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DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
AL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA
«FEDERAZIONE NAZIONALE DEL CLERO ITALIANO»

Mercoledì, 15 dicembre 1976

 

Proprio all’inizio del vostro mandato, voi tutti membri del Consiglio Direttivo della «Federazione Nazionale del Clero Italiano» avete desiderato ardentemente di incontrarci per riaffermare la vostra devozione al Vicario di Cristo e per ricevere una parola di incoraggiamento, che vi accompagni nel vostro delicato lavoro.

Ben volentieri ci troviamo con voi, per dirvi anzitutto il nostro compiacimento per l’opera, molteplice ed articolata, svolta ormai da lunghi anni dalla FACI, nata dalla sollecitudine dell’indimenticabile Monsignor Nazareno Orlandi nel lontano 1917, in un periodo, per tanti versi, oscuro e carico di tensioni, proprio per venire incontro ai sacerdoti, ai loro vari problemi, anche a quelli, quotidiani e tante volte sconosciuti, di carattere economico, ma soprattutto per aiutare gli stessi sacerdoti ad approfondire continuamente il significato del dono ricevuto da Dio, al fine di ravvivarlo (Cfr. 1 Tim. 1, 6), e di esser sempre degni araldi del Vangelo e pastori della Chiesa, dediti pienamente all’incremento spirituale del Corpo di Cristo, come ha detto il Decreto «Presbyterorum Ordinis» (Cfr. Presbyterorum Ordinis, 6).

Al nostro compiacimento si unisce anche un sincero augurio: la FACI ha ormai quasi sessanta anni; può quindi guardare ad un passato con soddisfazione per il lavoro e, diciamolo, per il bene compiuto. Può e deve, altresì, guardare al futuro, facendo tesoro della precedente esperienza. Certamente i rapporti di collaborazione tra l’Associazione e la Conferenza Episcopale Italiana si rafforzeranno sempre più, per un proficuo sviluppo delle iniziative a vantaggio del Clero. I problemi che dovranno essere affrontati e, possibilmente, risolti, saranno sempre più vari e complessi, legati e condizionati, come sono, ai continui mutamenti della società. Ma non dubitiamo che non mancherà a voi né il desiderio ardente né l’impegno costante di «servire» tutti i vostri Confratelli, con entusiastica generosità, con pudica umiltà, con assoluta dedizione.

L’augurio di crescente vitalità, che noi oggi rivolgiamo alla FACI, vuole essere anche un augurio a tutti i sacerdoti italiani. Possano essi, in un mondo agitato da contraddizioni ma altresì illuminato da speranze, rinnovare gli splendidi esempi dei loro numerosi Confratelli, che si sono distinti per santità e per carità, e realizzino in se stessi i voti del Concilio Vaticano II: «I presbiteri, a somiglianza dell’Ordine dei Vescovi, dei quali formano la corona spirituale, partecipando alla grazia dell’ufficio di quelli per mezzo di Cristo, eterno ed unico Mediatore, mediante il quotidiano esercizio del proprio ufficio crescano nell’amore di Dio e del prossimo, conservino il vincolo della comunione sacerdotale, abbondino di ogni bene spirituale, e diano a tutti la viva testimonianza di Dio» (Lumen Gentium, 41).

Con la nostra Benedizione Apostolica.

                             



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