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PAOLO VI  

LETTERA APOSTOLICA IN FORMA DI MOTU PROPRIO

APOSTOLICAE CARITATIS

VIENE ISTITUITA
LA PONTIFICIA COMMISSIONE
PER LA PASTORALE DELL'EMIGRAZIONE
E DEL TURISMO

 

Sollecitata dalla carità apostolica, la Madre Chiesa Cattolica ha costantemente rivolto attente cure e sollecitudini perché ai suoi figli siano procurati quei sussidi, specie di ordine spirituale, che le particolari condizioni di persona, di ambiente e di tempo richiedono.

Ora il campo, a cui si estende la sua provvida sollecitudine, si è allargato al massimo nella nostra età, nella quale, grazie al mirabile sviluppo della tecnologia, sono diventati molto facili i viaggi di qualsiasi genere e si sono straordinariamente intensificati i reciproci rapporti tra cittadini e nazioni, ed i contatti tra gli uomini. Proprio per questo l'azione pastorale dev'essere rivolta non soltanto a coloro che vivono entro i limiti ben definiti delle parrocchie, delle associazioni e di altri istituti similari, ma anche a coloro che di propria scelta o per qualche necessità lasciano i loro luoghi di residenza. Bisogna inoltre esaminare da un punto di vista scientifico, stabilendo anche opportune intese, quali siano le cause di tale fenomeno e le loro conseguenze, per vedere poi come questi uomini, che si spostano e si muovono, possano essere aiutati nel loro progresso umano e religioso, e da quali pericoli debbano essere difesi. La Chiesa pertanto ha il dovere di suscitare, promuovere e coordinare strettamente le iniziative opportune per recare ad essi, nei limiti del possibile, il suo aiuto, ma ha nel contempo il dovere di manifestare il suo pensiero circa le questioni sociali, economiche, culturali e simili, che sono di solito all'origine del movimento migratorio.

In realtà i Romani Pontefici, Nostri Predecessori, tenendo ben presenti tali necessità, hanno fatto il possibile per portarvi rimedio, avvalendosi della collaborazione delle Conferenze Episcopali, di alcuni organismi internazionali, di cristiani singoli o tra loro associati. Basti ricordare l'opera di Pio XII, il quale nell'anno 1952, essendosi sviluppate moltissimo le migrazioni in massa dopo la guerra mondiale, emanò con provvida decisione la Costituzione Apostolica Exsul familia (AAS 44 (1952), pp. 649 ss.), che Noi abbiamo adattato alle condizioni del tempi presenti (Lett. Ap. in forma di Motu proprio Pastorali migratorum cura: AAS 61 (1969), pp. 692 ss.). Egli ancora istituì presso la Sacra Congregaziοne Concistoriale, ora denominata Congregazione per i Vescovi, il «Consiglio Superiore per l'Emigrazione» (AAS 44 (1952), pp. 692 ss.), sempre in essa, fondò il «Segretariato Generale Internazionale per la direzione dell'Opera dell'Apostolato del Mare» a vantaggio dei marittimi, che appunto lavorano nel settore della navigazione (Ibid., p. 695). Quel Nostro Predecessore, infine, di fronte alle nuove necessità, nell'anno 1953 affidò alla Sacra Congregazione Concistoriale il compito di provvedere all'assistenza spirituale dei fedeli che hanno specifiche mansioni o prestano la loro opera negli aeroporti o a bordo degli aerei, ed anche dei passeggeri che fanno il viaggio in aereo: a tale istituzione fu dato il nome di «Opera dell'Apostolato del Cielo» o «dell'Aria».

Successivamente anche il Concilio Vaticano II si occupò cοn cura solerte degli uomini che viaggiano, quali sono i «moltissimi emigranti, gli esuli e i profughi, come pure i marittimi, gli addetti ai trasporti aerei, i nomadi» (Decr. sulla missione pastorale dei Vescovi nella Chiesa Christus Dominus n. 18; cf ibid., 16; Cf AAS 58 (1966), pp. 682, 680 s.).

Seguendo tale suggerimento, del tutto conforme al Nostro stesso pensiero, nel 1965 Noi fondammo presso la medesima Sacra Congregazione il «Segretariato internazionale per la direzione dell'Opera dell'Apostolato dei Nomadi», per recare spirituale conforto ad una popolazione che non ha fissa dimora ed anche a quegli uomini che vivono in condizioni analoghe, come sono coloro che si muovono da un luogo all'altro, perché si dedicano agli spettacoli del circo o ad un particolare lavoro di carattere stagionale.

