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VISITA PASTORALE IN TUNISIA (14 APRILE 1996)

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE
REGIONALE DELL'AFRICA DEL NORD (CERNA) 

Vescovado di Tunisi - Domenica, 14 aprile 1996

 

Cari Fratelli nell’Episcopato,

1. È con gioia che incontro per la prima volta voi, Vescovi della Conferenza Episcopale dell’Africa del Nord, in questa regione in cui esercitate il vostro ministero pastorale.

Ringrazio Monsignor Fouad Twal, Pastore della Chiesa in Tunisia, per la cortese accoglienza riservatami con tutta la comunità cristiana che in questa terra tunisina rende testimonianza dell’amore universale di Cristo con molta vitalità.

Dieci anni fa ebbi la gioia di compiere la mia prima visita nel Maghreb, a Casablanca. Conservo il ricordo della calorosa accoglienza che mi fu riservata dalle Autorità e dal popolo marocchini. In quell’occasione potei apprezzare il dinamismo delle comunità diocesane del Marocco riunite intorno ai loro Vescovi.

Il mio pensiero si volge naturalmente a voi, cari Fratelli nell’Episcopato, Pastori della Chiesa in Algeria. Con voi, permettetemi di menzionare anche il venerato Cardinale Duval, una grande figura della Chiesa e del vostro Paese. A ognuno di voi e a ognuno dei membri delle vostre comunità rinnovo la mia affettuosa vicinanza in questi momenti così difficili per la Chiesa e per il popolo algerino al quale siete accanto, con grande generosità, talvolta fino al sacrificio della vita. Prego con voi il Signore perché sulla terra d’Algeria giunga rapidamente il tempo della riconciliazione e della pace, nel giusto rispetto delle differenze.

Il mio pensiero si volge anche alla comunità cristiana della Libia e al suo Vescovo, una comunità formata da persone di origine molto diversa, che rende testimonianza del Vangelo con fervore e dedizione, in una società che la accoglie con considerazione. Anch’essa condivide le privazioni imposte al popolo libico da un embargo che colpisce gravemente la vita quotidiana delle popolazioni.

In nome di Cristo desidero inoltre salutare, da Tunisi e attraverso di voi, tutte le comunità cristiane del Maghreb.

2. In occasione di questa mia visita in Tunisia, vorrei incoraggiarvi nel vostro servizio al Vangelo in questa terra dell’Africa del Nord. È dalla Chiesa in questa regione che provengono Cipriano, Perpetua e Felicita, Agostino, i Papi Vittore, Milziade e Gelasio e tante altre figure del cristianesimo dei primi secoli. In questa terra furono molto presto inviati anche i discepoli di san Francesco d’Assisi, di san Domenico o di san Vincenzo de’ Paoli. Più recentemente, dall’esperienza della Chiesa nel Maghreb sono nate le intuizioni missionarie del Cardinale Lavigerie e la spiritualità di Nazaret di Frate Charles de Foucauld. Fin dalle sue origini, la Chiesa in Africa del Nord è stata fonte di una grande ricchezza spirituale per l’intera Chiesa. Oggi voi scrivete una nuova pagina della storia di questa Chiesa, in un contesto molto diverso da quello che hanno conosciuto i vostri Padri nella fede: la pagina del dialogo e della collaborazione fra credenti di religioni diverse. Questa particolare vocazione ecclesiale è anche una ricchezza per la Chiesa universale. Vi incoraggio a condividere con essa ciò che voi scoprite qui dell’opera di Dio.

3. Nella vostra testimonianza, il rapporto con i credenti dell’Islam occupa un posto particolare. Voi fate spesso l’esperienza della vulnerabilità del piccolo gregge e a volte sopportate prove che possono giungere fino all’eroismo. Tuttavia fate anche l’esperienza della gratuità del dono di Dio, che a vostra volta desiderate vivere con tutti. Ciò che voi testimoniate così nella fede vi fortificherà per un rapporto fraterno con i Musulmani sempre più profondo e più spirituale, che vi porterà a scoprire con essi i benefici di Dio, ad accoglierli e a condividerli.

Laddove infieriscono la violenza e la discordia, siate messaggeri della pace che viene da Dio e della riconciliazione, cammino che conduce a Lui. Nessuno può uccidere in nome di Dio, nessuno può accettare di dare la morte a un suo fratello. Con gli uomini e con le donne di buona volontà, costruite vincoli di fratellanza che annuncino il Regno di Dio che viene. Rendete visibile la vostra convinzione che Dio è il Dio della vita, che ricerca la vita dell’uomo e non la sua morte. Malgrado le difficoltà e le incomprensioni, andate incontro ai vostri fratelli e alle vostre sorelle, senza distinzione d’origine o di religione. È il Signore che vi manda presso di loro. "Sapendo che non pochi missionari e comunità cristiane trovano nella via difficile e spesso incompresa del dialogo l’unica maniera di rendere sincera testimonianza a Cristo e generoso servizio all’uomo, desidero incoraggiarli a perseverare con fede e carità, anche là dove i loro sforzi non trovano accoglienza e risposta. Il dialogo è una via verso il Regno e darà sicuramente i suoi frutti, anche se tempi e momenti sono riservati al Padre (cf. At 1, 7)" (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, n. 57).

4. L’incontro con i Musulmani deve andare al di là di una semplice condivisione di vita. Esso deve permettere un’autentica collaborazione. "Egli vuole che gli rendiamo testimonianza nel rispetto dei valori e delle tradizioni religiose proprie di ognuno, lavorando insieme per la promozione umana e lo sviluppo a tutti i livelli" (Giovanni Paolo II, Ecclesia in Africa, n. 66).

