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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 7 settembre 1975

Noi non possiamo tacere a voi, Fratelli e Figli carissimi, che condividete con noi questa preghiera festiva, lo stupore e il dolore che ci procurano le cattive notizie, di cui i giornali sono paurosi e spesso fieri documenti, degli episodi di delinquenza, come quelli della povera Cristina Mazzotti, dei conflitti sanguinosi nell'Angola e nell'Etiopia, dei contrasti rivoluzionari in tante parti del mondo, dell'attentato omicida al Presidente Ford, di così diffusa inquietudine nella vita interna di Nazioni civili, degli scioperi nei servizi pubblici, dell'oppressione soffocante in Paesi interi dominati da una pseudo-socialità, eccetera: il mondo è pieno di sofferenze, aggravate da enormi e complicate crisi economiche, e non sempre abbastanza consolato dai tentativi in corso pur tanto lodevoli di ordine e di pace.

Certi principii, posti alla radice delle ideologie sociali, certe dottrine agnostiche sul carattere assoluto del dovere morale, certa psicologia ribelle ai pubblici ordinamenti dimostrano in molti casi funesti la loro interiore deficienza e maturano i loro frutti infelici. Noi metteremo con umile semplicità alla base del nostro pensiero e del nostro operare gli antichi precetti del timore di Dio e dell'amore del prossimo; e saremo tanto più pronti a servire il mondo in cui viviamo, quanto maggiori sono i suoi falli e le sue esigenze; e non rifiuteremo la nostra ammirazione e la nostra collaborazione ad una società come la nostra, assai progredita per le sue conquiste culturali e scientifiche e da queste stesse conquiste minacciata nel suo patrimonio spirituale. I buoni sono invitati ad essere migliori, e più coraggiosi; e tutti siamo chiamati a quel regno di Dio, che in virtù del Vangelo, deve infondere anche al regno della terra il suo Spirito vivificante. Invochiamo oggi a tal fine la Madre di Cristo, e nostra dolcissima.



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