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  DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AI LAVORATORI CRISTIANI PRIMA
DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA*

Basilica Vaticana - Domenica, 13 maggio 1951

 

Diletti figli e figlie!

Cattolici lavoratori e lavoratrici, venuti da vicino e da lontano,

In questa solenne festività di Pentecoste Noi Ci apprestiamo ad offrire in mezzo a voi il santo Sacrifizio della Messa, in umile azione di grazia all'Onnipotente per tutta la copia di progresso sociale, di benessere e di pace — degli uomini fra loro e con Dio —, che il movimento operaio cattolico ha saputo conseguire nel secolo passato e nel presente. I Romani Pontefici, cominciando dall'immortale Enciclica Rerum novarum del Nostro grande Predecessore Leone XIII, hanno, con chiara veduta e con coraggioso senso di dovere apostolico, dato al movimento operaio — vale a dire, alla posizione giuridica del lavoratore e al suo benessere — saldi principi ed alti fini, di cui il tempo e l'esperienza hanno pienamente dimostrato la necessità e la saggezza. Questi principi e questi fini, come parte integrante dell'intero ordine sociale, la Chiesa manterrà sempre incrollabilmente fermi.

Noi offriamo il santo Sacrificio, come impetrazione di grazie per suggellare e confermare in voi, lavoratori cattolici, la fedeltà al programma sociale della Chiesa. Questo programma riposa su tre solide colonne: verità, giustizia, amore cristiano. Qui, sulla tomba del Principe degli Apostoli, adunati intorno al suo Successore, esprimete la solenne promessa di lasciarvi sempre guidare nella vostra condotta da quei tre valori fondamentali e di tendere con immutata costanza verso quei fini, che il Vicario di Cristo vi addita per il vostro bene e per la felicità vostra e delle vostre famiglie. Siete voi pronti?

Noi offriamo il santo Sacrificio, come supplichevole preghiera al Padre delle misericordie, affinchè il Signore si degni di dare - la pace al mondo: la pace sociale per l'accordo e la collaborazione di tutti all'opera comune della prosperità nazionale; la pace, per cui tutti trepidano, fra i popoli e al di là dei continenti. Lavorare, diletti figli e figlie — uniti, come siete, in virtù della vostra fede cattolica, nei più alti e santi ideali —, tra i vostri compagni e nei vostri Paesi, per l'inestimabile bene di questa duplice pace: sia questa oggi la seconda vostra solenne promessa dinanzi alla maestà del Dio vivo e vero. Siete voi pronti?

La Nostra paterna Benedizione vi accompagna nelle vostre patrie, la cui concordia e la cui prosperità sono l'oggetto delle Nostre brame e delle Nostre preghiere; vi accompagna nelle vostre case e nelle vostre famiglie, la cui felicità nella vera fede e nell'intima serena dolcezza Noi fervidamente raccomandiamo alla divina Bontà; vi accompagna nel vostro lavoro professionale, dal cui coscienzioso adempimento dipende non solo la vostra sorte, ma anche quella della comunità del popolo, poichè nell'odierno ordinamento della economia nazionale a voi tocca una notevole somma di doveri e di diritti.

Diletti figli e figlie! Siate fermi nella fede, fermi nella fedeltà alla Chiesa. E confidate. La vittoria della Chiesa è la vittoria vostra, è la vittoria delle anime, che in lei credono e a lei sono devote. Per passare di secoli essa non invecchia. Sulla caducità e sui mutamenti delle umane istituzioni essa rimane e rifulge come all'alba della prima Pasqua. Essa non conoscerà tramonto, e nessuna potenza nè infernale né terrena varrà mai ad offuscarne il primitivo splendore.

Possa lo Spirito Santo, datore di fortezza, di pietà e di timor di Dio, riempire le vostre menti e i vostri cuori, affinchè, sotto il suo soffio divino e con la sua assistenza, voi possiate difendere e mantenere la indissolubile unità dei vostri diritti e dei vostri doveri, per la vostra temporale ed eterna salvezza. Con tale augurio impartiamo a voi tutti con effusione di cuore la Nostra Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XIII,
 Tredicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1951 - 1° marzo 1952, pp. 87 - 88
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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