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DISCORSO DI PAOLO VI
A GRUPPI DI PELLEGRINI

Domenica, 9 marzo 1975 

 

Siamo lietissimi di sostare per qualche istante, che vorremmo più disteso e diretto, se il tempo ce lo concedesse, con voi, carissimi fedeli, tanto numerosi, delle diocesi di Sabina e Poggio Mirteto, e par con quelli dell’Arcidiocesi di Ancona, con le diocesi di Iesi e di Osimo, nonché col qualificato gruppo di medici della diocesi di Grosseto, e insieme a voi salutiamo rispettosamente i sacri Pastori che vi hanno accompagnati: i cari e venerati Monsignori l’arcivescovo Carlo Maccari, Marco Caliaro e Primo Gasbarri, tutti a noi ben noti per il loro zelo e la loro fedeltà.

Voi siete convenuti a Roma da regioni diverse, ma unico è lo scopo che vi ha guidati nel vostro pellegrinaggio, la celebrazione del Santo Giubileo. Ci commuove e ci edifica il fervore davvero esemplare con cui avete voluto inserirvi nella corrente di rinascita spirituale a cui tutto il popolo di Dio è chiamato in questo Anno Santo.

E mentre ce ne rallegriamo, di cuore vi assicuriamo la nostra preghiera al Signore affinché la corroborante esperienza spirituale da voi vissuta qui nel centro visibile della cattolicità sia ricca di frutti nella vita ecclesiale, familiare, civica, sociale delle vostre rispettive diocesi.

L’Anno Santo vi impegna, con tutti gli altri credenti, ad uno sforzo di rinnovamento interiore, di riconciliazione con Dio e con i fratelli, di generosità nella preghiera, nella carità e nella professione della vostra fede leale, aperta, operosa e sinceramente vissuta. Sì, figlioli carissimi, perché i doveri che avete verso il dono incomparabile della fede, che siete venuti a confermare presso la tomba del Principe degli Apostoli, non si esaurisce in una adesione puramente esteriore e passiva; ma richiede da voi un continuo sforzo di approfondimento e di maturazione, un impegno di tradurla in coerenza esemplare nella vostra esistenza e di irradiarne intorno a voi la forza salutare.

Vi ripeteremo, dunque, l’ammonimento di S. Pietro Apostolo: «Siate forti nella fede» (1 Petr. 5, 9). Ecco il ricordo speciale che amiamo lasciarvi in questo Giubileo del 1975. È un invito che proponiamo a tutti, ma in modo particolare ai giovani - e sono tanti qui presenti in mezzo a voi - perché è sui giovani, sulla loro generosità e sulle loro fresche energie, che si fonda l’avvenire della Chiesa e della società.

Grazie, adunque, figlioli e fedeli tutti delle vostre rispettive Diocesi; grazie specialmente a voi ottimi e valenti Medici di Grosseto, di questa vostra visita, e grazie della vostra testimonianza di affetto, che volentieri ricambiamo impartendo a tutti con effusione di cuore la propiziatrice Apostolica Benedizione.

                                        



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