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VISITA PASTORALE A BOLOGNA, IN OCCASIONE DEL
XXIII CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE (27-28 SETTEMBRE 1997)

INCONTRO CON LE AUTORITÀ E LA POPOLAZIONE

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Piazza Maggiore (Bologna) - 27 settembre 1997

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1. In questa bella e antica Piazza Maggiore saluto cordialmente tutti voi, qui venuti ad accogliermi: voi partecipanti al Congresso Eucaristico Nazionale, voi fedeli della Chiesa di Bologna, voi cittadini!

Saluto, in particolare, il Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo della Città, come pure il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Sindaco di Bologna, a ciascuno dei quali dico il mio cordiale grazie per le sincere e amichevoli parole di benvenuto che mi hanno rivolto. La loro presenza qui sta ad esprimere, a diverso ma convergente titolo, l'anima di una città e di una nazione, le cui storie sono irrevocabilmente intrecciate con il Vangelo.

Sono grato poi al Signor Cardinale Camillo Ruini, che saluto cordialmente, per avermi qui rappresentato quale mio Legato fin dall'inizio delle celebrazioni conclusive del Congresso Eucaristico Nazionale.

Il mio saluto si estende infine ai confratelli Vescovi provenienti da ogni parte della Nazione, alle Autorità regionali, ai Sindaci delle località di questa Arcidiocesi di Bologna e di tante Città d'Italia, alle altre Autorità religiose, civili, militari - nazionali e cittadine - che hanno voluto onorare questa circostanza con la loro presenza: a tutti giunga il mio pensiero deferente con il vivo incoraggiamento a perseverare generosamente nei rispettivi compiti, esercitando le responsabilità loro affidate per il conseguimento del bene comune.

2. Sono lieto di essere a Bologna per la terza volta. Con animo grato alla divina Provvidenza che me ne ha dato l'opportunità, ricordo le mie due precedenti venute: la prima, nel 1982, per la "Visita pastorale" alla Chiesa di Bologna, allora guidata dal compianto Arcivescovo Cardinale Antonio Poma; la seconda, nel 1988, quando, corrispondendo all'invito del Rettore dell'Università, venni a celebrare il nono Centenario di fondazione dell'illustre Ateneo.

In quelle circostanze ho avuto modo di constatare la perdurante fedeltà al Vangelo della comunità cristiana che vive in questa terra e ho potuto incoraggiarla al grande compito che, in questo passaggio millenario, impegna in modo speciale le antiche Chiese dell'Occidente cristiano, nate dalla prima evangelizzazione: il compito di una nuova evangelizzazione, capace di innervare di contenuti evangelici i comportamenti, la cultura e l'intera vita.

Questo terzo mio pellegrinaggio è stato idealmente preparato dai primi due, e ne costituisce in qualche modo il compimento. Sono venuto infatti per iscrivere nel numero dei Beati un figlio della vostra gente: il Venerabile don Bartolomeo Maria Dal Monte. Sono venuto soprattutto per presiedere alla conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale, privilegiata tappa nel cammino di preparazione del popolo italiano al Grande Giubileo del 2000. Una preparazione che inizia così con la riflessione su Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo: ieri, oggi e sempre.

3. E' Lui il principio, l'oggetto e il fine di ogni evangelizzazione. A Lui quindi dobbiamo guardare con fede e con speranza sempre rinnovate, specialmente in questa terra italiana di antica evangelizzazione ed oggi segnata da tante sfide sociali e spirituali.

La duplice circostanza di questa visita mi induce ad affidare a voi tutti, popolo fedele e uomini di buona volontà, e specialmente a quanti tra voi hanno responsabilità di governo del bene pubblico, un duplice messaggio. Innanzitutto il messaggio riguardante l'Eucaristia: "Somma e compendio della divina generosità", come è detto nel Documento dottrinale per il Congresso, il Sacramento eucaristico è il vero dono di Dio ad ogni cuore che nella fede si apre all'annuncio evangelico. Nella partecipazione all'unico Pane eucaristico è data ai credenti la possibilità di aprirsi alla comunione con i fratelli. L'Eucaristia diventa così fattore di ordine fecondo e di pacificante collaborazione in ogni consorzio umano.

