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DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL PRIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE 
DELLA FAMIGLIA DELL'AFRICA E DELL'EUROPA

Sala Clementina
Giovedì, 15 gennaio 1981

 

1. Sono molto felice di ricevere questa mattina i partecipanti a un evento così importante come il primo Congresso per la Famiglia d’Africa e d’Europa che si sta svolgendo qui a Roma presso la Facoltà di Medicina della Università Cattolica del Sacro Cuore. Vi saluto tutti con sincero affetto e vi esprimo la mia stima e il mio apprezzamento. 

Il vostro Congresso ha luogo subito dopo il recente Sinodo dei Vescovi, che aveva il compito di specificare “il ruolo della famiglia cristiana nel mondo moderno in armonia con l’eterno progetto circa la vita e l’amore” (Giovanni Paolo II, Homilia in Xystino sacello habita VI exeunte Synodo Episcoporum, 3, 25 ottobre 1980: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III, 2 [1980] 967). 

Riguardo al rispetto per la vita umana, che è stato il tema principale delle vostre considerazioni, il Sinodo “ha riaffermato apertamente la validità e la sicura verità dell’annunzio profetico, dotato di un significato profondo e di grande rispondenza alle odierne condizioni, contenuto nella Lettera enciclica Humanae Vitae mentre allo stesso tempo ha lanciato un appello affinché i “fondamenti biblici e le ragioni “personalistiche” di questa dottrina siano sempre meglio illustrati, impegnandosi a far sì che tutta la dottrina della Chiesa sia sempre meglio compresa da tutti gli uomini di buona volontà” (Giovanni Paolo II, Homilia in Xystino sacello habita VI exeunte Synodo Episcoporum, 8, 25 ottobre 1980: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III/2 [1980] 970). 

Trovo davvero incoraggiante vedervi qui riuniti per questo Congresso che segue un altro simile che aveva come tema la Famiglia delle Americhe. Voi siete un gruppo di esperti in vari campi e svolgete differenti professioni: Vescovi e teologi, filosofi ed esperti in medicina, così come molti religiosi e laici che operano “nel campo”; e vi siete riuniti per cercare insieme il miglior modo di porre il ricco insegnamento di Cristo al servizio delle coppie che desiderano vivere la autentica visione della persona umana e della sessualità umana. 

Una speciale parola di ringraziamento è dovuta alla Dottoressa Suor Anna Cappella, che tra i suoi molti doveri, ha avuto la maggiore responsabilità per l’organizzazione di questo importante Congresso. Sono a conoscenza inoltre che molti dei delegati presenti, specialmente quelli provenienti da quasi venti paesi africani, sono stati scelti e aiutati in vario modo dalle loro Conferenze Episcopali e dalle autorità ecclesiastiche. Apprezzo i sacrifici che ciò ha comportato e desidero ringraziare i vostri Vescovi per questa indicazione che essi danno della priorità dell’apostolato della famiglia nella loro attività pastorale. 

2. Ho studiato accuratamente il contenuto del programma del vostro Congresso. Desidero ricordarvi le parole che ho recentemente rivolto ai membri del Collegio dei Cardinali proprio a proposito dei problemi che state considerando. Queste parole riassumono il mio programma pastorale concernente la famiglia: un tema che deve ricevere priorità oggi, se la Chiesa deve rendere un autentico servizio al nostro mondo tormentato; e io le ripeto a voi oggi, come rappresentanti delle famiglie d’Africa e d’Europa: “Di fronte al disprezzo del valore supremo della vita, per cui si giunge a convalidare la soppressione dell’essere umano nel grembo materno; di fronte alle disgregazioni in atto dell’unità familiare, unica garanzia per la formazione completa dei fanciulli e dei giovani; di fronte alla svalutazione dell’amore limpido e puro, allo sfrenato edonismo, alla diffusione della pornografia, occorre richiamare alto la santità del matrimonio, il valore della famiglia, l’intangibilità della vita umana. Non mi stancherò mai di adempiere questa che ritengo missione indilazionabile” (Giovanni Paolo II, Allocutio ad Sacrum Cardinalium Collegium, 13, 22 dicembre 1980: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III/2, [1980] 1774). 

