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VIAGGIO APOSTOLICO IN COREA, PAPUA NUOVA GUINEA,
ISOLE SALOMONE E THAILANDIA

 MESSA CON ORDINAZIONI DIACONALI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Piazzale del Seminario di Sampran (Thailandia)
Vener
dì, 11 maggio 1984

 

Cari fratelli e sorelle in Cristo.

1. Siamo qui, oggi pomeriggio, per celebrare un meraviglioso evento. Ventitré giovani, chiamati da Dio nel Battesimo e scelti in un modo speciale per servire nella sua Chiesa, saranno ordinati al sacerdozio di Gesù Cristo. È questo un momento importante per l’intera Chiesa cattolica, sia di questa generazione che di quella di tutti i tempi. È un’ulteriore prova dell’amore di Dio per il suo popolo; il Buon Pastore non lascia mai il suo gregge incustodito. Al tempo stesso, questa cerimonia riveste un particolare significato per la Chiesa in Thailandia; è un segno di maturità spirituale. Questa ordinazione rappresenta il tempo del raccolto, il gioioso momento in cui i semi di una vocazione divina, deposti da Dio e coltivati dalle famiglie e dagli insegnanti, germogliano nella vita dei singoli giovani che sono di fronte a noi oggi e che chiedono a me, che opero nel nome di Cristo e della sua Chiesa, di conferire loro la grazia sacramentale del sacerdozio.

Quando mi guardo intorno e vedo questo seminario minore dell’arcidiocesi, e un poco più in là il seminario maggiore che è consacrato a Cristo luce del mondo; quando penso ai seminari minori in quasi tutte le diocesi di Thailandia, come pure al seminario internazionale istituito dai vescovi; quando penso a tutte le comunità religiose che si affidano al seminario maggiore per la formazione dei loro propri candidati, quando vedo tutte queste opere meravigliose, posso soltanto ripensare agli umili inizi del primo collegio in Ayudhaya nel 1666. Prego e ringrazio Dio per i molti doni che vi ha dispensato, specie attraverso la lungimiranza dei vostri vescovi.

Qui è il cuore della Chiesa di Thailandia, non solo dell’arcidiocesi di Bangkok, ma di ciascuna Chiesa locale. Qui voi formate, attraverso la preghiera e lo studio, i futuri sacerdoti del vostro Paese e infondete in loro le solide tradizioni che li metteranno in grado di parlare al cuore della gente tailandese, così che essa a sua volta arrivi a conoscere il Signore Gesù Cristo “nello spezzare il pane” (Lc 24, 35).

2. Come collaboratori dei loro vescovi e partecipi del ministero di Cristo, maestro sacerdote e re, questi ventitré giovani eserciteranno l’ufficio sacerdotale nella Chiesa. Con la loro ordinazione sacramentale saranno consacrati nello Spirito Santo, segnati di uno speciale carattere, e saranno così configurati a Cristo, in modo da poter operare nel suo nome e nella sua persona.

Nel descriverci le caratteristiche del Messia, il profeta Isaia ci presenta nel medesimo tempo un’immagine del sacerdote configurato a Cristo: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni” (Is 42, 1). Perché la giustizia si compisse, Cristo assunse le caratteristiche del servo di Israele, e fu chiamato a soffrire e immolarsi per la redenzione dell’umanità.

La prima lettera di san Pietro è anche più esauriente nell’esprimere la dimensione sacrificale dell’opera di redenzione di Cristo: egli “portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siamo stati guariti” (1 Pt 2, 24). Ecco la misura del sacrificio di sé in Cristo: egli patì la morte per liberarci dai nostri peccati, perché potessimo conoscere la novità della vita in Dio.

3. Il sacerdote del Nuovo Testamento trova la sua identità nella persona e nella missione di Cristo. Egli continua a rendere manifesta l’azione salvifica di Cristo. La sua consacrazione rappresenta il totale svuotamento di sé compiuto da Cristo. Il sacerdote è chiamato a proclamare la buona novella di salvezza, a radunare e guidare la comunità dei credenti, e a compiere le funzioni di ministro dei sacri misteri. Nel nome del Redentore il sacerdote riconcilia i peccatori con Dio e con la Chiesa nel sacramento della Penitenza. Celebrando l’Eucaristia, il sacerdote annunzia la morte del Signore e la risurrezione, nelle quali Gesù stesso conferma la sua alleanza nel suo sangue.

In tutto ciò Cristo è, come dice san Pietro, “pastore e guardiano” delle nostre anime (cf. 1 Pt 2, 25). Ed egli è davvero il Buon pastore che sacrifica la propria vita per il suo gregge, che conosce le sue pecore e le sue pecore conoscono lui (cf. Gv 10, 11-14).

Per mezzo dell’ordinazione sacramentale, il sacerdote partecipa in un modo particolare alla sollecitudine pastorale di Cristo per la sua Chiesa. Egli fa ciò in conformità con la missione del servo sofferente di Isaia: “Non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta... non verrà meno e non si abbatterà” (cf. Is 42, 3-4). Con pazienza e umiltà egli adempie alla funzione di Cristo come pastore e capo, esercitando un potere spirituale che gli è dato con il fine di edificare il corpo di Cristo. Ponendosi umilmente al servizio di quanti sono affidati alle sue cure, il sacerdote è guidato in tutte le cose dalla volontà di colui che volle che nessuno andasse perduto e tutti fossero salvati (cf. Gv 10, 16).

