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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL XV CAPITOLO GENERALE
DEI MISSIONARI COMBONIANI DEL CUORE DI GESÙ

Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo - Giovedì, 25 settembre 1997

 

Al Reverendissimo Padre
Manuel Augusto Lopes Ferreira
Superiore Generale
dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

1. Mi rivolgo con gioia a Lei in occasione del Capitolo Generale, che costituisce un momento privilegiato di approfondimento e di crescita della vita di codesta Famiglia religiosa, e colgo volentieri l'occasione per esprimerLe felicitazioni ed auguri per l'impegnativo compito a cui è stato chiamato dalla fiducia del Confratelli. Il Signore L'assista nell'adempimento del nuovo incarico, nel quale L'accompagna la mia preghiera.

Saluto, altresì, i Membri del Consiglio generale ed i partecipanti all'assemblea capitolare. Auspico di cuore che gli intensi lavori di questi giorni producano abbondanti frutti di bene nella Comunità comboniana a favore dell'attività missionaria della Chiesa. Estendo il mio affettuoso saluto a tutti i Missionari comboniani, che operano, spesso in condizioni difficili, in quattro continenti, e li incoraggio a proseguire con generosa fedeltà nel loro impegno di missione "ad gentes".

Il XV Capitolo Generale si svolge tra due momenti significativi della vita del vostro Istituto: il primo è la beatificazione del Fondatore, Mons. Daniele Comboni, che ho avuto la gioia di elevare alla gloria degli altari lo scorso anno; il secondo è la celebrazione del Grande Giubileo dell'anno 2000, la cui preparazione coinvolge ogni componente del Popolo di Dio. Questi due avvenimenti stimolano la vostra Congregazione religiosa ad approfondire il proprio carisma, per proiettarsi con rinnovato slancio nell'opera dell'evangelizzazione, nella prospettiva del terzo millennio cristiano.

2. Mentre con gioia lodo il Signore per il bene che voi, Missionari comboniani, andate compiendo nel mondo, vorrei esortarvi ad attuare un attento discernimento circa la situazione dei popoli in mezzo ai quali svolgete la vostra azione pastorale. Iddio vi chiama a recare conforto a popolazioni che sono spesso segnate da grande povertà e da sofferenza prolungata e acuta, come ad esempio in Sudan, in Uganda, nel Congo-Kinshasa, nella Repubblica Centroafricana ed in diverse altre parti del globo. Lasciatevi continuamente interrogare dalle difficili situazioni con le quali venite a contatto e cercate di offrire nei modi adeguati la testimonianza della carità che lo Spirito infonde nei vostri cuori (cfr Rm 5, 5).

La vita dei Missionari comboniani, cosparsa di gioie e di dolori, di luci e di ombre, è stata segnata e resa feconda anche in questi ultimi anni dalla Croce di Cristo. Come non ricordare qui i Confratelli che hanno coronato il servizio missionario col sacrificio supremo della vita?

La loro scelta evangelica radicale illumini il vostro impegno missionario e sia d'incoraggiamento per tutti a proseguire con rinnovata generosità nella vostra tipica missione nella Chiesa.

3. Per portare avanti questa non facile missione, occorre una solida e qualificata formazione, sia nella fase iniziale della maturazione vocazionale dei candidati, sia negli anni successivi.

A tale scopo è necessario tenere presente che cresce il numero delle Nazioni dalle quali provengono i giovani Missionari e, allo stesso tempo, non va sottovalutata l'urgenza di una adeguata preparazione di queste nuove leve, perché siano in grado di affrontare i passaggi interculturali caratteristici della missione comboniana. Va considerata, altresì, la necessità di un loro accompagnamento nei primi anni di servizio nel campo missionario, facendo leva sul sostegno che viene dall'esempio e dalla testimonianza di Comboniani maturi.

Si rivela così l'importanza di una formazione permanente, che si rivolga indistintamente a tutti i membri dell'Istituto e sia sempre più vissuta come responsabilità che tocca in primo luogo il singolo religioso e la comunità locale.

