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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
ALLE CONGREGAZIONI MARIANE DI ROMA*

Domenica, 21 gennaio 1945

 

Con devoto pensiero voi siete venuti, diletti figli e figlie, a commemorare presso di Noi il cinquantesimo anniversario di un dolce ricordo della Nostra vita, quello della Nostra consacrazione alla Ssma Vergine nella Congregazione mariana dell'Almo Collegio Capranicense. E la prima Nostra parola nell'accogliervi è per esclamare con tutto il fervore del Nostro cuore riconoscente : Magnificate Dominum mecum et exaltemus nomen eius simul: Magnificate il Signore con me, ed esaltiamo insieme il suo Nome (Ps. 33, 4).

La consacrazione alla Madre di Dio nella Congregazione mariana è un dono intero di sé, per tutta la vita e per la eternità; è un dono non di pura forma o di puro sentimento, ma effettivo, compiuto nella intensità della vita cristiana e mariana, nella vita apostolica, in cui esso fa del Congregato il ministro di Maria e, per così dire, le sue mani visibili sulla terra, col profluvio spontaneo di una vita interiore sovrabbondante, che si riversa in tutte le opere esteriori della solida devozione, del culto, della carità, dello zelo. È ciò che inculca con singolare energia la prima delle vostre Regole. Applicarsi seriamente a santificare se stesso, ognuno nel proprio stato; dedicarsi, non in una maniera qualsiasi, ma con ardore, nella misura e nella forma compatibili con la condizione sociale di ciascuno, alla salvezza e alla santificazione degli altri; adoperarsi infine strenuamente nella difesa della Chiesa di Cristo; tale è la consegna del Congregato, liberamente, risolutamente accettata nell'atto della sua consacrazione ; tale il magnifico programma tracciate a lui dalle Regole.

In realtà queste Regole non hanno fatto che esprimere in termini precisi e quasi « codificare » la storia e la pratica costante delle Congregazioni mariane provvidenzialmente istituite dalla tanto benemerita Compagnia di Gesù ed approvate e ripetutamente e altamente lodate dalla S. Sede.

Noi siamo ben lontani, come vedete, dal concetto di una semplice unione di pietà tranquilla e inoperosa, di un semplice rifugio contro i pericoli che minacciano le anime deboli, ma anche da quello di una semplice lega di azione tutta esteriore, febbrile perché artificiale, e che non può suscitare ed accendere se non un fuoco di paglia, di più o meno breve durata. Numquid potest homo abscondere ignem in sinu suo, ut vestimenta eius non ardeant? Può alcuno portare il fuoco nel seno, senza che brucino le sue vesti? (Prov. 6, 27). Se ciò è vero della disordinata passione umana, una volta accesa nel cuore, quanto più dovrà valere per l'amore di carità, di cui lo Spirito Santo desta e avviva costantemente la fiamma!

La devozione mariana di un Congregato della Ssma Vergine non può essere dunque una pietà meschinamente interessata, la quale non vede nella potentissima Madre di Dio che la distributrice di benefici, soprattutto di ordine temporale; né una devozione di sicuro riposo, che non pensa se non a rimuovere dalla sua vita la santa croce degli affanni, delle lotte, delle sofferenze; né una devozione sensibile di dolci consolazioni e di manifestazioni entusiastiche; e neanche — per quanto santa possa essere una devozione troppo esclusivamente sollecita dei propri vantaggi spirituali. Un Congregato, veramente figlio di Maria, cavaliere della Vergine, non può contentarsi di un semplice servizio di onore; egli deve essere agli ordini di lei in tutto, deve farsi il custode, il difensore del suo nome, delle sue eccelse prerogative, della sua causa, portare ai suoi fratelli le grazie e i celesti favori della loro Madre comune, combattere senza tregua al comando di Colei che « cunctas haereses sola interemit in universo mundo » (cfr. Brev. Rom. Comm. Fest. B. M. V. in 3 Noct. ant. 7).

Egli si è arrolato sotto il vessillo di lei con un impegno perpetuo; non ha più il diritto di disarmare per timore degli attacchi e delle persecuzioni; non può, senza infedeltà alla propria parola, disertare e abbandonare il suo posto di combattimento e di onore.

