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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE
DELLA CONGREGAZIONE DEI PADRI MARIANI

 

Carissimi Fratelli!

1. Sono lieto di porgere un cordiale benvenuto a voi tutti, che prendete parte al Capitolo Generale dei Padri Mariani, e ringrazio il Superiore Generale per le parole che mi ha rivolto a vostro nome.

Invio un particolare saluto ai Padri Mariani chiamati a compiere il ministero episcopale: al Card. Vincentas Sladkevicius (Kaunas), a Jozuas Zemaitis (Vilkaviski), a Jan Olszanski (Kamieniec), a Jan Pawel Lenga (Karaganda) ed a tutti i vostri Confratelli Mariani, in qualunque parte del mondo si trovino, specialmente ai malati ed ai sofferenti.

Nella vita di una Congregazione, il Capitolo Generale costituisce un'occasione intensa di comunione fraterna, in cui, secondo le parole di San Basilio: "l'energia dello Spirito che è in uno passa contemporaneamente a tutti". Questo nostro incontro è stato anticipato, in un certo senso, dalla mia visita dell'8 giugno scorso al Santuario Mariano di Lichen. Durante i pochi momenti che ho potuto trascorrere con i vostri Confratelli ho notato la presenza di giovani ed anziani insieme ed ho saputo che c'erano Padri provenienti da diverse parti del mondo. E' stata un'edificante immagine di comunione fraterna. L'impegno di consolidare e approfondire questa comunione era uno degli obiettivi che la vostra Congregazione si era posta per il sessennio che sta volgendo alla fine.

Proseguite, carissimi, su questa strada! Sia vostra cura costante animare e approfondire la vita fraterna nelle province, nelle viceprovince, nei vicariati e nelle singole case. Abbiate dinanzi a voi l'esempio dei primi cristiani, che erano assidui nell'insegnamento degli Apostoli, nella preghiera comune, nella partecipazione all'Eucaristia, nella condivisione dei beni di natura e grazia (cfr Vita Consecrata, 45).

2. Abbiamo appena celebrato la Festa dei Santi Pietro e Paolo. Gesù ha chiamato Pietro ad essere fondamento della Chiesa, ma al tempo stesso ha lasciato che egli, sperimentando la propria fragilità, capisse quanto più potente delle umane debolezze sia la grazia di Dio. Anche Paolo sulla via di Damasco fu trasformato da persecutore dei cristiani in apostolo delle genti.

Come non pensare che, accanto a Gesù, l'apostolo Pietro abbia incontrato la Beata Vergine? Ci fu un giorno, soprattutto, che Pietro e gli apostoli vissero intensamente insieme a Maria: il giorno di Pentecoste, quando nacque la Chiesa. Certamente l'effusione dei doni dello Spirito colmò allora in modo particolare il cuore di Maria, Madre di Cristo, facendone anche la Madre della Chiesa.

Cari Padri Mariani, è molto significativo che la vostra Congregazione, la prima fondata da un polacco, abbia un carattere spiccatamente mariano, essendo legata all'Immacolata. Nel seicento, quando cominciò a delinearsi la crisi dell'allora potente Stato polacco, Padre Stanislao Papczynski cercò un sostegno nell'Immacolata. Ecco l'orientamento che vi ha lasciato: in ogni difficoltà ricorrere all'aiuto dell'Immacolata. In questo egli non faceva che accogliere l'invito di Gesù stesso che, dalla Croce, indicò Maria come madre all'apostolo Giovanni.

Grande sia sempre in voi la fiducia in Maria Santissima, come Padre Papczynski vi ha insegnato con il suo esempio! A Lei ricorrete con fervore, specialmente quando si tratta di affrontare gravi pericoli o momenti di crisi.

3. Il Rifondatore della vostra Congregazione, Giorgio Matulaitis-Matulewicz, che ho avuto la gioia di proclamare Beato dodici anni fa, aveva perfettamente capito il profondo legame che unisce la Madre di Gesù alla Chiesa. Tra i dodici "Principi di saldezza" della Congregazione rinnovata egli ha messo al primo posto la raccomandazione di "mantenere un forte e inflessibile legame con la Chiesa e il suo Capo, Vescovo di Roma e con tutta la gerarchia cattolica [. . .] Attraverso la Chiesa e nella Chiesa appartenere a Dio e al nostro Signore Gesù Cristo, affinché sia Lui il centro pieno della nostra vita" (L'idea guida e lo spirito della Congregazione, 55).

