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BREVE
DEL SOMMO PONTEFICE
LEONE XII

CUM MULTA

 

Il Papa Leone XII. A perpetua memoria.

1. In questa Nostra alma città, ad opera dei sommi Pontefici sono state fondate provvidenzialmente molte istituzioni che operano efficacemente per il bene e la salvezza del popolo cristiano. Fra queste si distingue certamente il Collegio Romano che, costruito per l’educazione e le buone arti, grazie alla liberalità del Papa Gregorio XIII, di felice memoria, con grande e generosissimo impegno, fu sempre fatto segno di continua sollecitudine e di paterno affetto da parte dei Nostri Predecessori in ogni età.

È davvero meraviglioso, e degno di onorevolissima celebrazione a decoro dello stesso Collegio, ricordare quali frutti di virtù e di reputazione sono maturati in continuità a tutt’oggi da quell’hortus conclusus: cioè gli uomini illustri che per la santità dei costumi, per lo splendore della loro dignità, rinomati per la loro dottrina, rifulsero da quel luogo di buone arti, sia nel campo religioso, sia
nel campo della pubblica utilità. Questo Collegio, che era stato iniziato da Sant’Ignazio di Loyola, fu affidato dai Romani Pontefici ai chierici regolari della Compagnia di Gesù da lui fondata; e fu poi gestito lodevolmente da loro finché durò la Compagnia: successivamente fu condotto dal clero secolare.

2. Quando poi, per opera di Papa Pio VII, di venerata memoria, con la lettera apostolica del 7 agosto 1814, la Compagnia di Gesù fu restituita alla sua antica dignità, affinché potesse riprendere particolarmente l’opera di formare la gioventù nelle lettere e nei costumi, Noi, che già eravamo a conoscenza dell’intenzione dello stesso Pontefice Pio VII di richiamare la Compagnia di Gesù nel Collegio Romano, abbiamo subito stabilito di adottare una delibera riguardo a questo problema: dopo aver ascoltato la speciale Congregazione dei Venerabili Nostri Fratelli i Cardinali di Santa Romana Chiesa, ai quali abbiamo affidato il gravissimo compito di riordinare la retta formazione della gioventù in tutto il Nostro Stato, dopo le terribili traversie del tempo passato, ritenemmo che questo fosse l’unico mezzo veramente adatto per l’elevazione del genere umano.

3. Pertanto, con piena consapevolezza e con Nostra matura deliberazione, nella pienezza della Nostra apostolica autorità, con questa lettera Noi concediamo, assegniamo e attribuiamo ai diletti figli, i chierici regolari della Compagnia di Gesù, e, per loro conto, al diletto figlio Luigi Forti, Generale della Compagnia stessa, in perpetuo, il Collegio Romano, con la Chiesa di Sant’Ignazio e il contiguo Oratorio, detto del padre Caravita, nonché i musei, la biblioteca, la torre specola, con tutti gli altri annessi e le pertinenze, a questa precisa condizione: che essi riaprano le scuole pubbliche, secondo il vecchio costume, come si poteva ammirare nel 1773; a tali scuole Noi ordiniamo di aggiungere le cattedre di Sacra Eloquenza e di Fisica Chimica.

4. Ai sensi della presente lettera ordiniamo ad essi, per amore di quella religione di cui sono accesi, e per quella Compagnia alla quale si donarono per la salvezza delle anime, che dedichino a maggior ragione la loro opera e la loro attività ad insegnare ai ragazzi e agli adolescenti le materie religiose e le arti liberali, ma anche s’impegnino ad aiutarli nella cura delle cose sacre nelle loro congregazioni, nonché ad assistere anche gli altri fedeli cristiani nel suaccennato Oratorio, come era già nel loro costume.

5. Ordiniamo pertanto che venga pagata ad essi la somma annua di dodicimila scudi della moneta romana, libera da ogni onere; cioè mille scudi mensili, iniziando dal prossimo ottobre, da pagarsi dal Nostro erario del fisco in perpetuo; con essa dovrà essere provveduto al vitto dei membri della Compagnia, al culto e alla manutenzione del fabbricato e dei sacri edifici, e a tutte la necessità del Collegio.

