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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

AI VESCOVI DEL CANADA
IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»

Giovedì, 28 aprile 1983

 

Cari fratelli nell’Episcopato.

Stiamo vivendo e celebrando insieme l’avvenimento della vostra visita “ad limina”, nella carità di Cristo e nell’unità della sua Chiesa. Questa visita ci dà l’opportunità di riflettere insieme sul ministero che è il vostro in quanto Vescovi, in quanto Pastori del Popolo di Dio dell’Ontario, del Vicariato militare e della Eparchia dei Santi Cirillo e Metodio di Toronto.

Ma ancor più essa è una opportunità per noi di offrire a Gesù Cristo “il Pastore supremo” (1 Pt 5, 4) della Chiesa, tutti gli sforzi pastorali, le iniziative e le attività compiute nel suo nome, in obbedienza alla sua volontà, e mediante il sacro carisma dell’Episcopato. La vostra visita è l’occasione per affidare a Cristo la responsabilità pastorale, per rinnovare il vostro amore per lui e la sua Chiesa e per riporre rinnovata fiducia nell’immenso potere santificante del suo Mistero pasquale. È anche un’occasione per me, vostro fratello nel Collegio Episcopale, successore di Pietro, per offrirvi una parola di incoraggiamento, di comprensione e di amore fraterno, e dunque per confermarvi nella vostra professione e insegnamento della fede cattolica.

2. Desidero inoltre rendere testimonianza in questa occasione a ciò che è stato compiuto nelle vostre Chiese locali. Certamente, la potenza del Vangelo ha operato nei cuori dei fedeli e ha sostenuto voi e i vostri sacerdoti e diaconi in un generoso zelo pastorale. Anche se, con ogni realismo, dobbiamo ammettere che gli ostacoli a una vita cristiana nel mondo d’oggi sono enormi, noi continuiamo a proclamare che la grazia salvifica di Cristo è molto più potente del peccato e della debolezza umana (cf. Rm 5, 20).

Sono grato a voi e al vostro popolo per tutto ciò che avete fatto per vivere il Vangelo, per trasmetterlo in tutta la sua purezza e potenza ai giovani e per provvedere alla sua trasmissione alle future generazioni. Con grande impegno avete dedicato particolare attenzione all’educazione cattolica e alle Scuole cattoliche ai vari livelli. Tutto ciò ha un rapporto diretto e importante con la fede del popolo di Dio e merita la vostra ininterrotta vigilanza pastorale e il vostro diuturno impegno.

È merito della grazia di Cristo, del vostro zelo e dell’impegno del vostro popolo come voi avete lavorato per promuovere un senso di condivisa responsabilità tra i fedeli. Questo senso di responsabilità condivisa tra i fedeli, manifestata in un senso di missione ecclesiale, è indubbiamente una delle più grandi benedizioni che sia venuta alla Chiesa grazie al Concilio Vaticano II.

In tanti importanti progetti voi avete lavorato insieme, quale comunità ecclesiale unita; per proclamare i valori evangelici, per difendere la dignità umana e per costruire il Regno di Dio sulla terra. Tutti i vostri sforzi compiuti comunitariamente nell’area della difesa della vita contro tutto ciò che ferisce, indebolisce e distrugge la vita, sono veramente degni di lode e meritano di essere sostenuti. La vostra prontezza ad accogliere gli immigrati nel vostro Paese e ad assisterli nella loro nuova vita è una delle molte autentiche espressioni della vostra carità cristiana. L’esercizio della vostra responsabilità pastorale per promuovere le vocazioni e nel preparare candidati al sacerdozio e alla vita religiosa secondo il Magistero della Chiesa è una questione di estrema importanza per la vita delle vostre Chiese locali. Il vostro desiderio di promuovere l’ecumenismo secondo le direttive conciliari e in unità con la Chiesa universale, così come il vostro impegno pastorale per promuovere i movimenti laicali di apostolato e di provvedere alla cura pastorale dei giovani: tutti questi non sono che aspetti di un unico scopo, quello di proclamare la Buona Novella della salvezza e di annunciare a tutti “le imperscrutabili ricchezze di Cristo” (Ef 3, 8).

3. L’apostolato della Chiesa è multiforme e vi sono molti diversi approcci ad esso. La Chiesa è chiamata a rendere un molteplice servizio nel nome di Cristo Gesù. Oggi vorrei limitarmi a proporre alla vostra riflessione pastorale, alla luce dell’ultimo Sinodo dei Vescovi, alcune considerazioni sulla Chiesa al servizio della famiglia. Proprio perché “l’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia” (Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, 86), siamo profondamente convinti, come Pastori, della necessità di difendere la famiglia, di assisterla, di incoraggiarla; siamo profondamente convinti della necessità di proclamare la vocazione e la missione della famiglia nel mondo moderno.

Nella mia esortazione apostolica ho dato rilievo ad un aspetto particolare del ruolo della famiglia nel mondo, affermando che “la famiglia ha la missione di proteggere, rivelare e comunicare l’amore” (Ivi 12). Questa missione è intimamente connessa al messaggio centrale della rivelazione: Dio ama il suo popolo e ha mandato suo Figlio per redimerlo. Nelle parole di Gesù: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito . . . non per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3, 16-17).

Come Vescovi non siamo in grado di far scomparire tutto ciò che ostacola la vita cristiana; non possiamo sollevare tutti i fardelli che pesano sulle nostre famiglie cristiane; e tanto meno siamo autorizzati a cercare di allontanare la Croce dalla Cristianità. Ma siamo in grado di proclamare la grande dignità del matrimonio, la sua identità di immagine, simbolo ed espressione della eterna e indistruttibile alleanza d’amore di Dio con la Chiesa. Noi possiamo amare la famiglia e in questo amore pastorale offrirle l’unico criterio per la reale soluzione dei problemi che essa deve affrontare. Questo criterio è la Parola di Dio: la Parola di Dio in tutta la sua purezza e potenza, in tutta la sua integralità e con tutte le sue esigenze, la parola di Dio come trasmessa dalla Chiesa.

