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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO ORGANIZZATO
DAL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA
E DAL PONTIFICIO ISTITUTO PER STUDI
SU MATRIMONIO E FAMIGLIA

Giovedì, 9 maggio 1996

 

Signor Cardinale,
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
Fratelli e Sorelle nel Signore!

1. Sono lieto di accogliervi per questa Udienza in occasione del Congresso col quale avete voluto sottolineare una ricorrenza per voi - ed anche per me - tanto significativa.

Saluto e ringrazio il Cardinale Alfonso López Trujillo che, nell’interpretare i vostri sentimenti di affetto e di devozione, ha pure illustrato la particolare ragione di questo nostro incontro. Saluto poi Mons. Angelo Scola, attuale Preside del Pontificio Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia, e Mons. Carlo Caffarra, che lo è stato per molti anni prima di lui. Con loro saluto sia i Docenti dell’Istituto che gli Officiali del Pontificio Consiglio per la Famiglia, intervenuti a questa Udienza. Per loro tramite il mio saluto si estende a tutti coloro che in qualche modo contribuiscono alla vita dei due Organismi, di cui oggi ricordiamo il XV anniversario di costituzione.

2.

I fatti sono noti. Il mio predecessore Paolo VI scelse la famiglia come tema del Sinodo ordinario del 1980. Una scelta riconfermata successivamente da me e attuata con grande profitto per tutta la Chiesa. Tra i frutti più immediati che ne scaturirono vi fu, nel 1981, la creazione sia del Pontificio Consiglio per la Famiglia che dell’Istituto per studi su matrimonio e famiglia. Il trascorrere degli anni ha mostrato quanto opportuna sia stata tanto l’una quanto l’altra istituzione per venire incontro alle sfide rivolte nel nostro tempo alla famiglia. Si tratta di due Istituzioni sotto vari aspetti complementari tra loro, chiamate a svolgere un servizio particolarmente rilevante per la vita della Chiesa in questa fine di secolo e di millennio.

Magna Charta del Pontificio Consiglio per la Famiglia è sicuramente l’Esortazione Apostolica Familiaris consortio: essa è stata il punto di riferimento costante della sua attività di promozione pastorale della famiglia. Le riflessioni dei Padri sinodali hanno offerto una messe ricchissima di indicazioni e di prospettive pastorali, sottolineando come soggetti principali dell’apostolato familiare siano le famiglie stesse, alle quali deve quindi andare tutto l’appoggio dei Pastori.

3.

Nell’attuazione di queste linee pastorali il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha avuto, in questi anni, come interlocutori primari i Vescovi e le Conferenze Episcopali; insieme con loro ha cercato di promuovere una pastorale d’insieme centrata sulla famiglia. Diventa infatti sempre più chiaro che una pastorale settoriale non basta: la famiglia deve essere posta al centro dei piani diocesani o nazionali, perché "l’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia" (Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, 86).

Come non vedere indicata in questa espressione della Familiaris consortio tutta la rilevanza storica, politica, sociale delle famiglie per l’intera umanità? Possono i popoli attendersi un domani sereno se la famiglia subisce colpi distruttivi che impediscono la sacra missione dei genitori? Occorre oggi più che mai stimolare le famiglie affinché scoprano le risorse e le energie di cui sono portatrici e si facciano protagoniste responsabili del loro destino.

La centralità della famiglia è apparsa in modo concreto in occasione dell’Anno Internazionale della Famiglia, durante il quale si è presa più acuta coscienza del fatto che, nella difesa dei valori primordiali umani e cristiani della società, la famiglia resta elemento decisivo. Recenti vicende, purtroppo, ci hanno messo di fronte al paradosso di istanze pubbliche, a cui spetterebbe il compito di difendere la famiglia come prima cellula della società, che assumono invece decisioni atte piuttosto a minacciarla e a distruggerla.

4.

