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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 21 marzo 1976

 

Primavera oggi comincia, e sempre, nel principio della nuova stagione solare e climatica, essa ci fa pensare con speranza ad un avvenire di condizioni migliori della vita umana. Accogliamo l’augurio che ci viene dalle vicende climatiche del tempo per applicarlo alle nostre sorti spirituali: è prossima ormai la Pasqua, e una preparazione adeguata richiede da noi, da tutti, una lieta e fervorosa coscienza del grande mistero, che forma il centro del disegno divino della nostra fede e della nostra salvezza. «Viene il giorno, il tuo giorno (O Signore), nel quale ogni cosa rifiorirà», dice l’inno quaresimale, che anticipa appunto nella preghiera e nella fiducia il gaudio pasquale. Non sia vana per noi l’attesa di tanta promessa.

Oggi poi, nell’antico calendario, sarebbe festa di San Benedetto (festa ora trasferita all’undici luglio). E la memoria di questo Santo, che ha presieduto alla ispirazione e alla formazione della nostra civiltà cristiana, ritorna a ripeterci la densa formula del grande Monaco, più che mai provvida e viva: ora et labora, prega e lavora; e pare davvero ch’essa abbia in sé il segreto e l’energia della perenne rinascita, sia delle anime, che dei Popoli. Non dimentichiamo che non per nulla San Benedetto è stato proclamato Protettore dell’Europa; noi dovremo ancora invocarlo per la coscienza, la prosperità e la pace del nostro continente, e anche del mondo, facendo nostra la consegna lasciataci da quell’austero e amoroso Maestro: pregare e lavorare.

La Madonna non lo ha preceduto con l’eccellenza del suo esempio?

 



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