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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 15 giugno 1969

 

Oggi per noi siano di scena gli Studenti, che in questi giorni si presentano agli esami, nuovo tipo, di licenza media. Sono intanto per loro i nostri voti migliori, come è per tutta la nuova generazione studentesca la nostra cordiale e beneaugurante attenzione.

Questo della gioventù, che, attraverso la fase degli studi moderni, si prepara alla vita, è problema di massima importanza. Vediamo con piacere e con speranza che esso diventa problema di comune interesse, e si pone in termini nuovi e gravi per tutti: per le famiglie, per gli insegnanti e per gli educatori, per la comunità sociale.

Meritano plauso e incoraggiamento quanti si adoperano per dare alla gioventù l’istruzione, l’assistenza, la formazione, corrispondenti ai bisogni sempre crescenti dei tempi nuovi. Crescenti non solo per le esigenze inesauribili e raffinate della nostra cultura, ma anche per l’inquietudine che s’è svegliata nella gioventù, insoddisfatta e bisognosa, a parer nostro, specialmente di due cose: di sicurezza circa il proprio avvenire professionale, e di vere, umane e sovrumane ragioni di vita.

Di queste soprattutto essa, coscientemente o no, avverte deficienza. E il coraggio morale e ideale di molti giovani ci fa sperare che siano essi stessi ad aprirsi la via e a trovare quelle ragioni di vita che diano senso alla libertà, nobiltà alla fatica e alla pazienza, valore alle nuove conquiste, capacità di positiva inserzione nella società, gioia di servire, di amare e di vivere (cfr. Phil. 4, 8). Ma bisognerà ricondurre il centro di gravitazione dell’animo giovanile alla coscienza interiore, dove la personalità si forma e si esprime.

E lì, ricomposto l’equilibrio delle facoltà umane, un incontro autentico con Cristo, maestro interiore di vita, potrà essere determinante e beatificante per il giovane nuovo. Oggi preghiamo per lui.

                                      



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