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DISCORSO DI PAOLO VI
AL COMITATO ITALIANO DI
DIFESA SOCIALE E MORALE DELLA DONNA

Lunedì, 22 novembre 1971

 

Care Figlie,

Grande gioia e conforto procura al Nostro animo la vostra presenza in occasione del XII Convegno Nazionale del Comitato Italiano di Difesa morale e sociale della donna. Diamo a lei, Signora Pia Colini Lombardi, che così degnamente presiede il Comitato stesso, e alle sue solerti collaboratrici il Nostro benvenuto! Esso si ispira ad un sentimento di viva ammirazione e di sincera stima per la eletta missione da voi svolta a tutela della dignità della donna. per la valorizzazione di quello che essa ha in sé di nobile e di valido, e perché la donna prenda sempre più coscienza della sua specifica e insostituibile funzione nella società.

La Nostra grata benevolenza per codesta opera acquista poi maggiore considerazione perché non soltanto il vostro Comitato ha contribuito efficacemente a cancellare in Italia situazioni di legale sfruttamento della donna, inconciliabile con la sua dignità di persona umana, ma anche perché le vostre premure si rivolgono con instancabile sollecitudine al reinserimento nella vita normale di vittime, giovani soprattutto, strappate al decadimento morale o avviate ad esso, e desiderose di riconquistare una posizione onesta nella società. La rete di assistenza specifica a questo riguardo, articolata su tutto il territorio nazionale, è la testimonianza eloquente della vostra azione preziosa e lungimirante.

Non è chi non veda il valore umano, sociale, civico di questa vostra attività e, particolarmente, il significato cristiano di questa forma di assistenza, in cui si danno la mano e i talenti della vostra preparazione professionale e le doti del vostro cuore. Assistenza che non sapremo abbastanza lodare e incoraggiare, perché si tratta di rieducare le vostre assistite al senso della propria dignità morale; si tratta di rimuovere situazioni familiari e sociali che condizionano ancora la donna e la tengono in stato di inferiorità; e si tratta infine di risolvere innumerevoli problemi pratici e di vincere l’ostilità o per lo meno l’indifferenza che spesso circonda il vostro lavoro dovute alla generale decadenza del costume. Senza poi dire che la vostra assistenza deve svolgersi non facendone sentire il peso, ma sempre nel rispetto della libertà e della personalità, e potrà produrre effetti confortanti, solo se sarà completa.

Tutto ciò non può non trovare incoraggiamento e lode da parte della Chiesa, perché si iscrive in perfetta linea con gli sforzi che essa lungo i secoli ha continuamente intrapresi affinché fosse restituita alla compagna dell’uomo, come lui creata e redenta da Dio, la sua primitiva dignità. Anche nel recente Concilio Vaticano II essa non ha mancato di elevare la sua voce per denunciare le forme di decadenza morale, offensive della dignità umana, contro le quali voi così lodevolmente indirizzate le vostre iniziative (Cfr. Gaudium et Spes, 25). La Chiesa cattolica perciò vede in voi delle preziose collaboratrici ed alleate nella sua opera, ed è lieta di mettere a disposizione il suo appoggio e le sue organizzazioni, quando ne è richiesta, per il sempre più efficace rendimento dei vostri sforzi congiunti.

Da qui potrete facilmente immaginare quanto Noi vorremmo che si estendesse la vostra azione assistenziale, e quanto desidereremmo che essa fosse conosciuta ed apprezzata in sempre più larghe zone dell’opinione pubblica, sia per sviluppare il senso delle responsabilità di ognuno, sia in particolar modo per richiamare l’attenzione delle Autorità pubbliche e spingerle ad intervenire in questo campo offrendo i mezzi adeguati.

Dilette Figlie! Vogliate da ultimo accogliere la Nostra parola di esortazione e l’augurio paterno che formuliamo per voi e per il vostro Comitato. Abbiate un cuore grande da non appagarvi per quanto avete realizzato e da non stancarvi nel vostro protendervi verso tante necessità, anche se i risultati possono sembrare non corrispondenti all’intensità degli sforzi compiuti. Abbiate l’occhio vigile a scoprire i bisogni e a saper leggere nell’animo umano le sue lotte, le sue difficoltà e sconfitte, ma anche le sue riprese e le sue sorprendenti capacità di ricupero. E infine sappiate dare alla vostra missione un valore soprannaturale ed eterno, che elevi e coroni ogni altro nobile valore umano, vedendo nelle persone da voi assistite non soltanto il volto anonimo della donna bisognosa di aiuto, ma sotto i suoi lineamenti, spesso segnati dal marchio del male, il volto stesso di Cristo, che le disse: «Tutto quanto avete fatto a uno dei piccoli tra questi miei fratelli, l’avete fatto a me» (Matth. 25, 40).

I compiti che vi aspettano sono immensi, ma sappiate che il Papa vi accompagna col suo pensiero e con la sua preghiera, invocando per voi il continuo aiuto delle grazie del Signore, che vi sostengano nelle difficoltà e vi confermino nei buoni propositi; ed in auspicio di esse, volentieri impartiamo a voi tutte qui presenti, alle vostre collaboratrici e alle vostre assistite la propiziatrice Apostolica Benedizione.



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