Voi vi siete impegnati a difendere la Chiesa di Gesù Cristo. La Chiesa lo sa e conta su di voi, come in passato ha fatto assegnamento sulle generazioni di Congregati che vi hanno preceduti. La sua aspettazione non è stata delusa: i vostri maggiori vi hanno nobilmente aperta e tracciata la via. In tutte le lotte contro il contagio e la tirannia degli errori e per la protezione dell'Europa cristiana, le Congregazioni mariane hanno combattuto in prima fila, con la parola, con la penna, con la stampa, nella controversia, nella polemica, nell'apologia; con l'azione, sostenendo il coraggio dei fedeli, soccorrendo i confessori della fede, collaborando, per assisterli e secondarli, all'arduo ed osteggiato ministero dei sacerdoti cattolici, perseguendo la immoralità pubblica, con metodi talora singolari, sempre energici ed efficaci; talvolta anche con la spada, ai confini della Cristianità, per la difesa della civiltà, con Sobieski, Carlo di Lorena, Eugenio di Savoia, e tanti altri Capi, tutti Congregati, com'e mille e mille dei loro militi.

Ma perché cercare esempi nel passato, quando anche ai tempi nostri, non in una sola Nazione, migliaia e migliaia di eroici Congregati hanno combattuto e sono caduti, acclamando ed invocando Cristo Re?

Noi abbiamo fiducia che voi saprete portare degnamente il peso di un così glorioso retaggio. Vorremmo anzi affermare che il modello di cattolico, quale la Congregazione mariana fin dalle origini si è adoperata a plasmare, non ha forse mai tanto corrisposto ai bisogni e alle contingenze di ciascun tempo quanto ora, e che mai forse alcun tempo non l'ha così instantemente richiesto come il nostro.

Che cosa infatti domanda oggidì la vita nell'ordine civile? Uomini, veri uomini, non di quelli che non pensano se non a divertirsi e a trastullarsi, come fanciulli, ma saldamente temprati e pronti all'azione, ai quali è sacro dovere di non trascurare nulla di ciò che può promuovere il loro perfezionamento. Noi stessi ameremmo di vedere sul volto della gioventù odierna un poco più della gaiezza tranquilla di una volta. Ma bisogna prendere il tempo com'è; e il nostro è grave, amaramente e duramente grave. Esso richiede uomini che non temano di camminare per gli aspri sentieri della presente miserrima condizione economica e siano atti a sorreggere anche quelli che la Provvidenza ha affidati alla loro cura. Uomini finalmente che nell'esercizio della loro professione rifuggano dalla mediocrità e mirino a quella perfezione che l'opera di ricostruzione dopo tanto disastro esige da tutti.

E la Chiesa, che cosa essa domanda? Cattolici, veri cattolici, ben temprati e forti. Noi abbiamo in un'altra occorrenza parlato della profonda trasformazione sociale dei nostri tempi. La guerra l'ha smisuratamente affrettata, e si può dire che essa sia ormai pressochè compiuta. Pur troppo ben ristretto è divenuto gradualmente, soprattutto nelle grandi città, il numero di coloro, i quali, sicuramente difesi e fermamente guidati dalla sana tradizione cattolica, che penetra e riempie tutta la loro vita, avanzano validamente. portati da questa vigorosa corrente. È una crisi che abbraccia la donna non meno dell'uomo, la gioventù femminile non meno della maschile. La donna di oggi si trova anch'essa trascinata e travolta nella lotta per la vita, nelle professioni e nelle arti, e ora anche nella guerra; essa è anzi maggiormente toccata e colpita da questo rovesciamento delle condizioni sociali.

Il tempo presente ha dunque bisogno di cattolici che siano fin dalla prima giovinezza saldamente radicati nella fede, perché non vacillino, anche se non sono più sostenuti e rafforzati dal fervore di coloro che li circondano. Cattolici che con lo sguardo fisso all'ideale delle virtù cristiane, della purezza, della santità, coscienti dei sacrifici che esso richiede, tendano a quell'ideale con tutte le loro forze nella vita quotidiana, sempre diritti, sempre retti, senza che le tentazioni e le seduzioni valgano a piegarli. Ecco, diletti figli e figlie, un eroismo, spesso oscuro, ma non meno prezioso e ammirabile del martirio cruento.