Gli altri interlocutori del Pontificio Consiglio per la Famiglia, oltre ai Vescovi e alle Conferenze Episcopali, sono i movimenti, i gruppi e le associazioni che hanno come finalità la difesa della famiglia e della vita. È veramente provvidenziale che oggi sorgano nella Chiesa tante iniziative con questi scopi. Non vi è forse in questo la conferma dell’intuizione, fatta propria dalla Familiaris consortio, secondo cui le famiglie stesse devono sentirsi chiamate ad essere le vere protagoniste dell’evangelizzazione delle famiglie?

Ecco la ragione per cui, spinto anche da tante esperienze fatte nel mio precedente ministero sacerdotale ed episcopale, ho voluto incoraggiare questo necessario lavoro con le famiglie, invitando a farne il centro della pastorale nelle parrocchie, nelle diocesi, nelle stesse Conferenze Episcopali. Per questo stesso motivo, col Motu proprio Familia a Deo instituta, ho trasformato il precedente Comitato in Pontificio Consiglio per la Famiglia e sono lieto di constatare come esso svolga con dinamica intraprendenza il lavoro che, come Successore di Pietro, ho voluto affidargli.

5.

A questa attività pastorale occorreva pure offrire l’apporto di un impegno di approfondimento accademico impostato con rigore scientifico. Proprio per questo è stato creato l’"Istituto per studi su matrimonio e famiglia". È certamente di grave ed urgente necessità oggi la formazione sistematica dei pastori in queste materie secondo una visione corretta dell’antropologia umana, illuminata dal Vangelo. Tra queste materie i trattati su matrimonio e famiglia traducono, nella vita ordinaria degli uomini, le verità che ispirano la visione cristiana dell’uomo. Perciò occorreva dare alla pastorale familiare un sostegno filosofico-teologico che reagisse alla visione atea e materialista della vita. Occorreva un Istituto a livello superiore dove gli allievi ricevessero una preparazione specifica per poter, a loro volta - sia come professori sia come animatori della pastorale familiare nelle diverse aree geografiche - contribuire ad arricchire la vita dei fedeli facendo loro scoprire la vocazione alla santità dei coniugi e degli altri membri della famiglia.

A quindici anni dalla sua fondazione è giusto riconoscere che l’Istituto per studi su matrimonio e famiglia ha ampiamente superato la prova. In esso gli allievi, oltre ad acquistare una formazione dottrinale a livello universitario nelle diverse discipline, hanno l’opportunità di compiere una ricerca per la laurea in un tema specifico, traendone maturità scientifica quale s’addice a futuri operatori pastorali e docenti.

Non a caso la nuova istituzione universitaria è andata espandendosi, in questi anni, con la creazione di numerose filiali in diversi Paesi e continenti. È stato così facilitato l’accesso degli studenti e si è inoltre resa possibile una maggiore vicinanza ai problemi concreti delle distinte aree geografiche, pur conservando unità di intenti e di direzione grazie alla disponibilità di un corpo di professori che garantisce la solidità dottrinale dell’insegnamento e la sua fedeltà al Magistero della Chiesa.

Sono molte finora le diocesi che hanno beneficiato di sacerdoti e di studenti formati in questo Istituto, ed è auspicabile che anche altri Vescovi rafforzino la pastorale familiare delle loro diocesi inviando studenti all’Istituto così da poter domani disporre di collaboratori competenti in quest’area centrale della pastorale. È motivo di conforto vedere quante diocesi si stiano aprendo ad una pastorale più partecipata e in consonanza con le sfide attuali.

6.

Vada quindi un riconoscimento cordiale a tutti voi che avete lavorato in questi anni, raccogliendo frutti così promettenti. A voi rivolgo, al tempo stesso, un caldo incoraggiamento a continuare la vostra opera in un campo tanto importante per il bene della Chiesa.

Affido a Maria Santissima, Regina della famiglia, il vostro impegno e quello di tutti i vostri collaboratori. A Lei chiedo di accompagnare con la sua protezione i vostri sforzi e di renderli fecondi per il bene delle singole famiglie, della Chiesa e della stessa società.

Con questi voti a tutti imparto, in pegno di costante affetto, una speciale Benedizione.

 

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