Questo è il messaggio che ho chiaramente indicato in occasione delle mie visite pastorali alle nazioni d’Africa e d’Europa. È il messaggio che io indirizzo ad ognuno di voi, che provenite da varie parti di questi due continenti, ma siete uniti dal vostro desiderio di seguire l’autentico insegnamento di Cristo a riguardo della famiglia e della vita umana. Il vostro contributo allo sviluppo della vostra cultura, della vostra società e della vostra nazione dipende grandemente dal modo in cui voi vivete la vostra vocazione come famiglie e dal grado in cui voi aiutate altre famiglie a fare lo stesso. Ho sottolineato questo punto parlando alle famiglie del Kenya, quando ho detto: “La forza e la vitalità di ogni Paese corrisponderà soltanto alla forza e alla vitalità della famiglia in seno ad esso. Perciò le coppie cristiane hanno una missione insostituibile nel mondo d’oggi. L’amore generoso e la fedeltà del marito e della moglie offrono stabilità e speranza a un mondo dilaniato dall’odio e dalla divisione. Con la loro perseveranza che dura per tutta la vita in un amore vivificante essi mostrano il carattere sacro ed infrangibile del vincolo sacramentale del matrimonio. Al tempo stesso la famiglia cristiana è quella che promuove semplicemente e profondamente la dignità e il valore della vita umana fin dal momento del concepimento” (Giovanni Paolo II, Homilia Nairobiae, in magnis hortis v. d. Uhuru Park, habita, 7, 7 maggio 1980: Insegnamenti de Giovanni Paolo II, III/1 [1980] 1201). 

3. È solo in questo ampio contesto del disegno di Dio per la famiglia e per la creazione di nuova vita che si può considerare la questione più specifica della regolazione delle nascite. La saggezza del Creatore ha arricchito la sessualità umana di grandi valori e di una speciale dignità (cf. Gaudium et Spes, 49). La vocazione delle coppie cristiane è di realizzare questi valori nelle loro vite. 

Forse la necessità più urgente oggi è di sviluppare una autentica filosofia della vita e della trasmissione della vita, considerata precisamente come “procreazione”, cioè come discoperta e collaborazione al disegno di Dio il Creatore. 

Il disegno del Creatore ha fornito l’organismo umano di strutture e di funzioni per aiutare le coppie al raggiungimento di una paternità e una maternità responsabile. “Infatti, come testimonia l’esperienza, non tutti gli atti coniugali sono seguiti da una nuova vita. Dio ha saggiamente distribuito le leggi e i ritmi naturali di fecondità che, di per se stessi determinano una separazione nella successione delle nascite” (Paolo VI, Humanae Vitae, 11). 

Il disegno del Creatore non è solo impresso nello spirito umano. Come è triste notare che lo spirito di tanti uomini e donne si è allontanato da questo piano divino! Per tanti uomini e donne del nostro tempo la nuova vita è considerata come una minaccia e come qualcosa da temere; altri, intossicati dalle possibilità tecniche offerte dal progresso scientifico, desiderano manipolare il processo della trasmissione della vita e, seguendo soltanto i criteri soggettivi della soddisfazione personale, sono pronti anche a distruggere la vita da poco concepita. 

La visione e l’atteggiamento cristiano sono del tutto differenti; ispirati da norme morali oggettive basate su una autentica ed esaustiva visione della persona umana, il cristiano vive nel rispetto di tutte le leggi che Dio ha impresso nel corpo e nello spirito dell’uomo. Il vostro compito come esperti cristiani è di scoprire, capire meglio e far tesoro di queste leggi, e di aiutare le coppie e tutti gli uomini e le donne di buona volontà ad apprezzare la vivificante facoltà che Dio ha dato loro in custodia affinché la usassero in accordo al suo disegno. 

Visto in questo profondo contesto del disegno di Dio per il matrimonio e della vocazione alla vita matrimoniale, il vostro compito non sarà mai ridotto ad una questione di proporre uno o l’altro metodo biologico, tanto meno ad una attenuazione della provocante chiamata del Dio infinito. Piuttosto, il vostro compito è, in vista della situazione di ogni coppia, di vedere quale metodo o quale combinazione di metodi li aiutano meglio a rispondere come dovrebbero alle richieste della chiamata di Dio. 

Il vostro compito è poi soprattutto di condurre gli uomini e le donne del nostro tempo a quella vera comunione di vita, amore e grazia che è il ricco ideale del matrimonio cristiano, valutando giustamente l’essenziale inseparabilità degli aspetti di unione e di procreazione dell’atto coniugale. 

Nella sua enciclica Humanae Vitae, a cui ci si è riferiti spesso durante il recente Sinodo dei Vescovi come “una enciclica profetica”, Paolo VI ha sottolineato che egli credeva “che la gente del nostro tempo è particolarmente capace di afferrare il carattere ragionevole e umano di questo principio” (Paolo VI, Humanae Vitae, 12). È vostro compito, come apostoli della vita umana, aiutare gli uomini e le donne del nostro tempo a giungere a questa autentica visione attraverso una solida e coerente catechesi della vita. 

Su tutti voi impegnati nei vostri sforzi io invoco la grazia e la forza di nostro Signore Gesù Cristo. 

 

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