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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA
DELLE ABBADESSE DELL’ORDINE CISTERCENSE 

25 settembre 1998

 

Care Sorelle Abbadesse dell’Ordine Cistercense!

1. Mi è particolarmente gradito rivolgermi quest’oggi a voi, in occasione della vostra seconda assemblea con la quale si conclude una tappa fondamentale del cammino percorso dall’Ordine Cistercense nel rendere pienamente partecipe il ramo femminile nelle strutture di responsabilità e di comunione dell’Ordine stesso.

Nella lettera inviata all’Abate Generale Don Mauro Esteva nella circostanza dell’ultimo Capitolo Generale auspicavo che le vostre deliberazioni valorizzassero il contributo delle Monache alla realizzazione della missione dei Cistercensi nella Chiesa e nel mondo (cfr L’Osservatore Romano, 10 settembre 1995, p.5). Mi compiaccio nel notare che tale obiettivo è stato portato a felice compimento.

E’ stato un cammino prudente, preceduto da approfondita riflessione e confortato anche dalle parole che avevo scritto nella Lettera Apostolica sulla dignità e vocazione della donna, pubblicata in occasione dell’Anno Mariano del 1988. Osservavo, infatti, in quel documento che “la dignità della donna e la sua vocazione - oggetto costante della riflessione umana e cristiana - hanno assunto un rilievo tutto particolare negli anni più recenti” (Mulieris dignitatem, 1).

2. Già da diverso tempo il vostro Ordine aveva intrapreso un itinerario indirizzato a delineare meglio i tratti della propria fisionomia e identità giuridica, anche mediante la partecipazione delle Monache nelle sue strutture di responsabilità e di comunione. In tale cammino si inseriva pure la delicata questione della cooperazione delle Monache all’esercizio della potestà di governo all’interno dell’Ordine stesso.

Questo percorso affondava le sue motivazioni nell’ “accomodata renovatio” della vita religiosa voluta dal Concilio Vaticano II nel decreto Perfectae caritatis (cfr n. 1). Pur considerando il rinnovamento e l’adattamento delle strutture come due aspetti non separabili della medesima realtà, l’Ordine Cistercense ha assegnato al rinnovamento una preminenza ed una funzione ispiratrice e direttrice dell’adattamento, curando però sempre che fosse animato da un reale rinnovamento spirituale.

L’impegno del ritorno alle fonti, sollecitato dal Concilio Vaticano II (cfr Perfectae caritatis, 2), ha sorretto il vostro Ordine nell’approfondimento della propria identità, spingendolo ad una sincera conversione di cuore e di mente. Tale disamina vi ha permesso in seguito di trovare soluzioni nuove, capaci di esprimere più adeguatamente la presenza delle Monache all’interno del vostro Ordine e la partecipazione più diretta alla sua vita e alle sue realtà.

3. Il cammino compiuto si inserisce in questo solco, trovando il proprio fondamento nella Dichiarazione del Capitolo Generale dell’Ordine svoltosi negli anni 1968- 1969 circa gli elementi principali della vita cistercense odierna. L’assise fraterna di allora affermò che “le Monache cistercensi non costituiscono un “secondo ordine” posto accanto al “primo”, quello dei Monaci, ma fanno parte completamente dello stesso Ordine Cistercense (...). Perciò non vi è dubbio che debba essere promossa, sia pur cautamente ma costantemente ed efficacemente, la partecipazione delle Monache alle decisioni che riguardano non solo la loro vita, bensì anche la loro Congregazione o tutto l’Ordine” (n. 78).

Questo stesso documento fondamentale della vostra Famiglia esprime chiaramente quali sono le fonti della vostra vita: il Vangelo e il Magistero della Chiesa, la tradizione monastica, la Regola di San Benedetto, le tradizioni cistercensi, la partecipazione attiva nella vita della Chiesa e della società, l’azione e l’ispirazione dello Spirito Santo (cfr. nn. 3-10).

In ossequio a tali deliberazioni, “cautamente, ma costantemente” il vostro Ordine ha mosso i suoi passi. Nello spazio di trenta anni, grazie anche alla collaborazione della Commissio pro monialibus e al servizio discreto ma efficace della Curia Generale, i Cistercensi hanno “efficacemente” promosso la partecipazione del ramo femminile alle strutture di responsabilità e di comunione.

4. Con la partecipazione delle Monache al Consiglio dell’Abate Generale, al Sinodo dell’Ordine, all’unico Capitolo Generale, come ad ogni altra forma di collaborazione e di servizio all’interno della vostra Famiglia, la dignità della donna e le manifestazioni del “genio femminile” trovano oggi nell’Ordine Cistercense la possibilità di essere riconosciute, valorizzate e messe a frutto, per la gloria di Dio e a comune vantaggio della Chiesa e dell’umanità, specialmente nel contesto odierno.

A ragione si può ben applicare a voi, care Sorelle claustrali, quanto affermò il Concilio Vaticano II nell’indirizzarsi alle donne: “Viene l’ora, l’ora è venuta, in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l’ora nella quale la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere finora mai raggiunto. E’ per questo, in un momento in cui l’umanità conosce una così profonda trasformazione, che le donne illuminate dallo spirito evangelico possono tanto operare per aiutare l’umanità a non decadere” (Messaggio alle donne).

Mentre con tutta la Chiesa l’Ordine Cistercense si appresta a varcare le soglie del terzo millennio, le opportunità che oggi vi sono riconosciute e affidate, care Sorelle, aprono realmente una nuova era, nella quale potete interpretare un ruolo da protagoniste della vita e della storia della vostra Famiglia religiosa, che quest’anno celebra il nono centenario della fondazione del monastero di Cîteaux da cui trae le suo origini.

Come i vostri Padri, i fondatori del Novum Monasterium, dei quali siete discepole ed eredi, anche voi, care Sorelle, non abbiate timore di intraprendere questo cammino di impegno e collaborazione per vivere con pienezza la vostra vocazione. Continuate a ricercare costantemente e unicamente la volontà di Dio, che vi ha chiamate e poste alla scuola del suo servizio, la scuola dell’amore.

Attingete alle fonti proprie della vostra Comunità religiosa, lasciandovi sempre guidare dallo Spirito di Dio nel realizzare la vostra partecipazione alle strutture di responsabilità e di comunione dell’Ordine.

5. Nel formulare un fervido auspicio affinché il cammino svolto nel valorizzare la dignità della donna e il “genio femminile” prosegua con fiducia secondo lo spirito di Cristo, rivolgo il mio pensiero alla Beata Vergine Maria. Ella è la Donna per eccellenza, chiamata dal Padre a partecipare al suo disegno salvifico, cooperando in modo del tutto singolare all’opera della redenzione.

A Lei, teneramente celebrata da San Bernardo, affido voi qui presenti, le vostre Consorelle e l’intero Ordine Cistercense, che è suo sin dal principio. Con tali sentimenti, imparto cordialmente a tutti una speciale Benedizione Apostolica.

       

  Copyright 1998 © Libreria Editrice Vaticana



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