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SANTA MESSA DEDICATA AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

OMELIA DEL SANTO PADRE PAOLO VI

13 aprile 1975

    

Un duplice motivo suscita nel nostro cuore sentimenti profondi e soavi, in questo momento. Primo: la dolce e forte impressione che ci ha lasciato la stupenda pagina del Vangelo di Luca, che or ora abbiamo ascoltata; e sembra ancora a noi che «ci arda il cuore nel petto» mentre ascoltavamo le parole ispirate della Scrittura, le parole stesse di Gesù che ancor oggi risuonano alte nel mondo, annunziate dalla Chiesa. Secondo: l'occasione che qui ci ha tratti: la benedizione, cioè, ad alcune coppie di sposi, che oggi, in questa Basilica di San Pietro, presso l'Altare della Confessione, nella spirituale fioritura del tempo pasquale dell'Anno Santo, si uniranno in matrimonio, celebreranno anzi essi stessi il matrimonio, da Cristo resi ministri del «sacramento grande» (Eph. 5, 32) in virtù dell'ufficio sacerdotale (Cfr. Lumen Gentium, 34) a cui il battesimo abilita il Popolo di Dio. Due momenti, due aspetti, due successioni del nostro incontro odierno; troppo ricchi e inesauribili per poterci soffermare su di essi in modo confacente, e sia pur breve, in questo familiare colloquio; ma meritevoli certo di una comune pausa serena di riflessione.

1. La scena di Emmaus, anzitutto. Troppo nota perché, al solo risentirla, non ci sollevi in cuore immagini e ricordi ormai familiari, che l'arte cristiana di tutti i tempi ha fatto oggetto privilegiato delle sue mirabili, trepide, luminose variazioni. Non ci pare forse che il dubbio dei due discepoli sia stato talvolta anche nostro? Non ci pare forse che la nostra fede sia stata talvolta troppo scarsa e debole, e materiale, come quella di quegli uomini sfiduciati che si attendevano «la liberazione d'Israele» (Luc. 24, 21) in una prospettiva unicamente terrena, senza capire che il Cristo «doveva sopportare queste sofferenze per entrare nella sua gloria» (Ibid. 24, 26)? Quei discepoli di Emmaus siamo noi! Ma solo che anche noi abbiamo orecchi per ascoltare, e cuore per seguire la Parola di Cristo, ecco che Egli viene con noi, si accompagna a noi, si fa nostro amico, nostro sodale lungo la strada, nostro commensale alla tavola della carità fraterna e alla comunione eucaristica; solo che abbiamo una scintilla d'amore, gli occhi si aprono per riconoscere la sua presenza (Cfr. Ibid. 24, 31), e il cuore si accende. «Questo fuoco - dice S. Ambrogio, commentando le parole dei discepoli di Emmaus - questo fuoco illumina l'intimo recesso del cuore» (S. AMBROSII Exp. Ev. sec. Luc. VII, 132). Fratelli! la fede e l'amore vi facciano riconoscere e seguire Cristo, sempre. È la prima, ovvia ma tanto impegnativa riflessione, a cui ci invita il Vangelo.

2. Cristo ci accompagna per la via della vita: ma quale miglior pensiero possiamo lasciare a voi, diletti sposi, quasi come provvista e nutrimento e sostegno nel lungo viaggio, che state per cominciare insieme? Voi rappresentate simbolicamente davanti ai nostri occhi, come davanti a tutta la Chiesa, l'innumerevole schiera di coppie, che con la benedizione di Dio, come voi stamani, hanno posto le fondamenta della loro Chiesa domestica, come il Concilio ha chiamato la famiglia (Lumen Gentium, 11). A voi, a tutte le giovani coppie, a tutte le famiglie cristiane: a tutti coloro che col loro amore, elevato e trasfigurato dalla virtù del sacramento, sono nel mondo la presenza e il simbolo dell'amore reciproco di Cristo e della Chiesa (Cfr. Eph. 5, 22-33) noi ripetiamo oggi: non temete, Cristo è con voi!

