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UDIENZA GENERALE DI PAOLO VI

Sabato, 28 dicembre 1968

 

Gli oratorii di Roma nel XXV del loro Centro

Desideriamo ora rivolgere un particolarissimo saluto, pieno di cordialità e di rispetto, ad alcuni gruppi, particolarmente significativi, che animano oggi questa Udienza.

E, anzitutto, il Nostro benvenuto ai più di mille membri del «Centro Oratori Romani», gruppo che doveva essere guidato, a quanto Ci è stato annunziato, dal Signor Cardinale Angelo Dell’Acqua, Nostro Vicario Generale per la Diocesi di Roma, il quale invece è stato, da altri impegni, impedito di venire.

Noi vogliamo ugualmente salutarlo come presente, sapendo l’interesse e lo zelo ch’egli dimostra per gli Oratorii della Diocesi di Roma, ringraziarlo dell’assistenza e dell’impulso che egli dà a questa Istituzione e augurare ch’essa sia per lui una fonte di meriti e di soddisfazioni pastorali.

I vostri Oratorii, diletti Figli, ricordano il venticinquennio di fondazione del loro Centro: sono i Dirigenti, i Direttori di Oratori interparrocchiali e delle varie parrocchie romane, i bravi Catechisti e gli Allievi Catechisti; e dietro di essi, invisibili ma ben presenti spiritualmente, sono i quindicimila ragazzi che frequentano gli ottanta Oratori aggregati all’istituzione. Vi salutiamo con paterna riconoscenza, diletti figli, e vi diciamo che Ci siete particolarmente cari, perché costituite parte attiva della Nostra dilettissima diocesi, assicurando la formazione della mente e del cuore, e la preparazione alla vita della sua porzione più minuscola, ma più promettente: i ragazzi, gli adolescenti, i giovani, cioè coloro che saranno gli adulti della società del domani, i padri di famiglia, i professionisti e i lavoratori, in una parola, il tessuto connettivo della vita civile e sociale di Roma cattolica. Alla vostra scuola, quella carissima gioventù impara a maturarsi nello spirito, a temprarsi nella virtù, a reggersi per le vie aspre e pericolose del mondo: con la vostra guida di laici aperti e convinti, che vivete le consegne che il Concilio Vaticano II vi ha affidate, quei giovani imparano non solo a diventare uomini, ma a pensare, a comportarsi, a divertirsi, a impegnarsi, a plasmarsi, in una parola, a vivere da cristiani, acquistando coscienza della dignità del loro battesimo e della vocazione all’apostolato della loro cresima, si assuefanno all’amicizia con Cristo, educata nella preghiera e nutrita dell’Eucaristia; si abituano a vivere socialmente, a capire il prossimo, ad inserirsi efficacemente nel gioco dei rapporti umani con una visione equilibrata, serena, seria e consapevole del mondo che li circonda, del lavoro che dovranno compiere, dei fratelli che attendono l’aiuto della loro generosità e della loro formazione.

Per tutte queste benemerenze Noi vi ringraziamo: e vi invitiamo a guardare avanti, dopo il traguardo dei venticinque anni del Centro Oratori Romani, con tanta fede in Gesù Maestro, vostro Divino Modello, e con tanta riconoscenza a Maria «Domina Nostra», la Celeste Patrona che vi ha accompagnati in questi anni di continua attività. E, nell’assicurarvi che preghiamo per voi, di cuore vi benediciamo, abbracciando in un unico pensiero di affetto anche tutti i vostri oratori, i parroci e i sacerdoti che vi porgono il loro insostituibile aiuto, e la schiera rumorosa e vivace, e tanto a Noi cara, dei vostri ragazzi.

Istituti Scolastici dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica

Sono poi presenti i cinquecento Dirigenti e Responsabili degli Istituti e Scuole Cattoliche Italiane, che partecipano in questi giorni alla XXII Assemblea Generale della Federazione degli Istituti Dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica.

Anche voi, diletti figli, e ad un grado di alta, delicatissima responsabilità, siete a contatto con la gioventù di oggi: siete i responsabili della sua formazione scolastica, ai vari livelli delle scuole esistenti, fino alle soglie della Università, e sentite perciò acutamente tutto il valore, tutta l’urgenza di tale delicatissima missione, come bene attesta il tema che avete scelto quest’anno per le vostre fruttuose discussioni: «I giovani nella comunità educativa, oggi». Vorremmo avere più tempo a disposizione per dirvi quanto Ci sia a cuore la vostra opera, e quanto da essa Ci attendiamo per la soluzione dei problemi che travagliano e scuotono e inquietano la gioventù odierna: Ci piace soltanto sottolineare come voi, nonostante le reali e a Noi ben note difficoltà, che oggi la Scuola Cattolica deve superare, avete la possibilità di svolgere un’azione preziosissima in mezzo a un terreno fertile, aperto, generoso. Abbiate fiducia nei giovani: se ben illuminati, e posti di fronte alle proprie responsabilità e ai propri talenti, essi sanno rendere al cento per uno quel seme che oggi gettate nella loro mente avida di sapere, nella loro volontà impaziente di agire e di impegnarsi, nel loro cuore bisognoso di amore e di incoraggiamento, di comprensione.

Datevi completamente, fino in fondo, alla vostra missione: e ne raccoglierete frutti proficui per la gioventù stessa, consolanti per voi, soavissimi per la Chiesa, che guarda con immensa speranza alle schiere dei giovani che avanzano, per prendere con serietà matura e profonda il loro posto nella società. Aiutateli: Noi siamo con voi, vi amiamo, vi incoraggiamo e vi benediciamo.

