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VISITA ALLA PARROCCHIA DI SANTA MARIA DEL SOCCORSO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 5 marzo 1995

 

Ai bambini

Sia lodato Gesù Cristo!

Vi saluto tutti all’inizio della Quaresima. Sapete cosa vuol dire Quaresima? Quaresima vuol dire quaranta giorni. E un periodo importante di quaranta giorni che ci prepara alla Festa della Pasqua, della Risurrezione.

Questo periodo ci concentra sulla Passione di Gesù, sulla sua sofferenza, sulla sua Croce, perché attraverso questa Passione e questa Croce Gesù è entrato nella gloria della Risurrezione.

Gesù vive in questa gloria della Risurrezione, ma porta sempre in sé la memoria della sua Croce, le ferite della sua crocifissione. E noi celebriamo ogni giorno questa memoria: questa memoria si chiama Eucaristia. Celebriamo il mistero, il Sacramento dell’Eucaristia, del Pane e del Vino, cioè del Corpo e del Sangue di Cristo. E la memoria della sua sofferenza, della sua Passione e della sua Risurrezione.

Vi incontro per primi in questa parrocchia. Sempre i primi che incontro in ogni parrocchia sono i bambini che frequentano l’asilo e le scuole elementari. Lo faccio perché sempre Gesù amava di più i bambini e voleva averli vicini. La parrocchia si avvicina a Gesù nella persona del Vescovo, del Papa, attraverso i bambini.

La parrocchia vuole esprimere attraverso i bambini tutto quello che ha di più bello. Lo abbiamo già sentito nelle parole che ha pronunciato la vostra amica e nelle domande che mi ha fatto. Per esempio quando mi ha chiesto quanti anni ho, dovrei rispondere che ne ho più di voi, niente da fare.

Quando mi ha domandato di quale squadra sono, dovrei dire che non so quali sono le squadre. Ho sentito qualche volta che c’è la Lazio, la Roma, ma sono un po’ categorie astratte per me. Quando avevo la vostra età sapevo meglio i nomi delle squadre. Vedete che voi sapete più del Papa perché sulle squadre voi conoscete tutto esattamente, sapete tutto dei giocatori, come si chiamano. Alla vostra età lo sapevo anch’io.

Ma forse sulla Quaresima dovete imparare qualche cosa dal Papa. Sul mistero di Cristo anche, benché questo mistero è già molto profondamente radicato nella vostra anima, nei vostri cuori, soprattutto attraverso il Sacramento del Battesimo, poi per quelli che sono un po’ più grandi attraverso la Cresima. Certamente il mistero di Cristo è anche radicato in voi attraverso la catechesi. Vi auguro di essere buoni allievi di Cristo attraverso la catechesi.

Auguro alle vostre famiglie, ai vostri genitori, anche ai vostri insegnanti a scuola e ai vostri catechisti, di insegnarvi bene il mistero di Gesù Cristo, tutte le cose necessarie per la vostra educazione, sul mondo, sull’uomo, sulla natura, ma insegnarvi soprattutto bene il mistero di Gesù Cristo perché questo mistero è la chiave per comprendere tutta la realtà.

Vedo che non ridete più. Non sono venuto qui per far perdere il sorriso dei bambini, piuttosto per farlo tornare. Allora torniamo a queste squadre! Vedo che se dico squadra vi faccio ridere subito. Siete buoni e avete un fazzoletto giallo: oggi forse siete una squadra papalina, avete i colori del Vaticano!   

Al Consiglio Pastorale

Dopo la Santa Messa, Giovanni Paolo II incontra i componenti del Consiglio Pastorale parrocchiale. Dopo averli salutati uno ad uno, il Santo Padre ascolta l’indirizzo di omaggio del segretario del Consiglio, quindi pronuncia il seguente discorso.  