Il secondo messaggio è quello della santità: con il riverbero delle sue umane ricchezze, la santità è tutt'altro che inutile alla società. Un popolo che volesse confinare entro i muri delle chiese questo quotidiano "dono di Dio" (cfr Gv 4, 10), sarebbe sicuramente più povero. Lo provano i fulgidi esempi che, nel corso del tempo, sono venuti dall'umana risposta all'iniziativa divina. La storia di questa vostra Chiesa bolognese può offrire ampie testimonianze al riguardo.

4. Nella giornata odierna il Congresso Eucaristico Nazionale, in svolgimento qui da circa una settimana, concentra la sua attenzione sulla famiglia. Riflettendo sulla vocazione alla santità, che è propria degli sposi, i partecipanti al Congresso si sono uniti ai giovani in veglia nell'attesa della grande festa eucaristica di domani.

La famiglia è la "primordiale comunità umana". Non è forse attraverso una famiglia che il Figlio unigenito del Padre è entrato nella nostra storia? Per questo il nucleo familiare rimane sempre e dappertutto la via della Chiesa. In certo senso, lo diventa ancora di più là dove soffre crisi interne o è sottoposto ad influenze culturali, sociali ed economiche dannose, che ne minano l'interiore compattezza, quando addirittura non ne ostacolano lo stesso formarsi.

Ecco perché la Chiesa considera come uno del suoi compiti essenziali il servizio alla famiglia. Essa non si stanca di chiedere che ne vengano riconosciuti i diritti originari e connaturali. Al tempo stesso, però, la Chiesa continua a farsi carico della promozione di aiuti concreti nelle tante situazioni di disagio materiale e spirituale in cui i coniugi, specialmente se giovani, vengono a trovarsi.

5. Cari genitori qui giunti da tutte le regioni d'Italia, rivolgo a ciascuno di voi il mio saluto più cordiale. Siete venuti con i vostri figli ad adorare Cristo Gesù nel sacramento dell'Eucaristia. Voi amate onorarlo chiamandolo col nome di Sposo della Chiesa sposa.

Conosco la vostra generosità, il vostro impegno e la vostra pazienza nelle difficoltà e nelle fatiche con cui ogni giorno dovete confrontarvi. Non abbiate paura! Voi avete aperto la porta della vostra casa a Cristo, anzi avete voluto costruire il vostro focolare sulla roccia della sua Parola. Cristo salverà le vostre famiglie da ogni insidia del maligno.

Abbiate a cuore di trasmettere alle nuove generazioni ciò in cui credete e sperate, accompagnandone la crescita perché diventino persone mature, capaci di spendere la vita per i fratelli e di fare della propria esistenza un dono sincero al prossimo. Saranno così artefici di quell'"umanesimo familiare" di cui la società italiana ha urgente bisogno.

In tale contesto, saluto anche i membri del Movimento per la Vita, che so essere presenti numerosi in questa giornata dedicata alla famiglia. Mentre ringrazio di cuore quanti hanno generosamente lavorato per la buona riuscita di questo grande Congresso Eucaristico, invoco sul popolo di Bologna e su coloro che ne reggono le sorti la costante protezione di Dio e della Madonna di San Luca.

6. Non posso in questo momento non rivolgere un pensiero affettuoso alle care popolazioni dell'Umbria e delle Marche colpite ieri a più riprese da un grave terremoto, che ha prodotto danni incalcolabili alle persone e agli edifici. Esprimo vivo cordoglio per le vittime e cordiale partecipazione al dolore delle loro famiglie. Sono vicino spiritualmente a quanti sono rimasti senza casa ed a coloro che hanno sofferto e trepidato. Motivo di dispiacere sono state anche le ingenti lesioni inferte al patrimonio artistico e religioso, in particolare nella Basilica superiore di San Francesco, nel Sacro Convento di Assisi ed in altri monumenti e chiese in diverse località interessate dallo sconvolgimento sismico.

Mentre affido alla misericordia divina le anime dei defunti, invoco dal Signore conforto per i familiari, incoraggiamento per i feriti e sostegno per quanti sono stati danneggiati dal terremoto. La grazia del Signore e la solidarietà di tante persone generose che, coordinate efficacemente dalle pubbliche autorità, si stanno prodigando per venire in aiuto ai loro fratelli nel bisogno, possano rendere meno difficile questo momento di sofferenza e di prova.

A tutti il mio saluto e la mia Benedizione.

Al termine del discorso e dopo la recita dell'Angelus, il Papa ha rivolto ai presenti le seguenti parole:

Grazie ancora per questo invito e per questa accoglienza per la terza volta. Il proverbio latino dice: «Omne trinum est perfectum».

 

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