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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 2 marzo 1969

 

Volete bene a Roma? a questa nostra Città, che ha legato al suo nome glorioso e misterioso la prerogativa, cioè l’onore, la missione, la responsabilità, d’essere posta al centro della cattolicità, d’essere custode della tradizione storica, che deve tracciare il sentiero dei destini spirituali del mondo, e che deve dare agli uomini d’oggi e di domani l’annuncio più autorevole e più esemplare della fede in Cristo Salvatore? (Voi ne avete un segno anche nella cronaca eccezionale di questa giornata).

Ebbene, se volete bene a Roma, se ne comprendete il suo impegno storico e morale e la sua dignità religiosa, dovete aiutarCi a conservarle il suo volto cristiano, anzi a darle questo volto, quest’anima, là dove lo sviluppo urbanistico e demografico della Città lo reclamano. Intendiamo chiedere il vostro interessamento per la costruzione delle nuove chiese parrocchiali nei quartieri che ancora ne sono privi, e sono più di cinquanta, forse cento domani.

La Parrocchia, lo sapete, è il focolare spirituale d’un quartiere, è la sua anima cristiana; la chiesa parrocchiale è la casa di Dio, per la preghiera che vi si celebra; è la casa del Popolo, per la gente che vi si raccoglie: è là che gli uomini diventano veramente eguali e fratelli, diventano fedeli di Cristo e tutti solidali nella carità; è là che tutti diventano discepoli del Vangelo, verità divina ed umana, che ci fa sapienti, ci fa onesti, ci fa buoni, ci fa salvi.

Oggi, dovreste saperlo, a Roma si parla della «Giornata per le chiese nuove»; per questo ve ne parliamo anche Noi; e, come Vescovo di Roma, più di tutti. Vi è questo grande bisogno, grave e crescente, di nuove chiese per le nuove Parrocchie; e ancora manca una solidarietà dei Romani, sollecita e proporzionata a tanta necessità. Noi, per l’amore alla popolazione romana, a quella povera e nuova specialmente, per amore dell’Urbe, per amore a Cristo, raccomandiamo a voi, a tutti, questa degnissima causa.

E siccome nulla di buono si fa senza l’aiuto dall’alto, ecco che lo invochiamo.

                                   



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