Grazie per questa relazione che ci ha presentato molto bene soprattutto due cose: come è stato importante per la Chiesa il Concilio e come è stato importante il Sinodo per la Chiesa di Roma.

Si vede poi come la vostra comunità parrocchiale – soprattutto i laici rappresentati in questo Consiglio Pastorale – ha ben applicato sia il Concilio che il Sinodo diocesano. Lei ha detto un salto di qualità. Sono convinto che c’è un salto di qualità che già si realizza nella Chiesa dappertutto e in diverse dimensioni. A Roma soprattutto i Consigli Pastorali delle parrocchie sono un segno e un esempio di questa applicazione della dottrina e degli orientamenti del Concilio e del Sinodo Romano, che è il seguito del Concilio.

Vi ringrazio per il vostro impegno; vi auguro buoni frutti da questa collaborazione con i vostri pastori, con il Cardinale, con il vostro parroco.

Vi auguro tutto il bene nelle vostre famiglie, in tutto il quartiere. Siate solidali con i vostri fratelli e con le vostre sorelle che vivono qui, condividete le loro ansie le loro speranze, e anche i loro dolori, le sofferenze: questo è essere cristiani perché così era Cristo che si è fatto uomo, Lui Figlio di Dio, per condividere le ansie, le speranze. Non solamente per condividere in modo passivo, ma redimendo, salvando, mostrando la strada. Per questo Cristo rimane sempre dopo secoli, perché è l’unica Figura nella storia dell’uomo che ha orientato la nostra esistenza.

Vi auguro di partecipare durante la Quaresima e la Pasqua al mistero di Cristo e sempre più vi auguro di vedere i vostri impegni e le vostre strade attraverso di Lui.  

Ai giovani

L’ultimo momento della visita pastorale nella parrocchia di Santa Maria del Soccorso è quello con i giovani. L’incontro è introdotto dalle parole di saluto rivolte al Papa da una ragazza di 25 anni.
Queste le parole di Giovanni Paolo II.
 

Quando entro per l’incontro con i giovani molti mi danno la mano. E io ho fatto un’osservazione: quando mi danno la mano guardano verso il fotografo pensando alla fotografia con il Papa.

Penso che questo dare la mano ha un senso più profondo, vuol dire unirsi, essere insieme, prendere la responsabilità in comune. Questo è il profondo senso di questo gesto di dare la mano.

Vi auguro che questo profondo senso del gesto sia scoperto da voi quando vi preparate alla Cresima o anche se già siete stati cresimati. La Cresima vuol dire appunto questo: è il Sacramento in cui si dà la mano al Vescovo cioè alla Chiesa, per condividere i suoi impegni, la sua missione. Prima ho incontrato il Consiglio Pastorale dove si parlava proprio di questo tema: condividere la missione della Chiesa in questo quartiere.

E molto importante per voi, tornando ancora al tema della Celebrazione Eucaristica di oggi, della Liturgia della Parola, il problema delle tentazioni. Nell’omelia ho fatto un’analisi, ma devo dire che la tentazione più pericolosa del mondo odierno è quella di vivere come se Dio non esistesse. Questa è la grande e più profonda tentazione: vivere come se Dio non esistesse.

Vi auguro di vincere questa tentazione che ci invade. Vi auguro specialmente di vincere questa tentazione con la forza della Cresima, con la forza della vita eucaristica, con la forza della comunità ecclesiale. Così avete anche voi un futuro migliore, un futuro degno di quello a cui siete predisposti già dal Battesimo, dalla vostra vocazione cristiana.

Vivete in questa comunità giovanile non solamente qui nella parrocchia ma in tutta Roma in tutta l’Italia, e anche in tutto il mondo come si vede adesso con questi diversi Incontri Mondiali dei giovani. L’ultimo si è svolto a Manila e sono ancora molto impressionato.

Vi auguro una buona Quaresima e una buona Pasqua.

 

© Copyright 1995 - Libreria Editrice Vaticana

 



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