La proclamazione della Buona Novella dell’amore di Dio riflesso nell’amore coniugale e nella vita matrimoniale è uno dei più grandi contributi che possiamo dare al nostro popolo, uno dei modi migliori in cui possiamo mostrargli il nostro totale appoggio, e aiutarlo a vivere il sacramento del matrimonio. Con la grazia sacramentale le coppie sposate sono in grado di capire la loro dignità e sono preparate a fare seri sforzi per vivere la loro missione di “proteggere, rivelare e comunicare l’amore”. Ma tutto ciò presuppone che la Chiesa continui fermamente a parlare alle famiglie cristiane, nel nome di Gesù, manifestando costantemente la vera identità della famiglia secondo il disegno di Dio, che è rivelato nelle Sacre Scritture e nella Tradizione e attestata dallo Spirito Santo mediante il Magistero della Chiesa.

4. In quanto Pastori noi abbiamo un ministero d’amore da adempiere nei riguardi della famiglia e questo ministero d’amore si esprime nella preghiera, nell’aiuto, nell’incoraggiamento e nel servizio. Significa predicare costantemente la verità del progetto di Dio sul matrimonio, fintantoché il Signore ci dà la forza di predicare. Nella mia esortazione apostolica ho anche affermato che “amare la famiglia significa individuare i pericoli e i mali che la minacciano per poterli superare. Amare la famiglia significa adoperarsi per crearle un ambiente che favorisca il suo sviluppo” (Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, 86). Tutto questo costituisce un programma personale per la gerarchia, ma in esso tutti i settori del Popolo di Dio possono rendere un magnifico contributo.

Precisamente nel contesto della missione della famiglia di “proteggere, rivelare e comunicare l’amore”, noi Vescovi siamo costantemente chiamati a presentare quanto più chiaramente, fedelmente e efficacemente possibile l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio quale comunità di vita e amore, unità indivisibile e comunione indissolubile. E dipende da noi sollecitare e incoraggiare la collaborazione della Chiesa intera - e anche il contributo degli altri uomini e donne di buona volontà - per sostenere la famiglia nel suo quotidiano pellegrinaggio al Padre, per assisterla nei suoi problemi e per sostenerla nelle sue convinzioni cristiane.

Questo impegno concertato ha dato ampiamente prova di sé e merita di essere incoraggiato ancor più per quanto riguarda il problema della legittima regolazione delle nascite. Come ho affermato nella Familiaris Consortio”, la Chiesa nota con soddisfazione i risultati già raggiunti dalla ricerca scientifica, ma si sente costretta “a sollecitare con rinnovato vigore la responsabilità di quanti - medici, esperti, consulenti coniugali, educatori, coppie - possono aiutare effettivamente i coniugi a vivere il loro amore nel rispetto della struttura e delle finalità dell’atto coniugale che esprime il loro amore (Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, 35). Da questo punto di vista, l’attenzione personale che i Vescovi dedicano all’assistenza delle coppie che cercano di vivere la loro vocazione umana e cristiana dell’amore sponsale in pienezza merita profonda gratitudine e lode dalla Chiesa universale. Lo zelo dei Vescovi susciterà sempre la collaborazione e la fiducia della comunità ecclesiale.

5. Molti altri aspetti della famiglia richiedono il sostegno dei Vescovi e di tutta la comunità ecclesiale. Tra di essi vi è quello della missione e del ministero della coppia nell’educazione dei figli affinché essi giungano a una piena maturità umana e cristiana. Anche qui si tratta, per noi Vescovi, di proclamare l’identità e la dignità della vita nel matrimonio cristiano. Nella forza dello Spirito Santo, dobbiamo anche suscitare una fiducia e una certezza nuove nel popolo affidato alle nostre cure, affinché si realizzi in esso la grandezza dell’amore coniugale. Non dobbiamo stancarci di proclamare che “il matrimonio cristiano . . . è in sé stesso un atto liturgico di glorificazione a Dio in Gesù Cristo e nella Chiesa” (Ivi, 56).

Infine, è mediante la preghiera - la preghiera familiare e quella di tutta la Chiesa - che si effettuerà il rinnovamento del matrimonio cristiano, e con esso, in gran parte, il rinnovamento, la conversione e l’evangelizzazione del mondo.

Cari e venerati fratelli nell’Episcopato, poniamo con fermezza la nostra fiducia nella potenza del Signore risorto per fortificare l’alleanza dell’amore coniugale in questa generazione della Chiesa. E uniamo tutti i nostri sforzi per proclamare in modo sempre più efficace che questo amore è stato riscattato, che il matrimonio cristiano è veramente il progetto del Signore per il compimento dell’uomo e che la famiglia è per Dio il modo particolare “di conservare, rivelare e comunicare l’amore”.

Che Maria, la Madre di Gesù, vi assista nel vostro ministero pastorale al servizio della famiglia e riempia il vostro cuore di gioia profonda e di pace! Attraverso di voi, indirizzo il mio saluto a tutti i fedeli delle vostre Chiese locali, ai vostri sacerdoti, ai religiosi, ai laici e, in particolare, alle Famiglie cristiane.

Benedico in modo particolare i malati e coloro che soffrono, e a coloro che conoscono la solitudine do assicurazione della mia vicinanza a loro nella preghiera. A tutte le comunità ecclesiali di cui voi siete i servitori, i Pastori e i messaggeri di pace, esprimo il mio affetto in Gesù Cristo Salvatore nostro!

 

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