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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI CORIFEI UMBRI DI RITORNO
DA MADRID, BARCELLONA E MONTSERRAT

Sabato, 18 marzo 1995

 

1. Grazie per la vostra visita! Accolgo con gioia tutti voi, carissimi, che recate la Fiaccola Benedettina, proveniente da Madrid, Barcellona e Montserrat.

Porgo un cordiale benvenuto agli Abati di Montecassino, di Subiaco e Norcia. Saluto le Autorità civili presenti, i cittadini delle città benedettine e la delegazione dei tedofori, che rappresentano la schiera di giovani ai quali è affidata la Fiaccola lungo il suo itinerario.

Berlino, Praga, Budapest, Varsavia, Londra, quest’anno Madrid: la Fiaccola Benedettina va tracciando di anno in anno una singolare rete di itinerari, che conducono attraverso il continente europeo alla culla della Famiglia e della spiritualità benedettina, uno dei pilastri portanti della cultura europea. Quest’anno, carissimi, la vostra iniziativa acquista un particolare significato nella prospettiva del Giubileo del 2000: anche la Fiaccola di Benedetto, infatti, invita ad affrettarsi verso la soglia del terzo millennio “tenendo alta la parola di vita” (Fil 2, 16).

Lo spirito che vi anima si ricollega idealmente con quello che spinse, dopo Benedetto, numerosi missionari pellegrini a percorrere le strade d’Europa per annunziare il Vangelo. Penso ai Santi Cirillo e Metodio, a San Colombano, a San Bernardo... Penso al popolo cristiano incamminato sulle vie di Roma e di Santiago de Compostela... Il Cristianesimo è una forza che affratella, che unisce e che rende liberi. Il Vangelo è la forza della vera libertà e della civiltà dell’amore.

2. Guardandovi, carissimi giovani, il pensiero va naturalmente alle Giornate Mondiali della Gioventù, che nell’ultimo decennio han dato vita ad un universale pellegrinaggio giovanile, guidato dalla “croce pellegrina”. Sì: la vostra Fiaccola è imparentata a quella croce: è dalla croce di Cristo che scaturisce la luce dalla libertà, della giustizia, della verità e dell’amore. È la croce di Cristo la fonte di speranza e di pace per tutti i popoli: essa è il segno della vittoria dell’amore di Dio su ogni forma di violenza e di sopraffazione.

A Manila, nel gennaio scorso, i giovani cantavano: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3, 16). Nella sua epoca, Benedetto diceva: “Non anteponete nulla all’amore di Cristo”, affermando con chiarezza il primato assoluto della parola di Dio e dell’amore di Cristo. Egli visse questo ideale in prima persona e lo propose ai suoi seguaci. Anche oggi siamo chiamati ad accogliere quel medesimo invito, un invito singolarmente opportuno nel Tempo quaresimale.

Carissimi, come il Padre ha mandato Cristo, così Cristo invia noi a portare nel mondo il messaggio del suo amore (cf. Gv 20, 21). Ecco la luce di cui l’umanità ha bisogno. Siate voi, giovani, le fiaccole che la recano agli uomini del terzo millennio.

Vi accompagni Maria Santissima e protegga il vostro cammino San Benedetto! A tutti voi, alle vostre Comunità e alle vostre famiglie imparto di cuore l’Apostolica Benedizione.

 

© Copyright 1995 - Libreria Editrice Vaticana

 



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