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VISITA PASTORALE A LORETO

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I GIOVANI NELLA SPIANATA DI MONTORSO

Loreto (Ancona) - Sabato, 9 settembre 1995

 

1. Ho seguito con attenzione i vostri interventi, carissimi giovani qui presenti o collegati con noi grazie alla radio e alla televisione. Grazie per la vostra partecipazione, grazie per le vostre testimonianze di fede e di impegno evangelico, grazie per il vostro entusiasmo.  

Ai giovani che dall’Atlantico agli Urali cercano una “casa comune” io dico: “Ecco la vostra Casa”

Da Loreto questa sera abbiamo compiuto un singolare pellegrinaggio dall’Atlantico agli Urali, in ogni angolo del Continente, dovunque si trovano giovani in cerca di una “casa comune”. A tutti dico: ecco la vostra Casa, la Casa di Cristo e di Maria, la Casa di Dio e dell’uomo! Giovani dell’Europa in marcia verso il 2000, entrate in questa casa per costruire insieme un mondo diverso, un mondo in cui regni la civiltà dell’amore!

Voi siete nella primavera della vita, e vi scoprite alberi in fiore, chiamati a diventare carichi di frutti. Questi anni che segnano il tramonto del secondo millennio sono caratterizzati da un vero incalzare di sfide e di domande, di stimoli e di attese. È il tempo della vostra giovinezza. Sappiate apprezzare le singolari opportunità che ogni giorno vi si offrono. Nonostante i suoi problemi, questo è un tempo straordinario, un “momento favorevole”, nel quale ciascuno deve sapersi assumere appieno le proprie responsabilità: personali e sociali.

Non dimenticate, per questo, quali sono le vostre radici. L’albero che vuole crescere e portare frutti, deve con le sue radici attingere alimento dal terreno buono. Giovani d’Europa, il Vangelo è questo terreno in cui porre le radici del vostro avvenire! Nel Vangelo vi si fa incontro Cristo. Scoprite e gustate la sua amicizia, invitatelo ad essere vostro compagno nel viaggio di ogni giorno. Egli solo ha parole di vita eterna (cf. Gv 6, 68).  

Vogliamo consegnare al nuovo millennio un Continente che continui a cercare nel Vangelo il principio ispiratore

2. Giovani, speranza dell’Europa! Mi piace vedervi così, nella cornice di questo suggestivo incontro che accomuna, grazie anche ai moderni mezzi di comunicazione, città e paesi di culture diverse. Di recente, la caduta di storiche barriere ha fatto sognare un nuovo mondo di libertà e di fratellanza. Gli eventi successivi, purtroppo, in non pochi casi hanno smentito le attese. Ma la sfida resta urgente ed impegnativa. Nessuno ceda allo scoraggiamento. Nessuno si sottragga al compito di costruire un’Europa fedele alla sua nobile e feconda tradizione civile e spirituale. Noi vogliamo consegnare al nuovo millennio un Continente che continui a cercare nel Vangelo il principio ispiratore della convivenza nella libertà e nella solidarietà.

Quante volte l’Europa, in passato, si è trovata ad affrontare travagliati periodi di trasformazione e di crisi: sempre li ha superati traendo linfa nuova dall’inesauribile riserva di energia vitale del Vangelo. Così fu, ad esempio, all’epoca di san Benedetto. Ed oggi, in un contesto ormai planetario, occorre andare ancor più in profondità, operando una nuova sintesi tra valori e bisogni, tra fede e cultura, tra Vangelo e vita. Ma per questo sono necessari il coraggio e l’audacia di autentici credenti, pronti a resistere ad ogni tentazione e decisi a divenire intrepidi operatori di giustizia e di pace.

Respingete le ideologie ottuse e violente, tenetevi lontani da ogni forma di nazionalismo esasperato e di intolleranza

3. Giovani al servizio della vita e costruttori di pace. A poche centinaia di chilometri da qui, sull’altra sponda del Mare Adriatico, ogni giorno si continua a morire per le strade e nelle piazze, oltre che sui campi di battaglia. Muoiono donne e vecchi, mentre fanno la fila per un po’ d’acqua o di pane. Muoiono bambini, raggiunti dal piombo omicida nel mezzo dei loro giochi innocenti.

Quanti vostri coetanei tra le vittime di tale tragedia! Quante vite spezzate! Si parla continuamente di pace, ma non si smette di fare la guerra. La vecchia Europa ben conosce questa realtà disumana. La generazione alla quale appartengo era giovane durante la seconda guerra mondiale, della cui fine abbiamo da poco commemorato il 50 anniversario. La mia generazione, giovane di settantacinque anni. Ma anche la vostra generazione conosce il dramma di interminabili conflitti.

Cari giovani, respingete le ideologie ottuse e violente; tenetevi lontani da ogni forma di nazionalismo esasperato e di intolleranza. A voi è affidata “la missione di aprire nuove vie di fratellanza tra i popoli, per costruire un’unica famiglia umana, approfondendo la legge della reciprocità del dare e del ricevere, del dono di sé e dell’accoglienza dell’altro” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII/1 [1995] 1248).

Tocca a voi diffondere la feconda “cultura del Vangelo”, dove Cristo “vivo ieri, oggi e sempre” si fa risposta concreta alle domande essenziali del cuore inquieto dell’uomo. Siate voi stessi risposte viventi di Cristo, avendo il Vangelo come regola fondamentale d’ogni vostra azione e d’ogni vostro desiderio. Scriverete così pagine inedite di nuova evangelizzazione per questo nostro tempo, specialmente fra i vostri coetanei.  

