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VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA DI GESÙ DIVINO MAESTRO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 15 dicembre 1991

 

1. “Fratelli, rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!” (Fil 4, 4).

La terza domenica d’Avvento, che oggi celebriamo, è chiamata nella tradizione liturgica “Domenica gaudete”. Ciò proviene dalle prime parole del brano della Lettera di Paolo ai Filippesi, letto poco fa, che inizia appunto con l’esortazione: “rallegratevi”.

La comunità cristiana esprime la propria gioia all’approssimarsi del Natale del Signore. Tra pochi giorni, infatti, gli avvenimenti di Betlemme saranno davanti ai nostri occhi, nei nostri cuori e nelle nostre preghiere. Sono eventi mirabili, in cui campeggiano Maria, la Madre di Dio, che dà alla luce il suo unigenito; Giuseppe, il giusto, che da padre putativo provvede silenziosamente alle necessità della Santa Famiglia; poi gli Angeli, che cantano in coro e i Pastori che accorrono e trovano il Bambino che era stato loro annunciato. Attorno a questi avvenimenti si crea un clima di gioia, secondo le parole dell’Angelo: “Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo”.

2. Anche il profeta Sofonia, evocato nella prima lettura, esorta alla gioia e all’esultanza. Il profeta, fustigatore delle colpe che stavano alla base della crisi religiosa del popolo e che preludevano al castigo dell’esilio, si fa anche annunciatore della tenerezza di Dio, che perdonerà le colpe, revocherà le condanne, disperderà i nemici e regnerà sul popolo come salvatore potente. Nelle sue parole la Chiesa ha sempre letto una chiara allusione al Messia, Figlio di Dio, Salvatore degli uomini, nel cui nome la letizia e l’esultanza raggiungono il culmine, perché la sua venuta porta salvezza non solo ad alcuni, ma a tutti, indistintamente, gli esseri umani.

3. Infine, anche il brano del Vangelo contribuisce a introdurci nel gaudio natalizio. Luca racconta di Giovanni Battista che, interrogato se fosse lui il Messia, risponde: “Viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali. Costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Poi, con l’immagine del buon grano, che il Messia raccoglierà nel granaio, e della pula che brucerà nel fuoco inestinguibile, annuncia i tempi nuovi della vittoria del bene sul male, motivo di profonda emozione per ogni cuore retto.

Ma Giovanni dà anche indicazioni sul modo di accogliere il Messia. Quando gli chiedono: “Che cosa dobbiamo fare?”, risponde esortando a compiere i doveri del proprio stato, a non recare offesa ad alcuno, ad essere generosi con il prossimo nel bisogno. Le indicazioni del Battista preludono già al discorso della Montagna e a quello del comandamento nuovo dell’amore, nei quali il Divin Maestro tocca il vertice del suo insegnamento.

La gioia cristiana, come ha affermato il mio predecessore Paolo VI nell’Esortazione apostolica Gaudete in Domino, deriva dunque da due sorgenti collegate tra loro: da una parte c’è l’opera salvatrice di Dio, che consente di vivere e di possedere quella pace interiore che supera ogni comprensione; dall’altra la cooperazione dell’uomo, che, accogliendo il dono di Dio, vi modella spontaneamente e volutamente la propria condotta.

4. Cari fratelli e sorelle, proprio a questo fine mira l’attività pastorale della Chiesa. Anche nella vostra parrocchia sono fiorite numerose opere destinate a diffondere la buona novella della bontà misericordiosa di Dio. Vi si trovano, infatti, importanti centri di assistenza sanitaria, come la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Policlinico Gemelli e la Clinica Columbus: altrettanti luoghi di aiuto, di sollievo e di cura per quanti soffrono e desiderano tornare alla pienezza della salute e della gioia, che il Redentore è venuto a recare sulla terra.

Colgo volentieri questa occasione per rivolgere il mio encomio al Rettore Magnifico, agli Amministratori, al Personale Medico e Paramedico del Policlinico Gemelli, che tanto si distinguono per la loro qualificata attività professionale, umana e cristiana, non solo nell’ambito della diocesi di Roma, ma anche in quello nazionale e internazionale. Il Signore non mancherà di confortarli nella loro dedizione di buoni “samaritani”, perché ciò che è fatto al malato e al debole è come fatto a lui stesso (cf. Mt 25, 40).

Ma in questa circoscrizione si riscontrano purtroppo anche carenze di strutture sociali, come è dato costatare dalla mancanza di luoghi di incontro e di ritrovo, dalla difficile situazione della circolazione e degli spostamenti. Inoltre, a causa della scarsezza di alloggi, molte giovani coppie sono costrette ad abbandonare la parrocchia e a spostarsi verso quartieri periferici. Sono questi dei limiti tipici delle grandi metropoli moderne, ma che incidono sulla crescita umana e spirituale dei fedeli.

5. Anche per attirare l’attenzione su questi problemi, che toccano la vita di questa ampia zona, la quale fino al 1960 era ancora coperta da prati con sparsi casolari, ho voluto compiere questa visita pastorale. Sono lieto di salutare, insieme al Cardinale Vicario, Camillo Ruini, e al Vescovo Ausiliare del Settore Ovest, Monsignor Cesare Nosiglia, tutti voi, cari fedeli, che affollate questa Chiesa parrocchiale, intitolata a Gesù Divin Maestro.

Saluto, in particolare, il vostro zelante Parroco, Monsignor Guido Guasco, e tutti i sacerdoti che prestano la loro collaborazione nell’ambito delle attività pastorali. Esprimo il mio grato apprezzamento per l’opera preziosa che svolgono le numerose Comunità religiose, maschili e femminili, con particolare pensiero per le Monache Benedettine di stretta clausura, che sono, per così dire, il polmone spirituale della vostra Comunità.

Il mio ringraziamento cordiale va pure ai vari gruppi laici: al Consiglio Pastorale, all’Azione Cattolica dei Settori Adulti, Ragazzi e Giovanissimi, all’Agesci, al gruppo Servizio Anziani, ai responsabili della Caritas, ai Ministranti della Liturgia, ai Catechisti. A tutti costoro rivolgo il mio plauso e il mio incoraggiamento a continuare la loro preziosa attività di animazione cristiana e ad impegnarsi con perseveranza nel cammino di fede e nella testimonianza fattiva e credibile di fronte a coloro che vivono ai margini della vita parrocchiale.

Siate discepoli assidui e coerenti di Gesù, Divin Maestro, che, prima ancora della parola, ha dato l’esempio.

6. Mentre continua l’opera missionaria di evangelizzazione di coloro che non conoscono ancora Gesù, si avverte l’urgente necessità di una rievangelizzazione delle terre di antica cristianità, tra cui non è esente la nostra Città. Per questo vi siete impegnati nel Sinodo pastorale diocesano e per questo vi esorto a partecipare a tutte le iniziative che vengono, a mano a mano, poste in atto. Vogliamo che Roma diventi la biblica città situata sul monte, che non può tenersi nascosta, perché chiamata a irradiare luce.

Il mio augurio per la vostra parrocchia, anche in vista del Natale, è quello che proviene dal Vangelo: “La vostra luce risplenda davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5, 16).

“Alleluia.

Viene in mezzo a noi il Dio della gioia.

Ecco, Dio è la mia salvezza,

io confiderò, non avrò mai timore” (Salmo responsoriale).

Amen!

 

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