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DISCORSO DEL SANTO PADRE
 GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALLA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO
DELLA PASTORALE PER GLI OPERATORI SANITARI 

9 marzo 1998

 

1. Sono lieto di questo incontro che si svolge in occasione della quarta Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari. Saluto il vostro Presidente, Mons. Javier Lozano Barragán, e lo ringrazio per le cordiali parole con cui ha espresso, insieme con i comuni sentimenti di affetto, la vitalità e l'impegno del vostro giovane Dicastero.

Saluto pure tutti voi, carissimi Membri, Officiali e Consultori del Pontificio Consiglio, che siete intervenuti a questa Udienza. Attraverso di voi il mio pensiero si estende con grato apprezzamento a tutti i sacerdoti, i religiosi, i medici, gli scienziati, i ricercatori, e quanti, con sensibilità umana ed ecclesiale, sono impegnati secondo le rispettive competenze nel complesso mondo della salute.

2. Impegnative sono le tematiche che intendete affrontare nel corso di queste giornate di studio, nelle quali dedicherete un attento esame ai problemi ed alle sfide che il vasto ambito sanitario pone sul piano della pastorale della salute.

Questi primi tredici anni di attività hanno visto l'alacre e dinamico impegno del Dicastero in un settore delicato e spesso travagliato ed hanno confermato la necessità e l'urgenza del servizio ecclesiale che esso svolge. Guardo con gratitudine alle molteplici realizzazioni che, per la vostra costante premura, si sono potute attuare a sostegno dell'ammirevole disponibilità, qualche volta eroica, di medici, suore, cappellani a servizio dei malati. La pastorale sanitaria, nata dalla carità della Chiesa e testimoniata in modo eminente da molti Santi, tra cui un posto di rilievo occupano san Giovanni di Dio e san Camillo de Lellis, ha conosciuto nei secoli una straordinaria fioritura grazie all'opera di Ordini ed Istituti religiosi dediti al servizio dei malati. Essa è oggi coordinata e promossa dall'Organismo di cui, a diverso titolo, fate parte. L'ho istituito io stesso nel 1985, affidandolo all'intraprendenza del Cardinale Fiorenzo Angelini, la cui intensa attività desidero ancora ricordare con apprezzamento e gratitudine.

3. Nel raccogliere e continuare questa preziosa eredità, voi vi siete fatti carico, con senso di responsabilità e di amore, dei compiti che il Documento istitutivo assegna al Dicastero. Voi seguite, pertanto, con sollecitudine le difficili problematiche della salute, aiutando coloro che si pongono al servizio di malati e di sofferenti, affinché la loro opera risponda sempre meglio alle esigenze emergenti in questo delicato campo. Vi preoccupate, in particolare, di offrire la vostra collaborazione alle Chiese locali per far sì che agli operatori sanitari sia assicurata un'adeguata assistenza spirituale insieme con la possibilità di una seria conoscenza della dottrina della Chiesa circa gli aspetti morali della malattia ed il significato del dolore umano. Il vostro Dicastero segue, inoltre, con attenzione i problemi teorici e pratici della medicina, nonché gli sviluppi in campo legislativo della normativa sanitaria, nell'intento di salvaguardare in ogni situazione il rispetto per la dignità della persona.

Purtroppo la benefica azione di protezione e di difesa della salute trova ostacoli non solo nei molteplici fattori patogeni, antichi e recenti, che insidiano la vita sulla terra, ma qualche volta anche nella mentalità e nel comportamento degli uomini. La prepotenza, la violenza, la guerra, la droga, i sequestri di persona, l'emarginazione degli immigrati, l'aborto, l'eutanasia, sono attentati alla vita che dipendono dall'iniziativa umana. Le ideologie totalitarie, che hanno degradato l'uomo ad oggetto, calpestando ed eludendo i diritti umani fondamentali, trovano preoccupanti riscontri in certe strumentalizzazioni delle potenzialità biotecnologiche, che manipolano la vita in nome di un'ambizione smisurata di dominio che deforma aspirazioni e speranze, moltiplicando inquietudini e sofferenze.

