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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 11 gennaio 1976

 

Oggi ci avvertono, Roma cattolica, Roma orante, è convocata a Santa Maria Maggiore, alle ore 17, per una «Veglia di preghiera e di testimonianza», rivolta alla celebrazione della vita umana, considerata nella sua più alta e più vera dignità, come «gloria di Dio», secondo una parola di S. Ireneo (della fine del secondo secolo), parola antica, ma che nella durata stessa dei secoli che la fecero programma proprio, dimostra la sua perenne attualità: «Gloria di Dio è l’uomo vivente» (S, IRENAEI Adversus haereses, IV, 20, 7: PG 7, 1037).

È chiaro che questa religiosa manifestazione, promossa a Roma e nelle Chiese locali, e con analoghe manifestazioni nel mondo, trae motivo dal timore che la difesa della vita, sia specialmente nella legalizzazione dell’aborto, e sia in quella temuta dell’eutanasia, venga meno nella sua esigenza assoluta. «Da un po’ di tempo in qua, è stato scritto, la società umana sta impiegando le sue risorse . . . nel convincersi sulla liceità di uccidere e nel darsi delle leggi che coprano la coscienza e la mettano in pace. Sembra che il progresso umano esiga la licenza di uccidere . . .» (G. B., 4-l-76).

È triste, è grave. Ma noi ora guardiamo a questo episodio religioso sotto i suoi aspetti positivi, consolanti e promettenti. E cioè, primo, che la vita stessa dell’uomo diventa non solo oggetto di tutela, ma altresì di un rispetto, di una ammirazione, di una intangibilità, che la colloca alla sommità dei valori primordiali e dei doveri supremi.Questa è civiltà; questa è religione.

Secondo aspetto positivo è la provenienza di questa particolare iniziativa, di questa «Veglia di preghiera e di testimonianza». La provenienza è laica, è giovanile. È l’Azione Cattolica, nella sua ripresa, dopo il Concilio, dopo l’Anno Santo, che si fa promotrice di questo atto comunitario di coscienza e di religiosità; e ciò niente meno che per la vita dell’uomo, nel suo integrale significato. Ecco una sensibilità, ecco una vitalità, che lascia bene sperare.

E terzo aspetto, tutto bellezza, tutto fiducia: la Veglia è convocata nel Santuario di Maria, la Vergine-Madre di Dio, la prima nell’amore a Cristo, alla Vita del Salvatore, e alla nostra. La preghiera si fa poesia, si fa canto, si fa gioia e sicurezza, che non le mancherà qualche buona divina risposta.

                      



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