Recentemente, poi, la Sacra Congregazione per il Clero è stata dotata di un ufficio, avente il compito di garantire l'assistenza religiosa a coloro che si mettono in viaggio per recarsi in villeggiatura, per fare cure mediche, per motivi di pietà, di cultura, di sport, di divertimento ed altre simili ragioni. Questo fenomeno complesso, che va comunemente sotto il nome di «turismo», riguarda una massa enorme di persone, ed in campo sociale costituisce una novità con precise caratteristiche (Un Codice di norme o «Direttorio Generale» per il ministero pastorale dei turisti è stato pubblicato nel 1969: AAS 61 (1969), pp. 631 ss.).

Ma, per provvedere in maniera più accurata al bene spirituale di coloro che restano a lungo lontani dalla propria residenza, sembra ormai conveniente che tali iniziative siano tra lοrο collegate in forma stabile, feconda ed efficace, e siano sottoposte ad un'unica direzione. Abbiamo perciò ritenuto opportuno istituire, alle dipendenze della Sacra Congregazione per i Vescovi, la Pontificia Commissione per la pastorale dell'emigrazione e del turismo, comprendente tutte le Opere sopra menzionate: l'assistenza ai migranti, l'Apostolato del Mare, l'Apostolato dell'Aria, l'Apostolato dei Nomadi, l'assistenza ai viaggiatori, comunemente chiamati «turisti», la cui cura pastorale, in base alla Costituzione Apostolica Regimini Ecclesiae universae, era stata demandata alla Congregazione per il Clero (69, 1° AAS 59 (1967). p. 910).

La struttura di questa Commissione sarà la seguente:

1. Funge da suo Presidente il Cardinale Prefetto della Sacra Congregazione per i Vescovi, assistito da un Vice Presidente, insignito di dignità episcopale, che ne fa appunto le veci, con l'aiuto di un Segretario. Sono inoltre Membri di tale Organismo: il Sostituto della Segreteria di Stato o Papale, il Segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, i Segretari delle Sacre Congregazioni per i Vescovi, per il Clero, per i Religiosi e gli Istituti Secolari, per l'Evangelizzazione, per l'Educazione Cattolica, del Consiglio «de Laicis», della Pontificia Commissione «Iustitia et pax» , e cinque Vescovi diocesani, nominati da Noi. Il Cardinale Prefetto della Sacra Congregazione per i Vescovi, il Sostituto della Segreteria di Stato ed i Segretari nominati come Membri, hanno parte in questo Organismo finché dura il loro mandato; gli altri cessano da tale incarico allo scadere dei cinque anni, restando peraltro impregiudicato il diritto della Sede Apostolica di prorogare loro l'incarico, scaduti i cinque anni.

2. La Commissione, pur dipendendo, come si è detto sopra, dalla Sacra Congregazione per i Vescovi, gode di una certa autonomia nel compimento delle sue funzioni. Il suo primo dovere è quello di trattare per la cura pastorale di coloro che si muovono per le ragioni anzidette, assieme alle Conferenze Episcopali Nazionali, che a seconda della necessità e delle circostanze delle rispettive regioni avranno cura di attuare i relativi provvedimenti.

3. Nel numero esattamente definito dei Consultori vengono ascritte, per la durata di cinque anni, persone scelte nell'ambito del clero o del laicato, che abbiano particolare competenza nel settore della emigrazione.

4. Poiché, in forza della presente Lettera, vengono a cessare i diritti concessi ai suddetti cinque organismi, sarà Nostra premura attribuire a questa nuova Commissione quelle facoltà, che saranno ritenute necessarie ed opportune. Quanto poi ai rapporti che intercorrono tra la Sacra Congregazione per i Vescovi e la nuova Commissione da Noi costituita, essi saranno più esattamente definiti attraverso uno speciale «Regolamento».

Nutriamo pertanto fondata speranza che da questa Commissione, proprio perché le sono affidate nuove ed importanti forme di apostolato, deriveranno numerosi e abbondanti frutti pastorali, sicché appaia più luminosa la materna sollecitudine della Chiesa, che guarda con attenzione ai segni ed alle necessità dei tempi, e questa sua testimonianza attiri dolcemente le anime.

Vogliamo che questa Lettera cominci ad andare in vigore in data odierna.

Tutto quanto Noi abbiamo stabilito con il presente Motu proprio, ordiniamo che abbia piena validità, nonostante qualsiasi disposizione in contrario.

Dato in Roma, presso San Pietro, il giorno 19 marzo, festa di san Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria nell'anno 1970, settimo del Nostro Pontificato.

PAOLO PP. VI 

 



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