4. Miei cari diaconi, giovani che state per essere ordinati al sacerdozio: la vostra è davvero una sublime vocazione, ricca di una dignità che Cristo stesso le ha conferito. È uno speciale dono di Dio, da usare per il bene della Chiesa e la salvezza del mondo. Ascoltate le parole del profeta Isaia, che parla di una tale vocazione: “Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni” (Is 42, 6).

Il Signore vi ha preso per mano. Egli vi chiama per nome. Egli vi offre come alleanza al popolo e luce alle nazioni. Sceglie voi per offrire in dono, nella persona di Cristo, la sua nuova alleanza fondata nel suo sangue, e per irradiare la luce del messaggio salvifico di Cristo in tutto il mondo. Siate fedeli a questa vocazione.

Siate instancabili nel vostro servizio. Seguite l’esempio di Cristo, che venne per servire e non per essere servito. Accettate come una sfida speciale l’invito a predicare il Vangelo alle genti della vostra terra natia. Incoraggiate e rinsaldate coloro che hanno già udito la parola di Cristo, e divulgatela, fermamente e con assiduità, a coloro che ancora non credono. La vostra vocazione richiede da voi uno spirito missionario.

Come sacerdoti nella Chiesa, che è l’universale sacramento della salvezza, siete chiamati a sacrificare voi stessi per la redenzione di tutti, a seguire le tracce di colui che liberamente si offrì perché tutti potessero essere liberi. Questo significa che dovete rimanere in unione perenne con Cristo per mezzo della preghiera, del sacrificio, della sofferenza e dell’obbedienza alla sua volontà. Ciò richiede una generosità di spirito che vi porterà a ringraziare Dio ogni giorno per il dono del celibato, che è un segno dell’amore pastorale e un incentivo ad esso.

Così come meditate sulla necessità che la missione di salvezza della Chiesa sia portata “fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8), so anche che farete ogni sforzo per rispondere di tutto cuore alla richiesta di esercitare il vostro ministero in quelle diocesi che sono in difficoltà per la carenza di vocazioni.

Cari fratelli e figli, siate costanti nel vostro amore per Cristo e la sua Chiesa. Come sacerdoti, voi collaborerete con Cristo salvatore; voi siete gli uomini del perdono e della misericordia di Dio. Non mancate mai di annunziare quella misericordia a quanti ne hanno più bisogno: i poveri, gli infermi, i moribondi, gli infelici, e coloro che sono irretiti dal peccato. E mostrate la misericordia di Dio ai vostri confratelli sacerdoti che, in momenti di scoramento e di difficoltà si rivolgono a voi per un incoraggiamento e un sostegno fraterno. In una parola, in qualunque vostra azione siate un altro Cristo per coloro che incontrate.

5. Mia cara e diletta gente di Thailandia, miei fratelli e sorelle in Cristo, questi giovani stanno per essere segnati con il segno dell’ufficio sacerdotale di Cristo nel sacramento dell’Ordine sacro. Pregate per loro: per il loro zelo, per la loro felicità personale e la loro perseveranza come sacerdoti di Cristo. Pregate anche per coloro che continuano a fare sacrifici, perché altri giovani possano udire la voce del Signore e seguire i suoi passi. Pregate perché ci siano tante e buone vocazioni, di sacerdoti, di suore e di fratelli. Invitate Gesù a entrare nelle vostre case, nelle vostre scuole, nei vostri movimenti giovanili, così che molti giovani possano accogliere la chiamata di Cristo a lasciare ogni cosa e a seguirlo.

In quest’ora di gioia e di ringraziamento, solleviamo i nostri cuori a Gesù Cristo, il Buon pastore, il sommo sacerdote della nostra salvezza. È lui che ha dato il ministero del sacerdozio alla sua Chiesa. È lui, Gesù Cristo, che ci conduce al Padre, e che con il Padre e lo Spirito Santo è un solo Dio nei secoli dei secoli. Amen.


Atto di affidamento a Maria

 

Al termine di questa sacra liturgia, in questo momento di speciale grazia, i nostri cuori si volgono, con viva gratitudine e gioia, alla santa Madre di Dio.

O Beata Vergine Maria, ti ringrazio per il tuo materno amore verso tutti i tuoi cari figli e figlie di Thailandia. Come Pastore della Chiesa universale, io li affido tutti al tuo Cuore Immacolato, chiedendoti di vegliare sempre su di loro e di guidarli sulle vie della santità e della pace.

O Maria, madre dei sacerdoti, con devozione filiale ti affido questi neo-ordinati sacerdoti, che il tuo Figlio ha chiamato a essere suoi amici e che manda a proclamare la buona novella della redenzione. Mantienili sempre fedeli nel generoso servizio al popolo di Dio. Attirali sempre più vicino al tuo puro Cuore e al sacro Cuore del tuo Figlio.

O Vergine Maria, madre della Chiesa, in ogni momento della storia umana tu sei vicina al popolo di Dio, sostenendolo con le tue preghiere e dandogli il coraggio di testimoniare la verità del Vangelo. Intercedi oggi per tutto il clero, i religiosi e i laici di Thailandia, perché possano essere forti nella fede e nella speranza, e possano perseverare nell’amore a Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore, che vive e regna con il Padre e lo Spirito Santo, un solo Dio, nei secoli dei secoli. Amen.

 

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