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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
IN OCCASIONE DEL XXV ANNIVERSARIO
DELL
’ENCICLICA «HUMANAE VITAE» DI PAPA PAOLO VI

Venerdì, 26 novembre 1993

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. La commemorazione del XXV anniversario dell’Enciclica Humanae vitae, opportunamente promosso dal Pontificio Consiglio per la Famiglia in collaborazione con l’Istituto per gli Studi su Matrimonio e Famiglia, mi offre l’occasione di rendere ancora una volta omaggio alla memoria del servo di Dio Paolo VI, mio venerato predecessore, che, promulgando questo documento di sì alto valore in uno dei momenti più delicati e ardui del suo Pontificato, ha dimostrato coraggio apostolico, amore per la verità e autentica fedeltà a Dio e all’uomo. Obbedendo, infatti, “a Dio piuttosto che agli uomini” (cf. At 5, 29), egli si è reso interprete della verità integrale dell’uomo, ed ha difeso il senso e la dignità dell’amore coniugale e familiare, alla luce del disegno divino.

Saluto tutti i presenti, con sentimenti di gratitudine verso il Cardinale López Trujillo, che mi ha presentato le tematiche del Corso, e con uno speciale pensiero di apprezzamento verso quanti fra voi sono responsabili dell’insegnamento della morale familiare nelle Facoltà Teologiche e negli Istituti Superiori di teologia.

2. È motivo di conforto constatare come nella Comunità cattolica venga oggi maggiormente riconosciuto il servizio reso all’umanità dal grande Papa, nonostante il carattere esigente della dottrina da lui riaffermata e le forti resistenze da taluni opposte. Lo dimostrano le non poche celebrazioni organizzate per il venticinquesimo anniversario dell’Enciclica, sia in singole diocesi e nazioni sia a livello internazionale.

Tra le iniziative più qualificate v’è senza dubbio questo incontro, che si propone non solo di sviluppare una approfondita riflessione teologica, ma anche di offrire uno specifico contributo all’azione pastorale. La dottrina della Humanae vitae tocca infatti aspetti essenziali dell’esperienza che gli sposi sono chiamati a vivere come propria via di santificazione. Ben comprensibile è, pertanto, una spiccata attenzione pastorale da parte della Chiesa. A tal proposito va ribadito che “il contributo di illuminazione e di approfondimento, che i teologi sono chiamati ad offrire in adempimento del loro compito specifico, ha un valore incomparabile e rappresenta un servizio singolare, altamente meritorio, alla famiglia e all’umanità” (Familiaris Consortio, 31).

3. L’Humanae vitae esorta gli sposi a formarsi una illuminata coscienza della loro dignità e del valore che ha per essi e per la comunità l’esercizio della paternità-maternità responsabile (Humanae Vitae, 10). Questa si colloca nell’ambito di quell’amore che, come afferma il Concilio Vaticano II, “unendo assieme valori umani e divini, conduce gli sposi ad un libero e mutuo dono di se stessi” (Gaudium et Spes, 49). Pertanto, il principio di responsabilità nella procreazione non va interpretato in chiave negativa, quasi come un freno alla generosità dell’amore, ma piuttosto come l’espressione e il frutto stesso della donazione.

È in questo senso che l’Humanae vitae ha prospettato le condizioni di una lecita regolazione della natalità, affermando: “Se dunque per distanziare le nascite esistono seri motivi, derivanti dalle condizioni fisiche o psicologiche dei coniugi, o da circostanze esteriori, la Chiesa insegna essere allora lecito tener conto dei ritmi naturali immanenti alle funzioni generative per l’uso del matrimonio nei soli periodi infecondi e così regolare la natalità senza offendere minimamente i princìpi morali” (HV 16).

4. Tale insegnamento, sempre ribadito sul piano dottrinale, ha poi registrato un’importante conferma da parte della scienza.

Si è avuta, infatti, in questi anni una significativa convalida dei “metodi naturali”, come è stato riscontrato in occasione dell’Incontro internazionale, organizzato nello scorso dicembre dal Pontificio Consiglio per la Famiglia sui metodi naturali di regolazione della fertilità, e in altri Congressi. Molti Organismi Internazionali non confessionali riconoscono ormai la validità di tali metodi per l’esercizio responsabile della procreazione. A maggior ragione, perciò, essi possono e devono essere fiduciosamente proposti da una pastorale familiare attenta ad ogni aspetto di una sana e serena vita coniugale.