Inoltre decretiamo che restino immutati i diritti e i privilegi del Collegio Romano, specialmente quelli concessi da Giulio III e da Pio IV di conferire lauree nelle facoltà di Arti e di Sacra Teologia, nonché di guidare e consolidare la Congregazione dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria, chiamata Prima-Primaria. Ordiniamo pure che nei periodi di tempo opportuni si stampino le osservazioni astronomiche e si pubblichino altre cose utili agli studi letterari.

6. Premesse queste disposizioni, incarichiamo il Nostro Venerabile Fratello Bartolomeo, Vescovo di Porto e di Santa Rufina, Cardinale Pacca di Santa Romana Chiesa e attuale Camerlengo della stessa Santa Romana Chiesa, che a tenore della presente, all’inizio del mese di ottobre, faccia secondo legge le consegne del Collegio, con la Chiesa, l’Oratorio e tutte le adiacenze allo stesso Generale della Compagnia o ad altra persona da lui delegata, in modo che all’inizio del successivo mese di novembre si possano aprire tutte le scuole, sotto la protezione della Vergine Madre e degli altri Santi, secondo le antiche costituzioni e con leggi e ordinamenti adatti alle esigenze dei tempi.

7. Avendo già decretato di destinare un Collegio all’educazione e all’istruzione degli alunni delle nobili famiglie in opportuni edifici particolari da stabilire, destinare e consegnare entro sei mesi, non appena tutte le opere necessarie anno compiute, Noi vogliamo che anche la direzione di tale Collegio sia assunta e gestita dagli stessi chierici regolari della Compagnia di Gesù, senza che sia necessario richiedere alcuna altra autorizzazione per questo incarico. Stabiliamo pertanto che a questo fine siano consegnate agli stessi Gesuiti le case suburbane nel pomerio di Tivoli, già costruite in passato per il vecchio Collegio dei nobili, in modo che siano funzionali sotto un cielo più bello, specialmente per la villeggiatura delle ferie autunnali per i citati alunni nobili.

8. Imploriamo poi con umile e continua preghiera il Padre delle luci affinché assista propizio a questi Nostri voti e propositi, e diriga la mente di coloro che abbiamo chiamato in questa ardua e difficile provincia, per sostenere con animo grande e volonteroso il compito loro affidato, pensando alla gloria di cui risplenderanno, secondo il monito del Signore, come stelle in perpetua eternità, se avranno insegnato a molti la giustizia. Colui dal quale proviene ogni bene, con il dono della sua grazia renda docili e disponibili i giovani discepoli, affinché, istruiti ad apprendere la bontà, la disciplina e la scienza, fioriscano nella dolce speranza di apportare di giorno in giorno cose più liete a questa Santa Sede e alla società civile, e gioiscano di aver ricevuto grandi e copiosi frutti in un curriculum di studi compiuti serenamente.

9. Decretiamo che questa lettera sia considerata decisiva, valida ed efficace; che favorisca pienamente i suddetti chierici regolari, e che sia onorata fedelmente e inviolabilmente in futuro da tutti coloro a cui spetta e spetterà; come nelle premesse, è negata ogni facoltà di interpretarla e giudicarla diversamente da parte dei giudici, sia ordinari, sia pure delegati uditori delle cause del Palazzo apostolico, nonché dai Nunzi della Sede apostolica e dagli stessi Cardinali di Santa Romana Chiesa, anche delegati a latere, dichiarando invalido e nullo ogni atto che, scientemente o meno, venisse tentato da qualsiasi autorità per cambiarla.

10. Nonostante le Costituzioni, gli ordini apostolici, il giuramento del predetto Collegio, una conferma apostolica o consuetudini e statuti consolidati, anche se per la loro deroga fosse necessaria una menzione o qualche particolare espressione [...], al fine di raggiungere l’obiettivo premesso, in questo caso particolare espressamente deroghiamo, respinta qualsiasi altra eccezione contraria.

11. Vogliamo inoltre che alle copie della presente lettera, anche se stampate purché sottoscritte di mano da qualche pubblico notaio e munite del sigillo di persona costituita in dignità ecclesiastica, si presti la stessa fede, sia in giudizio, sia fuori, che verrebbe prestata alla presente se fosse esibita o prodotta.

Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l’anello del Pescatore, il 17 maggio 1824, anno primo del Nostro Pontificato.

 



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