Vicino a voi per trasfigurare il vostro amore, per arricchirne i valori già così grandi e nobili con quelli tanto più mirabili della sua grazia; vicino a voi per rendere fermo, stabile, indissolubile, il vincolo che vi unisce nel reciproco abbandono di uno all'altro per tutta la vita; vicino a voi per sostenervi in mezzo alle contraddizioni, alle prove, alle crisi, immancabili certo nelle realtà umane, ma non certo - come vorrebbero talune funeste mentalità teoriche e pratiche - non certo insuperabili, non fatali, non distruttive dell'amore ch'è forte come la morte (Cant. 8, 6), che dura e sopravvive nella sua stupenda possibilità di ricrearsi ogni giorno, intatto e immacolato; vicino a voi per aiutarvi a vincere i pericoli non irreali dell'egoismo, che si annidano nelle pieghe riposte dell'anima per conseguenza della colpa originale, ma che pur sono stati vinti dalla Croce e dalla Risurrezione di Cristo; vicino a voi per farvi sentire la vostra dignità di collaboratori di Dio Creatore, nel trasmettere il dono inestimabile della vita, e di Dio Provvidente, nel rappresentarlo al vivo davanti ai vostri figli nelle tenerezze, nelle cure, nelle sollecitudini che saprete ad essi dedicare con quegli slanci di eroismo che ben conoscono i cuori dei padri e delle madri. Sì, fratelli, sì; davvero «questo sacramento è grande: lo dico di Cristo e della Chiesa» (Eph. 5, 32).

L'ha ben sottolineato ancora il Concilio Vaticano II, quando ha detto: «Come un tempo Dio venne incontro al suo popolo con un patto di amore e di fedeltà, così ora il Salvatore degli uomini e Sposo della Chiesa viene incontro ai coniugi cristiani mediante il sacramento del matrimonio; inoltre rimane con loro perché, come Egli stesso ha amato la Chiesa e si è dato per lei, così anche i coniugi possano amarsi l'un l'altro fedelmente, per sempre, con mutua dedizione . . . e siano aiutati e rafforzati nello svolgimento della sublime missione di padre e madre» (Gaudium et Spes, 48). Così, fratelli, così: sia questo il vostro programma, sia questa la vostra ambizione: con Gesù in cammino con voi per le vie faticose e imprevedibili della vita; con Gesù seduto alla tavola del vostro pane quotidiano duramente ma serenamente guadagnato, possiate fare della vostra esistenza a due una luce, una missione, una benedizione. È quanto invochiamo per voi, e per tutti i coniugi cristiani, durante la Messa; ed è l'augurio che vi facciamo con intenso affetto paterno.

Nous adressons un salut très cordial à tous les pèlerins de langue française. Nous vous félicitons, chers fils et filles, de participer ainsi à 1'Année Sainte. Pendant que vous faites tette démarche, le Seigneur est au milieu de vous, comme avec les disciples d'Emmaus. Et vous faites ici l'expérience réconfortante de l'Eglise universelle. Nous vous bénissons, nous bénissons vos familles et vos amis, particulièrement les jeunes foyers.

As we associate ourselves today with the Apostles, we proclaim anew: «Yes, it is true. The Lord has risen and has appeared to Simon». And again today we recognize the Risen Jesus in the breaking of the bread. At the same time we extol the mystery of Christ's sacrificial love for his Church-a mystery reflected and embodied in the sacramental union of husband and wife. The Church acclaims the dignity and sacredness of Christian marriage, and prays that those who today enter into this holy calling may be faithful and grow in love.

Unser gruss gilt allen Pilgern deutscher Sprache. »Christus ist auferstanden«: das ist die österliche Botschaft. »Christus ist auferstanden«: das ist der Grund unserer Freude. Auch wir werden mit Christus auferstehen: das erfüllt unser Herz mit Hoffnung. Freude und Hoffnung mögen die jungen Paare begleiten, die heute vor Gott den Bund des Lebens eingehen. Freude und Hoffnung begleite auch unser ganzes Leben!

   



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