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DISCORSO DI PAOLO VI
ALL'UNIONE INTERNAZIONALE DEL NOTARIATO LATINO


Venerdì, 8 maggio 1964

 

Le nobili espressioni, che abbiamo testé udito da Lei, Signor Presidente, e delle quali La ringraziamo di cuore, Ci dicono chiaramente con quali sentimenti di fede, di devozione, di sensibilità il Consiglio Permanente dell’Unione Internazionale del Notariato Latino ha desiderato questo incontro. E siamo lieti, a Nostra volta, di poter assicurare che tali disposizioni trovano nell’animo Nostro una rispondenza piena e paterna di benevolenza, di stima, di ammirazione.

Siamo onorati di ricevere un organismo così qualificato e distinto, che in tempo relativamente breve si è diffuso con una sua autorevole presenza in tutti i Paesi, ove la professione notarile si ispira ai principii del diritto latino, imponendosi con i suoi Congressi Internazionali, con le sue pubblicazioni specializzate, col prestigio dei suoi membri.

L’esiguità del tempo che abbiamo a disposizione, non Ci permette purtroppo di soffermarci su considerazioni inerenti alla vostra specifica professione, come pur meriterebbe il valore delle vostre care persone; e Ci permettiamo al riguardo di richiamare la vostra attenzione sulle preziose parole, che il Nostro Predecessore Pio XII di v. m. il 5 ottobre 1958 volle affidarvi in un discorso, che fu l’ultimo suo, prima del suo pio transito, quasi un testamento lasciato alla vostra Unione: e siamo certi che la singolare coincidenza ha lasciato da allora un’orma profonda nei vostri cuori.

Eppure voi aspettate una parola anche da Noi, che la volontà adorabile di Dio ha chiamato ai vertici del supremo Pontificato per pascere la sua Chiesa, e cogliere con attenta vibrazione tutte le aspirazioni - ora franche, ora confuse, ora inquiete, ora appassionate -che salgono dalla coscienza degli uomini d’oggi, per dar loro la risposta che essi attendono ansiosamente.

E questa parola a Noi pare debba una volta di più rendere onore alla vostra professione, quale è intesa nella tradizione giuridica latina, che riconosce in voi, sebbene private persone, dignità e funzione di pubblico ufficiale, la cui attestazione fa fede nella società. Voi siete i garanti della legalità e assistete l’origine degli atti particolari, che devono trovare la protezione della legge nella comunità civile, in modo che ne siano chiari i termini, onesto il contenuto, incontrovertibile l’esecuzione. La competenza giuridica, l’esperienza umana, la probità morale vi rendono distinti fra i cittadini, degni della loro fiducia, esemplari fra tutti. Se il giudice merita la stima e l’ossequio dovuto al magistrato che dirime le liti, il notaio ne è parimente meritevole perché le previene, abitua i suoi clienti a evitare contestazioni e a dare alla parola valore univoco e impegnativo, accelera pertanto il processo dei negozi giuridici, e contribuisce così al benessere morale ed economico della società, che giustamente vede nel notaio un campione del costume civile.

La vostra Unione poi si propone di estendere oltre i confini delle singole Nazioni, che vi aderiscono, l’efficacia dei vostri atti, e tende perciò a quella unificazione del diritto, che tanto può contribuire a moltiplicare e a stringere i rapporti pacifici e fecondi fra i popoli. Essa perciò contribuisce in modo meritorio al progresso civile della vita internazionale e si allinea al multiforme movimento moderno rivolto a fare dei vari Stati una famiglia delle genti, cospiranti ad una comune prosperità e ad una fraterna collaborazione.

Non è chi non veda come cotesto duplice aspetto della vostra Unione, quello professionale e quello internazionale, vi renda degni anche della Nostra stima e del Nostro incoraggiamento. Voi rappresentate espressioni umane e civili che non solo collimano con i principii cristiani, ma che, in certa forma, se ne alimentano, e in certa misura, sul piano della società civile, li realizzano.

Non vi dispiaccia perciò se Noi, ministri del Vangelo, vi invitiamo a trarre ispirazione per i vostri più alti pensieri da quella legge suprema della carità, a cui bisogna che si riferiscano costantemente anche le leggi umane, se non vogliono condannarsi a una fredda e sterile meccanicità esteriore, perdendo l’interiore afflato, che mira all’uomo, a migliorarlo, a fargli del bene, a elevarlo e educarlo. Anche questo, anzi, principalmente questo è lo scopo della vostra quotidiana attività, con le responsabilità che essa comporta, che hanno precisi riferimenti agli eterni precetti della Legge di Dio. Abbiamo sinceramente goduto nel sentire riaffermata dalle parole del vostro chiaro Presidente questa preminenza del dovere morale, e la tutela dei fondamentali principii cristiani. Anche la vostra nobile, paziente, costruttiva professione va illuminata dalla luce della carità e infervorata dal suo calore: «perché chi ama il prossimo - dice l’Apostolo Paolo - ha adempiuto la legge... L’amore non fa mai alcun male al prossimo. L’amore è il compimento perfetto della legge» (Rom. 13, 8-10). Noi vi auguriamo di cuore che tale esigenza di amore - che a volta a volta. diventa comprensione, pazienza, aiuto concreto, disinteresse, consiglio, dedizione - sia il movente segreto e costante, che animi tutti i settori del vostro dovere, lo sorregga nei momenti di maggiore onerosità, lo sottragga ai pericoli dell’abitudine e del formalismo, lo spinga ad un alto livello di spirituale convinzione e generosità.

La Nostra preghiera vi accompagna in questo sforzo costante, che impegna non soltanto la vostra preparazione intellettuale e le doti del vostro ingegno, ma anche le convinzioni religiose e la dirittura morale, che vi distinguono. E nell’assicurarvi la Nostra profonda considerazione, il Nostro compiacimento unito a fervidi voti di ogni soddisfazione spirituale e professionale, Ci è gradito confermare questi sentimenti con l’Apostolica Benedizione, che di cuore estendiamo ai vostri colleghi, membri dell’Unione Internazionale del Notariato Latino, ed alle dilette famiglie di ciascuno, a cui va un pensiero di particolare benevolenza.

Un mot en français pour terminer, chers Messieurs, et pour vous redire, dans une langue d’un plus large usage international, toute l’estime que Nous portons à votre noble profession et toute la satisfaction que Nous cause la large audience que connaît aujourd’hui votre Union. Nous avons eu plaisir à entendre votre distingué Président réaffirmer, en si nobles termes, la conscience que vous avez de vos responsabilités sur le plan moral, et votre souci de ne pas perdre de vue, dans vos activités professionnelles, la défense des principes chrétiens fondamentaux. Nous vous en félicitons, et de grand coeur Nous invoquons sur vous et vos familles l’abondance des divines bénédictions.

              



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