Egli ha amato la Chiesa e vi ha lasciato questo amore in eredità. Durante la sua opera di rinnovamento della Congregazione dei Mariani, ha annotato nel suo diario spirituale: "Voglia Iddio che un solo grande pensiero ci rapisca: lavorare per la Chiesa, per essa sopportare fatiche e sofferenze, preoccuparci delle cose della Chiesa fino al punto che le sue sofferenze, preoccupazioni e ferite diventino nostre preoccupazioni, sofferenze e ferite del cuore" (Diario spirituale, 27 ottobre 1910).

4. Fidando nell'aiuto della Beata Vergine Maria, vi disponete a partecipare generosamente alla nuova evangelizzazione, che esige dai consacrati piena consapevolezza del senso teologico delle sfide del nostro tempo (cfr Vita consecrata, 81). In atteggiamento di fedele adesione al Magistero della Chiesa, continuate a coltivare le vostre molteplici attività in Polonia, in altri Paesi europei, in America ed in Australia. Vi incoraggio a perseverare e benedico le scuole, le case editrici, le parrocchie, le case di ritiro, i santuari, le opere di misericordia, i servizi per emigrati e le altre benefiche istituzioni a cui attendete.

Penso, in particolare, al lavoro della Famiglia religiosa in Lituania, Lettonia, Ucraina, Bielorussia e Kazakhstan, e vi esprimo compiacimento per quanto fate nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, come pure per l'attività svolta per cinque anni in Estonia. Molti dei vostri Confratelli hanno pagato con la vita o con anni nei gulag la dedizione alla causa del Vangelo. L'impegno di continuare e consolidare questa vostra difficile, ma importante, presenza deve costituire oggi una delle vostre priorità apostoliche.

Il Signore renda feconda di frutti spirituali particolarmente la vostra attività in Africa, specialmente nel tormentato Rwanda, e, nel prossimo futuro, in Camerun, come pure in altre zone di frontiera come l'Alaska, od altre regioni scarse di clero. Andare incontro alle Chiese drammaticamente prive di sacerdoti, essere presenti nelle situazioni difficili in vari luoghi della terra: tutto ciò risponde pienamente al vostro carisma. Il vostro Beato Rifondatore ha tracciato per voi proprio questa strada: dovete andare "là dove la Chiesa si trova in maggiore difficoltà [. . .], dove Cristo è meno conosciuto, o perfino odiato" (Idea guida, 18).

5. Cari Padri Mariani, al vostro impegno nell'apostolato della Divina Misericordia ed agli sforzi pastorali si accompagni sempre la testimonianza del servizio ai poveri: "Servire i poveri è atto di evangelizzazione e, nello stesso tempo, sigillo di evangelicità e stimolo di conversione permanente per la vita consacrata" (Vita consecrata, 82). Per questo siete chiamati a intraprendere coraggiose iniziative in risposta ai segni dei tempi, seguendo le orme del vostro Fondatore e del vostro Rifondatore. Siate fedeli, in particolare, al vostro carisma, adattandone le forme, quando è necessario, alle nuove situazioni, in piena docilità all'ispirazione divina e al discernimento ecclesiale.

Il vostro Capitolo, aderendo alle raccomandazioni dell'Esortazione apostolica Vita Consecrata (cfr n. 68), si accinge ad approvare la Ratio formationis elaborata in questi sei anni per tutta la Congregazione. La formazione è quanto mai importante per il futuro stesso della Congregazione. Iddio vi aiuti e la sua protezione vi accompagni costantemente nel corso dei lavori del Capitolo e nell'elezione del nuovo Governo Generale.

Da parte mia vi assicuro un costante ricordo nella preghiera e, invocando la celeste assistenza di Maria Immacolata sul vostro cammino verso il terzo millennio, imparto di cuore a tutti la mia Benedizione.

 

© Copyright 1999 - Libreria Editrice Vaticana

 



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