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RIFLESSIONE DI GIOVANNI PAOLO II
DURANTE LA RECITA DEL SANTO ROSARIO

Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo - sabato, 5 agosto 1995

 

Cinquant’anni or sono, proprio in questi giorni, avvennero le terribili esplosioni atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Fu un evento sconvolgente, che provocò devastazione e morte con conseguenze drammatiche per quelle sventurate popolazioni. La memoria di fatti tanto luttuosi non può non spingerci ad invocare dal Signore la pace e ad operare con ogni impegno per promuoverne l’avvento ed il consolidamento nel mondo.

Non dobbiamo dimenticare! Proprio in questa prospettiva, oggi, nella Basilica Vaticana è stata celebrata una solenne Santa Messa e ora nell’Aula Paolo VI si sta svolgendo una manifestazione commemorativa, alla quale, non potendo intervenire di persona, ho voluto prender parte con uno speciale Messaggio.

“Ricordare Hiroshima è impegnarsi per la pace”, ebbi a dire nel 1981 al “Peace Memorial Park” di quella città. Costruire la pace! Ecco un invito che s’impone con urgenza anche oggi davanti alle varie situazioni di conflitto che causano distruzione e sterminio in non poche parti del mondo. In particolare, come non pensare ai Balcani, dove il rischio di un allargamento della guerra si fa, purtroppo, sempre più minaccioso e incombente?

Invochiamo Maria, Regina della pace, perché tocchi il cuore dei responsabili e li spinga a decisioni di riconciliazione e di pace. Ottenga la Vergine Santa per tutti noi il dono di un cuore nuovo e riconciliato, presupposto indispensabile per la ricerca sincera della pace in ogni luogo e in ogni circostanza.  

Al termine della preghiera mariana il Papa ha ricordato che l’ultima recita del Rosario si è tenuta a Bratislava, durante la visita pastorale in Slovacchia, e la penultima a Bruxelles, durante il viaggio apostolico in Belgio.

 

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