L’Unione Apostolica del Clero

Ci rimane di rivolgere il Nostro cordiale ringraziamento e il Nostro augurio ai Membri del Consiglio Internazionale e del Consiglio Nazionale Italiano dell’Unione Apostolica del Clero, riuniti a Roma per lo studio del programma annuale di attività. Tanto numerose e chiare e programmatiche sono state le direttive e le esortazioni rivolte dai Nostri Predecessori e da Noi stessi alla benemerita Unione Apostolica, a viva voce e per mezzo di documenti scritti, che ben poco Ci resterebbe oggi da aggiungere, pur se ne avessimo il tempo e la possibilità. Vi diciamo soltanto che l’Unione Apostolica del Clero, se è sempre stata opera importante e provvida, lo è soprattutto oggi: essa infatti alimenta nel dilettissimo Clero il desiderio della propria santificazione, non che i motivi profondi dell’apostolato missionario, sia nella società ecclesiale già costituita, sia in quella ch’è in via di formazione, presentandolo come la missione sacerdotale per eccellenza dell’ora presente. La Chiesa è apostolica, è missionaria, per sua essenza, per sua vocazione, per sua missione: Cristo ha mandato gli Apostoli sulle vie del mondo, perché salvassero le anime col battesimo e con l’annunzio della salvezza, la buona novella da Lui recata in terra agli uomini: e i sacerdoti sono stati, e sono, e debbono essere i primi a sentire nel loro cuore l’eco di quella voce che tutti, nel proprio Paese o in quelli lontani, li fa missionari, tutti li abilita alla santificazione del mondo, tutti li rende corresponsabili dell’annunzio evangelico, tutti li preserva dalle possibili tentazioni della vita facile, tutti li tempra con l’eroismo quotidiano della Croce di Cristo, senza la quale le anime non si salvano.

Questo vi dica quanto Ci aspettiamo dalla Unione, dalle sue iniziative, dalle sue attività; la Nostra preghiera vi incoraggia a proseguire per la via intrapresa, e vi sostiene nelle difficoltà, mentre, in pegno di grande benevolenza, e in auspicio dei continui incrementi dell’Opera, di cuore impartiamo a voi, ed a tutti gli iscritti, la Nostra speciale Benedizione.

«Gli esercizi spirituali di orientamento ai giovani»

Anche i carissimi ed esperti sacerdoti della Federazione Italiana per gli Esercizi Spirituali, qui venuti col venerabile Fratello Mons. Giuseppe Almici, Vescovo di Alessandria e loro Presidente, in occasione della quarta Assemblea Generale dell’organismo, hanno voluto dare al loro incontro, oltre alla trattazione dei problemi organizzativi, un centro unificatore, un denominatore comune, diciamo così, nel nome della gioventù. Il tema, infatti, che state svolgendo è molto bello e interessante: «Gli esercizi spirituali di orientamento ai giovani». Ve ne diamo un’aperta lode, un particolare incoraggiamento. Ci conforta tanto il sapere che, tra i vari segni di confusione e di perplessità, che sorgono da tante parti, c’è una corrente segreta, un filo nascosto, una reale e forte schiera di giovani seri e generosi, i quali sanno reagire alle sollecitazioni esterne, alle aggressioni del conformismo imperante, che spesso ora si esprime nelle aberrazioni delle mode ideologiche come nel facile cedimento dei costumi; reagire per entrare in se stessi, e scendere nell’intimo del cuore per stabilire un colloquio a tu per tu con Dio, un incontro rigeneratore con Cristo, che ne ritempri le forze e li renda poi fermento nella pasta, luce sul candelabro, città levata sul monte, secondo il dovere che il Concilio ha tratteggiato per tutti i laici cristiani affinché vivano la propria vocazione sacerdotale, profetica e regale, configurati a Cristo, per il bene dei fratelli.

La funzione pedagogica, spirituale, religiosa degli Esercizi Spirituali cresce d’importanza quanto più la vita è 1) assorbita dalla attività esterna; 2) è intensa e senza tregua, e trova solo nello svago e nel ristoro fisico riposo e ricupero di forze, ma senza riflessione personale; 3) gli stimoli sensibili e disonesti sono moltiplicati e impellenti.

Ci allieta profondamente, ripetiamo, che voi, sacerdoti specializzati nella insostituibile pratica degli Esercizi spirituali, valenti maestri di spirito, conoscitori sperimentati delle vie di Dio, e sapienti guide delle anime, dedichiate tempo, esperienza, dottrina ad un argomento tanto importante, e da cui Ci ripromettiamo moltissimo, per la perenne fecondità della Chiesa e della sua missione educatrice e santificatrice.

La vostra è una missione di alto valore; difficile, ma feconda; faticosa, ma provvidenziale. E mentre, perciò vi ringraziamo per tutto quanto fate nel campo magnifico e amplissimo degli Esercizi Spirituali, in tutta la sua varia e molteplice estensione, Noi vi assicuriamo l’appoggio della Nostra umile preghiera, che vi invoca l’aiuto del Signore, virtus ex alto, mentre vi impartiamo la Nostra particolare Apostolica Benedizione.

Insegnanti del Congo e della Bolivia

Nous adressons un salut tout particulier à un groupe d’enseignantes africaines et boliviennes qui suivent en Europe des stages pour direction d’écoles et sont en ce moment à Rome. Que ce contact avec le centre de l’Eglise, chères Filles, vous soit bienfaisant, renforce votre foi et complète votre préparation aux responsabilités que vous aurez à assumer au retour dans vos Pays! Bien volontiers Nous recommandons à Dieu vos personnes, votre belle tâche d’enseignantes, vos familles et vos Patries, et de grand cœur Nous vous bénissons.

                                



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