5. La portata della Humanae vitae si coglie, inoltre, in tutto il suo spessore alla luce della recente Enciclica Veritatis splendor, che ha sottolineato le esigenze obiettive della legge morale e l’intrinseco rapporto tra verità e libertà. È la verità, come Gesù ammonisce, che rende veramente liberi (cf. Gv 8, 32). Aderendo pienamente al disegno di Dio sul matrimonio, i coniugi non si sentono impoveriti nell’amore, ma al contrario sperimentano la pienezza della loro reciproca dedizione.

A distanza di venticinque anni, l’Humanae vitae risalta così nel suo valore di nuova proposta pedagogica, nella linea di un umanesimo plenario nel quale l’amore coniugale è inteso come donazione totale, fedele e feconda (cf. HV 9).

Le coppie che vivono questa esperienza di fedeltà al piano di Dio quanto alla trasmissione della vita sono ormai molto numerose in tutte le latitudini, anche al di fuori dell’ambito ecclesiale. Esse proclamano con la loro silenziosa e serena testimonianza la piena conciliabilità tra le esigenze inscritte dal Creatore nella natura umana e quelle della persona, tra l’armonia della coppia e il dovuto rispetto al disegno di Dio sulla generazione della vita umana.

6. D’altra parte, le preoccupazioni suscitate dagli inquietanti fenomeni, registrati in questi anni nel campo della procreazione artificiale e delle politiche demografiche, confermano la giusta e salutare posizione della morale cattolica illuminata dalla Rivelazione.

Chi è oggi giustamente preoccupato del rispetto del creato, come potrebbe non chiedere un almeno uguale rispetto quando si tratta della persona e della procreazione umana? Chi è allarmato per gli eccessi nella medicalizzazione della sessualità umana e per le sue possibili manipolazioni, come può non apprezzare la sintonia tra natura umana e persona proposta dalla Chiesa in questo documento profetico del suo Magistero?

Si tratta di saper cogliere, quale orizzonte di autentico progresso, tutte le esigenze di una “ecologia umana” fatta di rispetto per la natura dell’uomo in ogni sua dimensione, nel quadro di una solidarietà attenta ai più deboli ed indifesi. Il problema di questi ultimi, nel grande confronto tra popoli ricchi e poveri, mai potrà essere legittimamente risolto mediante i condizionamenti imposti con le armi del progresso biotecnologico e con la supremazia delle economie forti su quelle deboli. Occorre invece andare incontro a tutte le esigenze di giustizia e di solidarietà che emergono da simili situazioni, partendo dal doveroso rispetto della dignità di ogni persona umana, per quanto povera ed emarginata essa sia. A ciascuno devono essere assicurate condizioni di vita che gli consentano di vivere secondo la legge morale.

7. Carissimi fratelli e sorelle! La Chiesa, fedele all’insegnamento di Cristo, non si stanca di chiedere che a tutti gli sposi, a qualsiasi popolo appartengano, sia concesso di sentirsi “liberi e responsabili collaboratori di Dio Creatore” e che questo possa essere per loro “fonte di grande gioia” (HV 1), pur nelle difficoltà della vita quotidiana.

Sarà cura dei Pastori della Chiesa, degli educatori, degli uomini di scienza, sensibili a tali intramontabili valori, dischiudere ai giovani e alle coppie la ricchezza umana e divina dell’autentico dono di sé, quando la “sessualità viene rispettata e promossa nella sua dimensione veramente e pienamente umana” (FC 32). Tale impegno, che coinvolge credenti e persone di buona volontà, diviene servizio autentico alla difesa dell’uomo e alla promozione della cultura della vita, indispensabile condizione per instaurare nel mondo la civiltà dell’amore e della solidarietà.

Avvalori Iddio gli sforzi che in tale senso vengono costantemente dispiegati nella Chiesa e li renda ricchi di frutti. A ciascuno di voi, carissimi Fratelli e Sorelle, la mia viva gratitudine per il vostro apprezzato contributo.

Accompagno questi miei sentimenti con una speciale benedizione apostolica.

 

© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana

 



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