Il tempo presente esige cattolici senza paura. per i quali sia cosa del tutto naturale il confessar apertamente la loro fede, con le parole e con gli atti, ogniqualvolta la legge di Dio e il sentimento dell'onore cristiano lo domandino. Veri uomini, uomini integri, fermi ed intrepidi! Quelli i quali non sono tali che a metà, il mondo stesso oggi li scarta, li respinge e li calpesta.

Formare tali uomini e tali cattolici è stato sempre lo scopo delle ben ordinate ed attive Congregazioni mariane. Ora voi sapete che i nemici di Cristo e della sua Chiesa mai non disarmano, anche quando simulano intenzioni pacifiche; oltre le persecuzioni sanguinose e gli assalti violenti, essi hanno altri metodi di guerra: il pervertimento, la intossicazione degli spiriti, cui si aggiunge il contributo inconsapevole di non pochi illusi, che si lasciano da loro traviare e sedurre.

In queste lotte incessanti la generosità e il coraggio, la pietà e l'umiltà, la infaticabile costanza sono presupposti indispensabili in ogni Congregato. Ma essi soli non bastano. Con la protezione di Maria, voi dovete guadagnare a Cristo gli uomini di oggi; dovete combattere per la verità con le armi della verità; ma allora bisogna saper anche maneggiarle. Come riuscirete voi ad acquistarne la sicura padronanza?

Innanzi tutto, con Io studio della religione, del suo domina, della sua morale, della sua liturgia, della sua vita interna e pubblica, della sua storia. Innanzi tutto, ma non unicamente; sarebbe un romperla col passato delle Congregazioni della Ssma Vergine, nelle quali si è cercato sempre, con tutti i mezzi più adatti, di favorire la coltura così generale come professionale, ambedue, beninteso, in armonia con le qualità e lo stato personale di ciascuno. È questa una delle loro caratteristiche, di cui rendono testimonianza le loro Accademie e, grazie al cielo, tale tradizione non è stata abbandonata.

Senza dubbio, la coltura generale e professionale non può avere dappertutto l'ampiezza conseguita, per esempio, a Valenza nella Spagna, ove le diverse sezioni giuridica, scientifica, letteraria, tecnica, munite di tutti gli strumenti di studio e di lavoro pratico, specialmente la sezione medica con la sua clinica e il suo dispensario, assicurano ai Congregati, grazie alla cooperazione di illustri maestri appartenenti anch'essi alla Congregazione, un posto eminente nel campo delle loro rispettive professioni. Ma, sebbene in misura più modesta, dappertutto le Congregazioni; degne di tal nome, hanno questa cura e mostrano questo loro carattere proprio. In primo luogo, perché l'efficacia del lavoro apostolico di ogni singolo Congregato dipende in gran parte dal suo valore intellettuale, sociale, professionale, e non soltanto dalle sue qualità morali e spirituali; inoltre, perché fin dalla loro origine le Congregazioni, avendo in mira la restaurazione di una società cristiana, hanno esercitato il loro apostolato particolarmente nella professione e per mezzo della professione.

Sotto l'impulso di questo ideale, sono state formate, distintamente, ma pure in stretta unione e collaborazione fra loro, Congregazioni per i diversi stati di vita e per tutti i gradi della scala sociale, dalle Congregazioni dei sacerdoti, degli « intellettuali », dei signori e delle dame dell'alta società, degli studenti e delle studentesse universitari, fino a quelle degli umili lustrascarpe di Beyrouth e dei piccoli strilloni di giornali a Buenos Aires. Dalla Congregazione degli studenti di medicina in Parigi uscì il primo nucleo della Unione di S. Luca dei medici cattolici. Gli Stati Uniti d'America hanno le loro Congregazioni d'infermiere. E per richiamare alla memoria anche un Nostro personale ricordo di Monaco, quanta ricchezza di vita familiare veramente cristiana, quanto virile coraggio nella pubblica professione della fede, l'azione benefica della Congregazione di uomini in S. Michele, allora così fiorente, produceva nella capitale della Baviera! Finalmente, vicino, vicinissimo a Noi, nella Congregazione mariana della Nostra Guardia Svizzera sotto il nome di Nostra Signora del Rosario, voi siete in qualche modo tutti rappresentati, di giorno e di notte, presso la Nostra persona.

