche un modo, questo, per manifestare visibilmente i frutti spirituali del Sinodo pastorale diocesano, che mi accingo a concludere nelle prossime settimane, in unione a tutta la Chiesa di Dio che è in Roma. Noi vogliamo così glorificare Gesù Cristo redentore, nel duemillesimo anniversario della sua nascita, e anche accogliere con una testimonianza significativa i pellegrini che da tutto il mondo confluiranno nella città delle più venerabili memorie apostoliche.

In questa prospettiva vi esorto a perseverare nel vostro impegno e, invocando sul vostro lavoro la divina assistenza, di cuore vi benedico.

 

© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana

 



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