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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE
DEI MISSIONARI DI SAN CARLO (SCALABRINIANI)

25 settembre 1998 

 

Carissimi Capitolari Scalabriniani!

1. Sono lieto di rivolgere il mio cordiale benvenuto a ciascuno di voi, che in occasione del vostro Capitolo Generale, avete voluto riaffermare con questa visita la vostra fedeltà al Successore di Pietro e al Suo magistero di Pastore della Chiesa Universale. Saluto in particolare il P. Luigi Favero, appena riconfermato nella carica di Superiore generale della vostra Congregazione. Nel congratularmi con Lui per la rinnovata fiducia dei Confratelli e per il generoso e competente servizio finora svolto, invoco la grazia e la forza dello Spirito Santo perché, con l’aiuto del nuovo Consiglio, egli sappia introdurre validamente l’Istituto dei Missionari di San Carlo nel terzo millennio cristiano.

2. E’ ancora vivo in me il ricordo della beatificazione del vostro Fondatore, Mons. Giovanni Battista Scalabrini che, il 9 novembre dello scorso anno, ho voluto indicare alla Comunità cristiana come splendido esempio di Apostolo del nostro tempo, celeste protettore di milioni di immigrati e di rifugiati. Il suo cuore di Vescovo zelante e di Padre amorevole si aprì alle necessità spirituali e materiali dei bisognosi con costante sollecitudine, coinvolgendo nella sua instancabile azione apostolica quanti la Provvidenza gli aveva affidato. Egli ha lasciato ai suoi figli spirituali la preziosa eredità di un amore senza confini per quanti la ricerca di lavoro, le calamità naturali o le avverse condizioni socio-politiche sradicano dalla loro cultura e dalla loro terra.

Attingendo dalla Parola di Dio la visione della destinazione universale dei beni e dell’unità essenziale della famiglia umana, egli riconobbe nelle migrazioni innanzitutto una legge di natura che rinnova “in ogni istante il miracolo della creazione” e che “fa patria dell’uomo il mondo”. Ma, nel contempo, non mancò di denunciare le sofferenze e i drammi causati dall’emigrazione, sollecitandone gli opportuni e concreti rimedi.

Il suo spirito, il suo stesso entusiasmo voi volete oggi rivivere e vi domandate come riproporre alle soglie di un nuovo Millennio il suo desiderio di servire gli ultimi ed il suo ardore evangelizzatore senza frontiere. Dinanzi alla recrudescenza del fenomeno migratorio nei suoi aspetti più dolorosi, come le migrazioni non documentate e quelle dei rifugiati provocate dalle guerre, dagli odi etnici e dal sottosviluppo, si aprono orizzonti sempre più vasti alla vostra carità ed al vostro anelito missionario.

Molto opportunamente, pertanto, nel definire il “Progetto missionario scalabriniano ale soglie del 2000", il vostro Capitolo Generale, ha voluto rispondere a tali istanze guardando specialmente a quei settori del mondo dei migranti, dove più forti sono i segni della prova e della sofferenza, del rifiuto del diverso e della paura dell’altro, dello sfruttamento e della solitudine.

3. Si tratta d’un compito apostolico arduo e complesso che domanda ad ogni religioso scalabriniano innanzitutto una adesione sempre più convinta e trasparente a Cristo povero, casto ed obbediente, una profonda intimità con Lui, alimentata nella preghiera, sì che il divino Redentore diventi sempre più il centro e la ragione del proprio essere ed apostolato. Sull’esempio del Fondatore, carissimi fratelli, vivete in maniera convinta e concreta il primato della preghiera, coltivando in particolare la devozione all’Eucaristia e alla Madonna: troverete così le motivazioni profonde e la forza incessante per seguire il Signore anche sulla via della Croce; troverete in particolare uno slancio sempre nuovo per servire i migranti, poiché “lo sguardo fisso sul volto del Signore non attenua nell’apostolo l’impegno per l’uomo; al contrario lo potenzia, dotandolo di una nuova capacità di incidere sulla storia, per liberarla da quanto la deturpa” (Vita consecrata 75). Vi lascerete guidare dallo Spirito divino per condividere le attese e le speranze degli uomini e delle donne in mobilità; saprete, altresì, illuminare quanti scorgono nell’immigrazione una minaccia alla propria identità nazionale, alle proprie sicurezze e ai propri privilegi, aiutandoli a vedere nella presenza di persone diverse per provenienza e cultura una potenziale ricchezza per i paesi ospitanti.