Quanto bene fanno queste Congregazioni nel loro ambito rispettivo! Quanto con la loro cooperazione agli scopi comuni per i quali ciascuna apporta il contributo della sua competenza speciale! Quanto nelle opere più varie di zelo e di carità! Il Nostro glorioso Predecessore Pio XI in una solenne occasione ricordò ciò che le Congregazioni « in tutta la loro storia secolare, plurisecolare, hanno fatto in questo campo, in questi vasti orizzonti di bontà, cooperando al bene dovunque se ne presentasse la necessità e la possibilità, cooperandovi nei modi più umili e più alti, i più squisiti e i più semplici, proprio come una Madre e Regina e Patrona come la loro poteva insegnare alle anime redente dal Sangue di Cristo » (Udienza del 30 marzo 1930).

Quasi a confermare la verità di queste parole, voi Ci avete annunziato due doni preziosi : le vostre ricche offerte spirituali, che Ci sono di grande sostegno e conforto nell'adempimento del Nostro gravissimo ufficio: le vostre offerte materiali che Ci aiuteranno a difendere dal freddo i miseri profughi, Nostri figli carissimi e vostri fratelli in Cristo. Ma la Nostra gratitudine va anche al di là di questa intima, per quanto numerosa adunanza; essa si rivolge a tutte le Congregazioni del mondo, che hanno voluto unirsi a voi col cuore e con la preghiera.

Conforme al precetto del divino Maestro, e secondo l'esempio incomparabile della loro celeste Patrona e Madre, le Congregazioni amano di fare il bene « in abscondito », e il più sovente il Padre celeste « che vede nel segreto » (Matth. 6, 4) ne è il solo testimonio. Spesso anche esse portano alle altre opere il contributo della loro attività, forniscono loro le migliori reclute. Non vi è quasi forma di apostolato o di carità, di cui esse non siano state in passato le iniziatrici. sempre spiando i nuovi bisogni per soddisfarli, le nuove aspirazioni per appagarle. Queste opere, cominciate da loro modestamente, hanno preso poi l'impulso per volare con le proprie ali, sempre sicure di trovare nelle Congregazioni un appoggio e una partecipazione egualmente premurosa e discreta. E come si potrebbe qui omettere di ricordare due ardenti Congregati e fedeli campioni dell'Azione Cattolica Italiana, Mario Fani e Giovanni Acquaderni?

Ma di tutta questa fecondità quale è la intima sorgente se non la vita fervorosa che. alimentata dalla devozione più tenera e insieme più efficace a Maria, deve tendere, secondo la vostra stessa regola. sino alla santità? Essa dimora nascosta nel segreto dei cuori. Nondimeno la si vede trasparire nei frutti che produce. nelle numerose vocazioni che fa germogliare, nella mirabile schiera di santi, di beati, di martiri che la rappresentano in cielo.

Diletti figli e figlie, voi ben potete far vostra la pia invocazione di S. Giovanni Eudes alla Vergine: « Combien vous suis-je redevable . . . de m'avoir admis en votre sainte congrégation, qui est une vraie école de vertu et de piété . . . Et c'est ici, ó Mère de gràce, une de plus grandes gràces que j'ai regues de mon Dieu par votre entremise » (Le Cœur admirable de la très sacrée Mère de Dieu, Paris 1908, livre XII, pag. 355). Nella fiducia che voi saprete con una sempre crescente fedeltà corrispondere a un così gran beneficio e mostrarvene di giorno in giorno più degni, Noi invochiamo su di voi e su tutti i Congregati sparsi nel mondo i favori di Gesù e della sua Ssma Madre, mentre con tutta l'effusione del Nostro cuore impartiamo a voi e alle vostre care famiglie, in auspicio delle più elette grazie, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, VI,
  Quinto anno di Pontificato, 2 marzo 1944 - 1° marzo 1945, pp. 281-288
  Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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