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DISCORSO DI PAOLO VI
AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE DI ROMA

Giovedì, 13 luglio 1972

 

La ringraziamo, Signor Presidente, di queste sue nobili parole; e, con Lei, ringraziamo e ci rallegriamo con i singoli ,membri, qui presenti, della nuova Giunta Provinciale di Roma, per l’ampio programma che, all’inizio della sua attività, essa si propone di svolgere nella nuova fisionomia e nella nuova responsabilità che le competono dopo l’istituzione della Regione, tali compiti sono stati degnamente illustrati. Per questi vostri intenti, e per l’afflato umano e sociale che li anima, meritate ogni lode e ogni incoraggiamento. Alla volontà di venire incontro ai più urgenti problemi della convivenza civile, specialmente in una Provincia, così vasta di proporzioni e così diversa e mutevole di situazioni come quella di Roma, non potrà certo mancare di rispondere una costante e progressiva elevazione umana, spirituale ed etica della sua popolazione; e, soprattutto, non verrà meno l’aiuto di Dio, di cui piamente avete sottolineato il bisogno, e che non lascia di soccorrere con la sua potenza là dove trova la volonterosa disposizione all’agire, e la retta intenzione, e l’impegno sincero della coscienza, che voi avete ben dimostrato sia con le parole sia con codesta ben significativa presenza, da noi tanto apprezzata.

Sì: noi lo preghiamo per voi e per le vostre fatiche: siatene certi. E vi seguiamo con intima partecipazione del nostro animo nel quotidiano adempimento del vostro dovere. Perché voi dedicate le vostre energie alla Provincia di Roma: nome illustre, nome santo, nome prestigioso: sia per la Città, l’Urbe per antonomasia, il cui significato spirituale si irradia nella storia del mondo, e a cui da ogni parte si guarda per l’incomparabile funzione ad essa affidata dal Signore, col farla custode della Sede di Pietro; sia per gli altri Comuni, così ricchi di memorie storiche, di ricordi spirituali legati alla santità e alla vita della Chiesa, oltre che di bellezze naturali e di fervido e pulsante lavoro umano.

Ci manca il tempo di richiamare e personaggi e fatti e monumenti di questa regione, davvero unica e privilegiata; né vorremmo ripetere quanto in altre occasioni abbiamo detto sul carattere straordinario di questa terra benedetta; sia, più volte, al Sindaco e alla Giunta di Roma, sia alla Provincia e, nello scorso febbraio, anche alla Regione.

Ci sia però consentito ancora di raccomandare quanto ci sta particolarmente a cuore, come a colui che, per divino mandato, deve seguire, per il carisma dell’episcopato, la cura pastorale diretta dell’Urbe; e cioè la tutela del suo carattere nobile e sacro. Le vostre sollecitudini vanno al di là della Città, abbracciando l’intera provincia, e sono peraltro nettamente distinte da quelle del Comune di Roma: ma noi siamo grati, profondamente grati se, in comune concerto di intenzioni e di iniziative, tutti gli Enti che, in un modo o nell’altro, si dedicano alla promozione delle molteplici esigenze della moderna Roma, vorranno aver sempre alta e meditata coscienza della sua peculiarità, unica al mondo, e assicurino con opportune provvidenze la sua spirituale e morale ecologia, tenendo conto che non debbono andar mai deluse le attese e le convinzioni di quanti qua vengono per trovarvi rafforzata la propria fede cattolica, e manifestarla con costume devoto e gentile. Roma, lungi dall’essere quella informe congerie di invecchiati elementi che certi luoghi comuni dell’arte e dello spettacolo vorrebbero purtroppo ostentare come unica e vera sua immagine, è - ben tutti sappiamo - diversa realtà, palpitante, viva, sincera, piena di umanità genuina e di cristiana pietà, che trae dalle sue antiche radici classiche e religiose la linfa costante per la propria autenticità. Come tale, Roma dev’essere custodita e aiutata ad affermarsi; senza peraltro che dimentichiamo le altre responsabilità, che richiedono il vostro impegno di oculati e sapienti amministratori, specialmente per dare al popolo casa, lavoro, istruzione.

Rinnoviamo pertanto i nostri auguri, dettati da sincera ammirazione, per il programma a cui vi accingete; ne auspichiamo frutti fecondi e veramente utili per la cara popolazione della intera provincia; e su di essa, come su tutti voi e sulle vostre famiglie, imploriamo l’aiuto del Signore e l’abbondanza dei suoi doni, di cui vuol essere pegno la nostra Benedizione.

                                        



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