La Chiesa vi domanda, carissimi, di tener viva in ogni comunità di accoglienza i valori della fraternità e della solidarietà per ridurre gli spazi dell’esclusione e diffondere la cultura dell’amore. Tale arduo compito esige, da parte vostra, il pieno recupero della vita fraterna e l’impegno costante e convinto a fare delle comunità religiose “luoghi” di comunione e immagini vive e trasparenti della Chiesa germe ed inizio del Regno di Dio nel mondo (cfr Lumen gentium, 5). In un mondo diviso e ingiusto, la vostra famiglia scalabriniana, che oggi si presenta sempre più diversificata sotto il profilo delle appartenenze etniche e culturali, sappia porsi non soltanto come segno e testimonianza di un dialogo sempre possibile, ma anche come casa aperta per quanti cercano occasioni per l’incontro e la condivisione delle differenze.

4. La presenza di vostri religiosi in aree geografiche e tradizioni differenti e la singolarità del vostro impegno pastorale nel mondo della mobilità umana, spesso specchio dei bisogni e delle lacerazioni del mondo contemporaneo, richiedono da voi una particolare capacità di riproporre in modo nuovo ed incisivo il carisma del vostro Istituto. Perché lo spirito della Congregazione possa essere trasmesso e vissuto nella sua genuinità dalle nuove generazioni nella diversità delle culture e delle latitudini è necessario, come voi stessi osservate, elaborare quanto prima la ratio institutionis della vostra Congregazione, individuando in modo chiaro e dinamico il cammino da seguire in ordine alla piena assimilazione della spiritualità dell’Istituto. Infatti, “la ratio risponde oggi ad una vera urgenza: da un lato essa indica il modo di trasmettere lo spirito dell’Istituto perché sia vissuto nella sua genuinità dalle nuove generazioni, nella diversità delle culture e delle situazioni geografiche; dall’alto, illustra alle persone consacrate i mezzi per vivere il medesimo spirito nelle varie fasi dell’esistenza progredendo verso la piena maturità della fede in Gesù Cristo” (Vita consecrata 68). Alla ratio institutionis dovrà far seguito l’elaborazione di un progetto di formazione permanente, in modo da accompagnare ogni scalabriniano con un programma esteso all’intera esistenza (cfr ibid, 69).

Tali processi formativi, aiutandovi ad aderire con rinnovato e costante amore a Cristo, vi condurranno a cogliere con sapienza i segni di Dio nella storia e, mediante la testimonianza del vostro carisma, a renderne in qualche modo sensibile la presenza nel variegato e difficile mondo delle migrazioni.

L’ambito della mobilità umana, nel quale si esercita il vostro impegno di evangelizzazione e di promozione umana, si presenta particolarmente aperto ai carismi ed alle professionalità laicali. Sappiate valorizzare la collaborazione con i fedeli laici per rendere più incisiva la vostra presenza tra i migranti e per offrire loro un’immagine più articolata della Chiesa. Ciò ovviamente richiede da voi, religiosi, un particolare impegno a formare i laici alla maturità della fede, ad iniziarli alla vita della Comunità cristiana ed a portarli a condividere il carisma scalabriniano.

5. Carissimi Fratelli, alle soglie di un nuovo Millennio, mentre la Chiesa si prepara a celebrare i 2000 anni dell’Incarnazione del Figlio di Dio, desidero affidare i vostri propositi apostolici, le vostre decisioni capitolari e le vostre speranze di bene alla Madre del Signore, che il Beato Giovanni Battista Scalabrini scelse come modello della sua spiritualità e della sua azione apostolica. Maria, Donna libera perché piena di grazia, che abbandonò in fretta la sua terra e la sua casa per recarsi ad aiutare la cugina Elisabetta, vi doni la gioia di essere strumenti docili e generosi dell’annuncio del Vangelo ai poveri del nostro tempo e vi renda testimoni di speranza.

Con tali auspici, invocando la protezione del vostro Beato Fondatore, imparto con affetto all’intera Famiglia Scalabriniana, una speciale Benedizione Apostolica.

          

  Copyright 1998 © Libreria Editrice Vaticana



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