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DISCORSO DI PAOLO VI
AI SACERDOTI ITALIANI EX DEPORTATI
NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO E DI STERMINIO

Sabato, 17 giugno 1972

 

Cari e venerati Sacerdoti,

Siamo stati molto sensibili al desiderio che ci avete manifestato di venire a porgerci l’attestato del vostro affetto e della vostra filiale devozione.

Siate dunque i benvenuti! Vi accogliamo con la considerazione, con la predilezione, con il rispetto che merita la vostra condizione di sacerdoti che, avendo vissuto durante l’ultimo conflitto le tragiche esperienze dei campi di concentramento, Gesù ha prescelto ad essere più da vicino partecipi del mistero della Croce. Voi siete stati gli angeli consolatori, gli strumenti provvidenziali per infondere con la vostra dedizione e presenza sacerdotale coraggio e fiducia a tanti vostri compagni di prigionia, come lo fu col suo eroico sacrificio il Beato Massimiliano Kolbe, che abbiamo avuto la gioia di elevare recentemente all’onore degli altari.

Ci è caro pertanto esprimervi il nostro commosso apprezzamento per quanto avete fatto in quelle ore tragiche e oscure, mentre vi ringraziamo di questa visita, che è la testimonianza della vostra sincera fede.

Pensiamo tuttavia che la missione di bontà e di amore che vi fu affidata allora dagli arcani disegni della divina misericordia, non sia ancora terminata. Voi avete ancora qualcosa da dire ad un mondo che sembra avere dimenticato la lezione che ci viene dalle tristi esperienze del passato conflitto. Con la vostra sofferta testimonianza voi potete fare molto per elevare le menti degli uomini a sentimenti di fraternità e di pace, e per far sentire alle anime rette e buone, dei giovani soprattutto, il dovere di impegnarsi a togliere dalla società i germi della divisione, dell’odio, dell’orgoglio che, quando sono lasciati senza controllo, non possono che causare le sofferenze e i lutti di cui siete stati vittime insieme a tanti innocenti.

In tal modo i vostri sacrifici non sono stati vani, ma possono giovare ancora alla edificazione di un mondo più giusto, più umano, più degno dei figli di Dio.

La Benedizione Apostolica vi conferma questi nostri voti, e implora dal Signore ogni desiderata grazia su di voi e su tutte le anime affidate alle vostre cure sacerdotali.

                                        



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