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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 10 agosto 1969

 

Pare a noi che oggi la nostra pietà domenicale possa giovarsi dell’augurio di stagione, quello di «buon Ferragosto». Lo facciamo nostro per voi e per quanti hanno la fortuna di goderne il ricreante riposo. E lo esprimiamo anche per tutti quelli che, invece del riposo, devono attendere ai consueti e forse più gravosi servizi di questi giorni per fare meglio godere agli altri il loro Ferragosto: anche il dovere compiuto abbia una sua interiore soddisfazione, e col suo merito una nostra benedizione.

A tutti dunque: buon Ferragosto.

Vi sarebbero molte cose da dire su questo annuale episodio, entrato nel costume sociale. Perché questa evasione dalle solite occupazioni, la quale è diventata quasi un bisogno, non solo di riposo, ma di libertà, di respiro, di ritrovare se stessi? Qui vi è forse un’accusa alla nostra vita moderna, che spesso noi rendiamo insopportabile con gli impegni soverchi e serrati della nostra attività, tutta esteriore, tutta legata a interessi temporali e contingenti, privi di contatti con la natura e con lo spirito. Perciò questa interruzione, questa vacanza dovrebbe avere una finalità psicofisica molto importante, quella di confortare le forze fisiche con una pausa dalla fatica e con un contatto immediato con la natura: i campi, i monti, il mare. Ovvero col mondo ignoto: i viaggi, il turismo, le escursioni. Tutto questo è bello, se onesto e sereno. Le esagerazioni purtroppo anche in questo campo non mancano e non sono sempre encomiabili; purtroppo. Voi capite a che cosa alludiamo: alludiamo allo sfrenato divertimento mondano di certi ritrovi, al naturismo inverecondo di certe spiagge e di certi campeggi, al rischio sconsiderato di certo alpinismo temerario, alla guida imprudente delle macchine, eccetera. Né vogliamo noi pure tacere la nostra deplorazione per gli attentati terroristici che hanno funestato l’intera circolazione ferroviaria di questi giorni.

Sarà buono e veramente ristoratore il periodo della vacanza estiva, se anche lo spirito avrà la sua parte, che, invece di consistere nella distensione fisica o nell’inerzia, consiste in una inconsueta e migliore attività: leggere, pensare, pregare. Abbiamo tanto bisogno di ricuperare la nostra interiorità, di dare alimento di riflessione e di orazione alla nostra anima, di verificare la rotta della nostra travagliata navigazione. Vediamo di dare al nostro spirito qualche momento di silenzio, di restaurazione dei suoi propositi e delle sue buone energie, di contatto con Dio. La prossima festa della Madonna Assunta ce ne offre l’invito e la fortuna. Un incontro con la sua dolce e celeste visione darà al nostro Ferragosto la sua ora migliore.

                                  



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