4. "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10,10): la Chiesa, che custodisce e diffonde il messaggio della salvezza, considera suo programma questa vivida e stimolante affermazione di Gesù. Nella difesa della salute dell'uomo, che è vostro programma, trova eco questa missione.

Il concetto di salute non può limitarsi a significare soltanto l'assenza di malattia o di momentanee disfunzioni organiche. La salute investe il benessere di tutta la persona, il suo stato biofisico, psichico e spirituale. In qualche modo, quindi, essa abbraccia anche il suo adattamento all'ambiente in cui vive ed opera.

"Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10, 10). Gli obiettivi che voi perseguite - come, ad esempio, la tutela della dignità della persona nella sua vita fisica e spirituale; la promozione di studi e ricerche in campo sanitario; la stimolazione di adeguate politiche sanitarie; l'animazione della pastorale ospedaliera -sono il riflesso sul piano operativo del compito che Gesù ha trasmesso alla sua Chiesa: servire la vita! Non posso che incoraggiarvi nell'adempimento di questo impegno.

5. L'Incarnazione del Verbo ha sanato ogni nostra debolezza e nobilitato la natura umana, elevandola a dignità soprannaturale e facendo del popolo dei redenti, grazie all'azione dello Spirito Santo, un solo corpo e un solo spirito. Proprio per questo ogni atto di assistenza all'uomo malato, sia in strutture sanitarie d'avanguardia, sia in quelle semplici di Paesi in via di sviluppo, se fatto con spirito di fede e con delicatezza fraterna, diventa in un senso molto vero un atto di religione.

La cura degli infermi, se svolta in un contesto di rispetto della persona, non si limita alla terapia medica o all'intervento chirurgico, ma mira a guarire integralmente l'uomo, restituendolo all'armonia di un interiore equilibrio, al gusto della vita, alla gioia dell'amore e della comunione.

A questo mirano, nel complesso e variegato mondo della santità, anche le attività del vostro Dicastero, in collaborazione con gli analoghi centri pastorali delle Chiese locali, che coordinano il servizio dei cappellani e delle suore ospedaliere, insieme con la generosa disponibilità del volontariato. Il fine comune è il rispetto della vita di ogni persona che, pur se menomata nelle sue funzioni e nella sua integrità organica, conserva intatta l'umana dignità che le è propria.

6. Auspico di cuore che nel lavoro dei prossimi giorni giungiate a formulare opportuni programmi operativi. E' questa la strada per realizzare le finalità istitutive del Pontificio Consiglio, che non mancherà di svolgere un suo specifico ruolo nel tempo di preparazione al "Grande Giubileo dell'Anno Duemila". I fedeli saranno così aiutati a prendere coscienza che "nella sofferenza si nasconde una particolare forza che avvicina interiormente l'uomo a Cristo" (Lett. ap. Salvifici doloris, 26). La sofferenza dell'essere umano, così trasformata nel mistero della sofferenza del Redentore, diventa "l'insostituibile mediatrice ed autrice dei beni, indispensabili per la salvezza del mondo" (ibid., 27).

Continuate ad offrire alle Conferenze Episcopali Nazionali e a tutti gli Organismi impegnati nella pastorale sanitaria il vostro intelligente servizio, e lo Spirito Santo "che, con la sua forza e mediante l'intima connessione delle membra, produce e stimola la carità tra i fedeli" (Cost. dogm. Lumen gentium, 7), continuerà a manifestarsi alla Chiesa, all'inizio del suo terzo millennio, quale "agente principale della nuova evangelizzazione" (Lett. ap. Tertio millennio adveniente, 45).

Affidando questi voti alla Vergine Santissima, che dopo l'Annuncio dell'Angelo concretizzò la sua immediata disponibilità con un servizio alla vita verso la cugina Elisabetta, prossima alla maternità, vi imparto di cuore la mia affettuosa Benedizione, che estendo volentieri a quanti con voi collaborano per rendere sempre più efficiente ed umano il servizio alle persone provate dalla malattia.

       

  © Copyright 1998 - Libreria Editrice Vaticana



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