Sono a conoscenza dei numerosi impegni delle vostre comunità in opere comuni al servizio dell’uomo. Permettetemi tuttavia di sottolineare qui l’importante ruolo svolto dalle religiose a favore della donna, della sua dignità e del suo posto nella società (cf. Giovanni Paolo II, Vita consacrata, nn. 57-58). Vorrei ribadire qui la mia riconoscenza verso tutte le persone consacrate, i religiosi, le religiose e i laici che nei vostri Paesi si adoperano con tanta generosità per i poveri, per i malati, per le donne, per l’educazione dei giovani, con una fedeltà che a volte li conduce fino al martirio. Attraverso la promozione delle persone e delle comunità umane, essi mettono in pratica la tenerezza di Dio verso tutti gli uomini.

Come ho scritto ancora nell’Enciclica Redemptoris missio, "la Chiesa educa le coscienze rivelando ai popoli quel Dio che cercano, ma non conoscono, la grandezza dell’uomo creato ad immagine di Dio e da lui amato, l’uguaglianza di tutti gli uomini come figli di Dio, il dominio sulla natura creata e posta a servizio dell’uomo, il dovere di impegnarsi per lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini" (n. 58).

5. Nella vostra missione, l’incontro fra le culture occupa un posto importante. La Chiesa guarda con rispetto alle culture di tutti i popoli. Mediante il vostro impegno al servizio dell’educazione, della formazione e degli scambi intellettuali, voi manifestate il rispetto della Chiesa per queste culture che plasmano gli uomini e le donne dei vostri Paesi. L’anno scorso, dinanzi all’Organizzazione delle Nazioni Unite ho affermato che: "il nostro rispetto per la cultura degli altri è radicato nel nostro rispetto per il tentativo che ogni comunità compie per dare risposta al problema della vita umana" (n. 10).

6. Per vivere l’incontro e la collaborazione con gli altri, i cristiani devono avere una fede salda. Sono lieto di constatare la vitalità spirituale delle vostre diocesi nel Maghreb. Per incontrare il prossimo nella verità è necessaria una reale conversione del cuore. Cari fratelli, vi incoraggio a formare comunità che manifestino Cristo perché esse stesse l’hanno incontrato sulla loro strada. Questo tempo di Pasqua ci invita a ricordare che dobbiamo essere prima di tutto testimoni del Risorto, del Cristo vivente di cui facciamo l’esperienza concreta nella nostra esistenza. L’Eucaristia è il bene prezioso che vi viene offerto per costruire comunità autentiche. Siate comunità eucaristiche pronte a vivere ogni giorno la vostra offerta "in memoria del Signore". Che i cristiani trovino il tempo per adorare il Signore, l’Altissimo, che si è fatto uno di noi perché tutti abbiano la vita! Allora voi potrete essere assemblee fraterne che riveleranno agli occhi degli uomini cosa sono "il mondo nuovo, la terra nuova" che noi attendiamo, il cui germe e il cui inizio sono nel Mistero pasquale di Cristo.

Non abbiate paura di essere una Chiesa che si irradia, nel rispetto delle altre tradizioni umane e spirituali, pur rivelando chiaramente e senza timore cosa è. Esprimere ciò che è diventato mediante il battesimo è per il cristiano un arduo compito.

7. Chiesa di Cristo nel Maghreb, voi fate anche parte della Chiesa che è in Africa. A tale titolo avete partecipato all’Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. È stata per voi l’occasione di una condivisione con i Pastori delle altre Chiese locali di questo continente. Con essi voi assumete una stessa responsabilità, quella di annunciare la Buona Novella agli uomini e alle donne di questo continente. Voi dovete affrontare questioni comuni, in particolare l’incontro con i credenti dell’Islam. Giovani africani si stanno formando nelle università dei vostri Paesi, altri sono di passaggio per ragioni di lavoro o di viaggio. Vi esorto a sviluppare gli scambi fra le Chiese del continente, in particolare prospettando una solidarietà più grande per una condivisione del personale apostolico. L’Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in Africa è ormai per voi la Carta della vostra missione comune al servizio del Vangelo.

Voi desiderate concretizzare questa solidarietà con le altre comunità cristiane, anche con le Chiese del Medio Oriente che, come voi, sono presenti in società a maggioranza musulmana e con le quali avete affinità culturali. Vi incoraggio a sviluppare questi vincoli fraterni, a promuovere scambi d’esperienze e a favorire gli incontri e le collaborazioni fra le persone impegnate al servizio del Vangelo in questa regione.

8. Per concludere, vi invito a guardare al futuro con fiducia. Pur restando un piccolo gregge fragile, voi siete la Chiesa di Cristo su questa terra dell’Africa del Nord. È solo in Lui che dovete riporre la vostra speranza. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo lungo le difficili vie del Vangelo. Che Dio vi dia l’audacia dei testimoni della Buona Novella, che vi aiuti a scrutare le misteriose vie dello Spirito, per lasciarvi guidare da Lui alla verità tutta intera (cf. Gv 16, 13); (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, n. 87)!

Alla sollecitudine materna della Vergine Maria, Nostra Signora di Cartagine, Nostra Signora d’Africa, affido il vostro ministero, che esercitate con abnegazione e con coraggio al servizio del popolo di cui siete responsabili. Le affido anche tutte le vostre comunità che vivono generosamente la loro testimonianza in mezzo ai popoli di questa regione. Le chiedo in particolare di essere il vostro sostegno nelle difficoltà e di guidarvi verso suo Figlio. Di tutto cuore imparto la mia Benedizione Apostolica su voi, sui sacerdoti, sui religiosi, sulle religiose e su tutti i fedeli delle vostre Diocesi.

 



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