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  DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
ALLA GRANDE FAMIGLIA DEL
COLLEGIO S. GIUSEPPE - ISTITUTO DE MÉRODE*

Domenica, 6 maggio 1951

 

Con lieta gratitudine ogni Istituzione suole commemorare le grazie di protezione divina, che durante un secolo intero ne hanno assicurato la non interrotta durata, il progresso, la benefica prosperità. Ma se si ritorna con la mente alle vicende degli anni che vanno dal 1851 sino ad oggi; se si considerano le sollecitudini, attraverso le quali, anche in Roma, la Chiesa è passata, le persecuzioni, ora violente ora subdole, a cui è stata esposta nell'adempimento della sua missione, gli sforzi che ha dovuto sostenere, talvolta fino all'eroismo, specialmente nel campo della educazione della gioventù, quando precisamente questa educazione, più che mai necessaria ed urgente, era impedita e contrariata da un complesso di difficoltà e di ostacoli d'ogni sorta; allora veramente sale verso Dio un cantico fervidissimo di ammirazione e di ringraziamento. Questo cantico, che sgorga spontaneo dai cuori di tutti voi, Insegnanti, alunni, ex-alunni, genitori cristiani, come deve vibrare negli animi vostri, diletti figli di San Giovanni Battista de La Salle, ai quali la Provvidenza ha affidato tante giovani generazioni!

Voi avete ben ragione di celebrare con entusiasmo questo duplice Giubileo, di celebrarlo con funzioni religiose e liturgiche, con solenni manifestazioni intellettuali ed artistiche, anche con trattenimenti esuberanti di giovanile allegrezza. Ma soprattutto conviene celebrarlo con gli atti, continuando strenuamente l'opera compiuta finora da coloro che vi hanno preceduti.

Del loro magnifico avanzamento le prove sono vive sotto gli occhi di tutti. Vi è forse un solo ramo di attività nell'ordine spirituale e temporale, nella vita privata e pubblica, ove non si siano segnalati con onore, talvolta in primissimo luogo, gli alunni dei Fratelli delle Scuole cristiane, in particolar modo quelli del Collegio S. Giuseppe e dell'Istituto de Mérode?

La gloria del passato è un impegno per l'avvenire. Voi tutti. Insegnanti e Superiori, discepoli e genitori — poichè soltanto con la vostra unanime collaborazione possono effettuarsi grandi cose nel campo della educazione —  proseguite la corsa, sulla via che vi è stata aperta e spianata dalle fatiche e dalle pene dei vostri antecessori. Il segreto del loro successo solido, durevole e di così gran valore è che essi nè sono rimasti immobili, nè hanno deviato dal sentiero di luce tracciato dai loro padri, dal vostro incomparabile Fondatore, Giovanni Battista de La Salle, di cui hanno raccolte e alla loro volta trasmesse le sapienti e sante tradizioni.

Ètre à la page: si dice oggi volentieri. Sia pure; ma a condizione di non lacerare, con questo pretesto, il libro prezioso, distruggendo le pagine precedenti, come si staccano i fogli di un calendario.

L'arte della educazione è infatti, per molti aspetti, l'arte dell'adattarsi: adattarsi all'età, al temperamento, al carattere, alla capacità, ai bisogni e alle giuste aspirazioni dell'alunno, adattarsi a tutte le circostanze dei tempi e dei luoghi, adattarsi al ritmo del progresso generale della umanità. Però ciò che caratterizza, in tale adattamento, la vera educazione cristiana, è che questa mira costantemente alla formazione totale del fanciullo e dell'adolescente, affine di farne un uomo, un cittadino, un cattolico integro ed equilibrato, ben più che un preteso erudito con la mente ingombrata da cognizioni enciclopediche disparate e disordinate. Sviluppare, secondo una saggia pedagogia, la coltura intellettuale; valersi della sanità, del vigore del corpo e dell'agilità delle membra, ottenuti mediante l'educazione fisica, a vantaggio della prontezza e della duttilità dello spirito; affinare, col felice accordo dei sensi e dell'intelligenza, nella formazione artistica, tutte le facoltà per dare al loro esercizio grazia ed amabilità, e quindi una efficacia maggiore, più estesa, meglio accolta : tutto ciò è assai bello e buono, ma non avrebbe valore eterno nè soddisfacente pienezza, se la coltura religiosa non venisse a dare, con la sua ampiezza e la sua magnificenza, a tutta la educazione la sua unità e il suo vero valore.

Un errore assai comune restringe l'istruzione e la educazione religiosa ad un tempo determinato, sia pure con programmi completi e saggiamente distribuiti. Ma la vera educazione cristiana esige ben più: essa deve essere un'opera continua, permanente, progressiva; deve permeare tutto l'insegnamento, anche profano, penetrare sino al fondo dell'anima. Essa dunque consiste, oltre alla esposizione metodica della dottrina, nel vedere e far vedere tutte le cose alla luce della grande e divina verità, come nella contemplazione della creazione materiale non si vedono le cose bene, coi loro veri colori, che nel lume, anche se talvolta velato da nubi, del bel sole di Dio.

Ma la educazione sarebbe ancora incompleta, se essa non conseguisse che una parte del suo scopo, se cioè si restringesse a procurare il bene personale, fisico e morale, temporale ed eterno degli alunni. Essa deve inoltre formarli e prepararli a esercitare sul loro tempo e sulla loro generazione, — anzi anche sulle generazioni future —, un'azione salutare, in guisa che essi attraversino il mondo, lasciandolo dietro di loro migliore, più dolce e più bello di quel che l'avevano trovato.

È questa l'utilità delle opere caritatevoli, sociali e apostoliche, che voi vi studiate di promuovere fra loro. Esse sono un prezioso aiuto materiale, spirituale, religioso, per tutti quelli che i vostri alunni assistono, ma anche per loro stessi, perchè, con gl'impulsi e l'allenamento che ne ricevono, perfezioneranno sè medesimi e saranno in grado di esercitare più tardi un benefico e potente influsso sulle loro famiglie, sui loro conoscenti e su tutta la società.

Che San Giuseppe, Patrono speciale di tutti i vostri Collegi, che la SS.ma Vergine, regina, madre e ispiratrice degli apostoli, continuino, come in passato, a proteggere e a guidare questa vostra generosa e feconda attività. Che il Cuore sacratissimo di Gesù mantenga e alimenti nei vostri cuori l'ardore che Egli stesso vi ha acceso! È questo l'oggetto della Nostra preghiera per voi tutti, quanti siete, che vincoli carissimi uniscono all'Istituto lasalliano, e a cui impartiamo con effusione di affetto l'Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XIII,
 Tredicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1951 - 1° marzo 1952, pp. 75 - 77
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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