4. A partire dalla situazione attuale del vostro Istituto, considerata "al puro raggio della fede", secondo l'insegnamento del beato Daniele Comboni, sarà possibile proporre alcune linee programmatiche, che vi guidino ad incamminarvi verso il futuro con fiducia e con sempre vivo slancio apostolico.

Innanzitutto sappiate raccogliere con gioia i continui stimoli al rinnovamento e all'impegno che provengono dal contatto reale col Signore Gesù, presente ed operante nella missione attraverso lo Spirito Santo. Seguendo una fondamentale intuizione di Mons. Comboni, avrete così a cuore l'approfondimento e la riaffermazione del carisma specifico del vostro Istituto. Ciò non mancherà di spingervi ad aprire l'animo con disponibilità e riconoscenza alla grazia della vostra specifica missione nella Chiesa, che si caratterizza come una vocazione ad gentes e ad vitam.

La consacrazione alla missione dovrà poi esprimersi in una crescente mobilità apostolica, che vi permetta di rispondere con prontezza ed in modo adeguato alle necessità attuali. Ciò vi consentirà di essere operosamente presenti nei nuovi areopaghi dell'evangelizzazione, privilegiando, anche se ciò dovesse comportare dei sacrifici, l'apertura verso situazioni che, con la loro realtà di estremo bisogno, si rivelano come emblematiche per il nostro tempo.

5. Sull'esempio del beato Fondatore, è urgente imprimere nuovo impulso all'animazione missionaria. Sarà soprattutto il fervore apostolico degli stessi Missionari a sostenere le Comunità cristiane a loro affidate, in particolare quelle di recente fondazione. Esse dovranno essere da voi incoraggiate a realizzare l'universale vocazione missionaria come parte essenziale della loro identità, coinvolgendosi in quella "solidarietà pastorale organica" che ho indicato nell'Esortazione apostolica Ecclesia in Africa (cfr Giovanni Paolo II, Ecclesia in Africa, n. 131).

Nello sforzo di riqualificazione dello stile del servizio missionario, occorrerà privilegiare alcuni elementi oggi significativi, quali la sensibilità all'inculturazione del Vangelo, lo spazio dato alla corresponsabilità degli operatori pastorali, la scelta di forme semplici e povere di presenza tra la gente. Attenzione speciale meritano il dialogo con l'Islam, l'impegno per la promozione della dignità della donna e dei valori della famiglia, la sensibilità per i temi della giustizia e della pace.

6. Lo sforzo di rinnovamento dell'Istituto abbraccia necessariamente la sollecitudine amorevole per la situazione di ogni singolo religioso, affinché la sua consacrazione missionaria possa essere sempre più sorgente di incontro vivificante e santificante con Gesù, il cui Cuore trafitto è fonte di consolazione, pace e salvezza per tutti gli uomini.

In tale prospettiva, è decisivo approfondire le radici mistiche della vocazione comboniana. Potrete così nutrirvi della vostra specifica spiritualità ed offrirla come dono prezioso a tutti coloro che avvicinate nel servizio pastorale. Come ho ricordato in occasione della beatificazione di Daniele Comboni, "dalla contemplazione della Croce e dalla devozione al Sacro Cuore di Gesù, il vostro beato Fondatore seppe trarre sostegno e forza per affrontare ogni prova . . . La sua indefessa opera missionaria era sostenuta dalla preghiera, nella quale egli indicava il primo mezzo di evangelizzazione e di animazione missionaria" (Giovanni Paolo II, Messaggio ai Padri comboniani, 18 marzo 1996: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XIX, 1 (1996) 576).

Auspico che gli orientamenti elaborati dal Capitolo Generale guidino l'intero Istituto a proseguire con generosità e determinazione sulla via tracciata dal Fondatore e seguita con eroico coraggio da tanti Confratelli.

Con tali sentimenti, mentre invoco la celeste protezione di Maria, Regina delle Missioni, e del Beato Daniele Comboni, di cuore imparto ai Delegati capitolari ed all'intera Famiglia comboniana una speciale Benedizione Apostolica.

          

© Copyright 1997 - Libreria Editrice Vaticana



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