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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(16-23 GIUGNO 1983)

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LE SUORE NELLA CHIESA DEI GESUITI

Varsavia (Polonia) - Giovedì, 16 giugno 1983

 

Avete cantato il Magnificat, avete ringraziato con le parole della Madonna: “Ha fatto in me cose grandi”. Lei aveva più di tutti diritto di dire: “Ha fatto in me cose grandi”. È la Madonna delle Grazie: così la veneriamo, qui a Varsavia, accanto alla cattedrale di San Giovanni. È la Madonna piena di grazia e perciò a noi clemente. È clemente per ognuna di voi, poiché il mistero della vocazione religiosa di ognuna di voi è legato in qualche modo a Maria. Anch’io le chiedo di essere per voi sempre più clemente, perché la sua clemenza dia origine alla vostra clemenza. Ricevendo un dono saprete donare, condividere; e la gente si aspetta che voi doniate a somiglianza di Maria, poiché la gente si aspetta anche da lei proprio questo, in misura semplicemente inconcepibile. Per noi tale misura si esprime con la parola “Jasna Gora”, si esprime anche con il concetto del Giubileo di Jasna Gora.

Tutto ciò parla della Madonna delle Grazie, di quella che dona e vuole donare continuamente. Voi dovete seguirla. Io ve lo auguro, vi auguro di seguirla. Ella è clemente anche con me, poiché mi trovo nuovamente nella terra polacca. È vero che sono qui da poche ore e tuttavia mi trovo nella terra polacca. È molto clemente anche con me questa Madonna delle Grazie di Varsavia. La sua immagine, dinanzi alla quale ci troviamo, è del resto cara anche ai cuori degli italiani, poiché è onorata a Faenza. Quindi le chiedo che sia clemente con me, sia durante le ore successive, che durante i giorni successivi, perché anch’io possa essere clemente. Tale è la logica divina: una logica di grazia. È necessario che ognuna di voi sappia ricevere la grazia ed essere clemente.

Desidero anche che la Madonna delle Grazie sia clemente con i miei fratelli, Cardinali e Vescovi, soprattutto gli ospiti ai quali dobbiamo un rispetto particolare, affinché anch’essi siano clementi là dove ce n’è bisogno, e anche con noi. Che questo luogo sia un buon inizio per tutto ciò che dobbiamo fare nel corso dei prossimi giorni, che sia luogo di ringraziamento per il dono, così come avete cantato: “Ha fatto in me cose grandi”. E che cosa dirò io di voi, di tutte quante radunate qui, con il Cardinale Primate, con l’Arcivescovo Dabrowski, che tante volte è venuto a Roma con i suoi buoni consigli, e che tanto avete fatto per aiutarmi. Dirò che Dio ricompensi questa vostra clemenza e quella delle altre sorelle, soprattutto di quelle che portano la croce della sofferenza (ce ne sono molte, anche qui, in questa chiesa), quelle di clausura, di contemplazione: di tutte le sorelle. Che Dio vi ricompensi. Di fronte alla Madonna delle Grazie, ringrazio per la vostra clemenza nei miei confronti; per avermi ricondotto a queste strade polacche.

Adesso dovete condurmi fino alla fine per le strade della nostra terra. E ora con il Primate, i Cardinali e i Vescovi vi imparto la mia benedizione apostolica.



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