Siate il cuore di Cristo per amare e pregare, siate le mani di Cristo per lavorare e servire

4. “EurHope”: Europa e Speranza. Avete voluto dare questo titolo all’odierna suggestiva veglia. Nel termine “EurHope” le parole Europa e Speranza si intrecciano inscindibilmente. È un’intuizione bella, ma anche singolarmente impegnativa. Essa esige che voi siate uomini e donne di speranza: persone che credono nel Dio della vita e dell’amore, e proclamano con salda fiducia che c’è futuro per l’uomo.

Voi siete il volto giovane dell’Europa. Il futuro del Continente, come del mondo intero, vi appartiene, se saprete seguire il cammino che Cristo vi indica. Il segreto è lo stesso di sempre: è Cristo morto e risorto per la salvezza del mondo; è la Croce di Cristo. Il Papa stasera vi affida questo segreto antico e sempre nuovo: cari giovani, seguite Colui, che “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10, 45). Siate le sue mani e il suo cuore, per i vostri fratelli e le vostre sorelle: il cuore per amare e pregare, le mani per lavorare, costruire e servire.  

Accogliete Maria, oggi e per sempre, in casa vostra!

5. Loreto vuol dire con Maria verso il 2000. Non possiamo terminare questo nostro dialogo senza guardare alla Vergine Santa, “segno di sicura speranza e consolazione” (Lumen Gentium, 68). Giovani dell’Europa intera, vi affido a Maria additandola al vostro amore. AccoglieteLa, oggi e per sempre, in casa vostra! Come Lei, Maria, vi accoglie oggi e domani nella sua Casa di Loreto.

Qui, nel Santuario di Loreto, da sette secoli la Vergine continua silenziosamente a vegliare e a operare, come faceva nella Casa di Nazaret. Il suo stile è quello dell’umiltà, della fedeltà, del servizio. È lo stile di Nazaret, lo stile di Loreto. Fatelo vostro! Imitando Lei, sperimenterete la gioia e la pace che sono dono dello Spirito Santo. Insieme a Lei, potrete accingervi con coraggio a costruire l’Europa della speranza, fedele alle proprie radici, terra di accoglienza, di solidarietà, di pace per tutti.

Ringraziamo perché la pioggia è stata ieri.  

Il Santo Padre ha poi aggiunto:  

Carissimi giovani! A voi, convenuti numerosi qui a Montorso, e a tutti voi, uniti in questo momento con noi mediante la radio e la televisione, giunga il mio caloroso saluto! Loreto, cittadella di Maria, in questi giorni assume il volto di capitale spirituale dei giovani dell’Europa. Il Santuario della Santa Casa, di cui celebriamo quest’anno il settimo centenario, si trova oggi come al “centro” di questo Continente antico e nuovo da voi chiamato “EurHope”: Europa-speranza. Loreto è così diventato il Santuario della Speranza.

Da qui, stasera, il nostro incontro si allarga fino ad abbracciare l’intero Continente. Per questo siamo collegati con alcuni luoghi particolarmente significativi. Vi saluto, giovani di Belfast, di Parigi, di Santiago de Compostela, giovani della Lituania, radunati presso la Collina delle Croci, giovani di Dresda, città ricostruita dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale. Con particolare affetto abbraccio voi, giovani di Sarajevo e della ex Jugoslavia! Voi che potete unirvi spiritualmente a questa stupenda celebrazione e voi che non lo potete, a causa dell’isolamento in cui purtroppo vi tiene la guerra: vi siamo vicini, siamo con voi!

Come a Buenos Aires, a Santiago, come a Czestochowa, a Denver, e in questo anno a Manila, siamo numerosi, ma vogliamo formare, con la grazia dello Spirito Santo, un cuore solo e un’anima sola. Provenienti da diverse località ci raccogliamo idealmente tutti nella Casa di Maria, e come lei apriamo il cuore all’ascolto della Parola di Dio, per deporre nella travagliata Europa dei nostri giorni un nuovo seme di speranza.  

Ai giovani raccolti a Belfast

Dear young people of Belfast, it gives me great Joy to see you together in the name of Christ, bearing witness to your common hope of peace. Thank you for this testimony of faith! I assure you of my affection and I encourage you to continue to walk together as brothers and sisters in the Lord.

Ai giovani raccolti a Parigi  

Jeunes de France, je vous salue avec affection, et je vous remercie de votre participation. Que l’Evangile du Christ soit la lumière sur votre route! Nous nous reverrons à Paris en aoüt 1997, à l’occasion de la Journée mondiale des Jeunes. Au revoir!  

Alla gioventù riunita presso il Santuario di Santiago de Compostela  

Queridos Jóvenes de Galicia y de España,

Me siento espiritualmente junto a vosotros, ante la tumba de Santiago apóstol, ¡Mantened encendida la antorcha de la fe, que de los Apóstoles ha llegado hasta vosotros! Muchas gracias por vuestra aportación.  

Ai giovani collegati da Dresda in Germania  

Von Herzen danke ich Euch, liebe Jugendliche, die ihr in der wiedererrichteten Kathedrale von Dresden versammelt seid Euch allen gelten meine besten Segensgrüe. Ihr selbst sollt die Bausteine einer lebendigen und menschenfreundlichen Kirche sein, die allen Raum bietet für Brüderlichkeit und Frieden.

 

 



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